Disastro ambientale, la natura si ribella alla prepotente mano dell’uomo

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Da sempre l’uomo ha modificato l’ambiente che lo circonda, adattandolo alle proprie necessità. A volte lo ha fatto in modo consapevole, a volte decisamente meno.

Da decenni, alluvioni, terremoti, frane, eruzioni, sempre più frequentemente e tragicamente, colpiscono il nostro territorio causando centinaia e centinaia di vittime. L’uomo, spettatore impotente di  questo disastro ambientale, ne è in parte artefice.

Un disastro naturale è un fenomeno che avviene per cause naturali, sì, ma oggigiorno ciò è incrementato e potenziato dalla mano umana. L’operosità dell’uomo, dunque, non solo provoca disastri ambientali, ma ne aumenta la probabilità nonché la potenza.

Con grande semplicità, forse banalità, continuiamo a commentare queste tragedie etichettandole come “catastrofi inevitabili” e prendendo amaramente atto dell’irrimediabilità dell’accaduto.

Ma davvero questo disastro ambientale e catastrofi sono “inevitabili”?

 La natura è bizzarra, sì, ma la mano irrispettosa dell’uomo ci mette del suo.

È necessario che l’uomo prenda coscienza delle sue responsabilità. Molte delle calamità “naturali” avvengono a causa della mano umana, delle sue opere, della sua incosciente prepotenza nei riguardi dell’ambiente.

La deforestazione, lo sfruttamento sproporzionato delle risorse, costruzioni edilizie in zone non idonee: inevitabilmente la natura finisce col ribellarsi, stanca dei soprusi umani. Il nostro pianeta sta collassando con tutti questi disastri ambientali sotto i nostri occhi.

Adesso più che mai è necessario assumere consapevolezza di quello che accade. Secondo i risultati di uno studio condotto dalle Nazioni Unite, l’uomo sta danneggiando l’ambiente con grande rapidità e violenza. Questo deteriora l’ecosistema costantemente ed in modo irreversibile.

Lo studio ha coinvolto scienziati e centinaia di istituzioni scientifiche nonché oltre 160 governi, riuniti grazie all’UNEP Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, organizzazione internazionale che dal 1972 si occupa della tutela dell’ambiente e della promozione di comportamenti sostenibili. Le autorità hanno imposto regolamentazioni ai fini di limitare l’inquinamento dell’aria, l’emissione di gas e la distruzione di delicati ecosistemi animali e vegetali.

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Il primo, enorme problema della Terra è il riscaldamento globale che ha come conseguenza un passaggio verso climi sempre più rigidi, estremi, eliminando le temperature a cui si è abituati, aumentando la siccità delle zone aride e facendo crescere in modo esponenziale la capacità distruttiva di temporali, uragani e tornado.

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Ma non finisce qui. I terremoti, causati da costruzioni di dighe, estrazioni minerarie e scavi, che rompono gli equilibri di pressioni esercitati sul terreno e sulle rocce, provocano a loro volta violente eruzioni vulcaniche.

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Sempre più frequenti sono anche le inondazioni, che hanno effetti devastanti. Le abitazioni e le coltivazioni sono  molto vicino ai sistemi di irrigazione e vengono gravemente danneggiate o del tutto distrutte in seguito a piogge particolarmente prolungate e vigorose.

La Sicilia, una terra in ginocchio

In Italia, tanti terremoti, valanghe, alluvioni, non avrebbero provocato tante vittime se l’uomo non avesse apportato, negativamente, il proprio contribuito. Ultima vittima la Sicilia.

Colpita in questi giorni da alluvioni di potente intensità, conta adesso le sue vittime, tante, troppe. La nostra perla del Mediterraneo sta pagando un prezzo alto, troppo alto, quello per il quale non esiste risarcimento. Qui la vera emergenza è la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture.

L’Italia, da nord a sud, interamente vittima della mano spregiudicata dell’uomo?

Ma ci si può preparare ad un disastro ambientale?

Il più delle volte è difficile, se non impossibile, prevedere un disastro ambientale, ma molto si può fare per evitare danni e morti attraverso l’identificazione dei rischi e l’allerta precoce.

È fondamentale mettere in atto dei comportamenti tali da rallentare, almeno, questo tragico deterioramento ambientale. Essenziale iniziare da semplici comportamenti, per prevenire l’irreparabile.

Vediamo sommariamente come ridurre gli effetti di catastrofi legate ad eventi meteo climatici.

  • Limitare i gas serra per rallentare il riscaldamento globale: in tal modo è possibile evitare gli “eventi estremi” come le piogge torrenziali degli ultimi anni che hanno causato un disastro ambientale.
  • Adattarsi al cambiamento climatico ovvero convivere con esso senza subire passivamente.
  • Dare più spazio ai fiumi. Difficile, dopo aver costruito ovunque intorno case, capannoni industriali, attività agricole e quant’altro, ma necessario per rimediare agli errori urbanistici.
  • Manutenzione corretta e periodica degli argini nonché massima sorveglianza durante le piene. Regolare cura e pulizia dei fiumi, con particolare attenzione alla flora e alla fauna.
  • Bloccare lo sfruttamento del suolo: ridurre al minimo le aree cementificate o asfaltate. Città e paesi spropositamene urbanizzati aumentano la quantità d’acqua che va smaltita da canali e fiumi.
  • Dare una seria di informazione ai cittadini su cosa fare in caso di calamità, con un linguaggio semplice e chiaro. Informare i cittadini degli scenari conseguenti le alluvioni per non generare il panico.
  • Ridurre drasticamente le estrazioni di ghiaia dai fiumi e nelle loro vicinanze.
  • Ridurre i rischi, impossibile eliminarli del tutto. Difficile ammetterlo ma esistono dei limiti. Anche nel XXI secolo le navi possono affondare, gli aerei cadere e i fiumi sono lì per compiere il loro dovere: portare acqua verso il mare, secondo la via a loro più comoda.

Per un motivo o per un altro, dunque, i disastri ambientali sono fortemente aggravati dall’essere umano. Si costruisce in luoghi poco adeguati ed in modo irregolare. Non vengono attuate norme preventive, ci si ostina a voler sfruttare il territorio in modo esagerato e incosciente.

Si tenta di modificare l’ambiente costruendo dighe che deviano il corso naturale dei fiumi. Vengono costruite abitazioni vicino ai vulcani, in prossimità di mari e fiumi, sulla sommità di montagne o in fondo a valli. Si persevera nella costruzione di strutture in zone a rischio tsunami o sismico.

La natura è rimasta sempre fedele a se stessa. E l’uomo, cosa sta facendo l’uomo?

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