“L’uomo è ciò che mangia”.
Ludwig Feuerbach
Il simbolo d’italianità nel mondo è indiscutibilmente la pasta. Lunga o corta, spessa o fina, è entra ormai prepotentemente nel panorama gastronomico internazionale. Dogma della dieta mediterranea, oggi la produzione globale è arrivata a circa 15 milioni di tonnellate. Di queste, 3,2 sono lavorate da pastifici italiani, leader mondiali davanti a Stati Uniti, Turchia e Brasile. Tuttavia, la quantità di frumento duro raccolto nello stivale non è sufficiente a soddisfare la domanda interna. Si importa infatti quasi il 40% del grano utilizzato dall’industria pastaria.
Le grandi aziende del settore acquistano imponenti partite di frumento estero. Spesso sono provenienti da aree geografiche dove è ammesso, durante la coltivazione, l’utilizzo di sostanze pericolose e vietate dai regolamenti europei. La legislazione infatti, permette l’importazione di derrate extracomunitarie purché i residui dei composti proibiti, siano inferiori a certe soglie prestabilite. In uno scenario discutibile dal punto di vista salutistico, ci sono alcune realtà, che hanno scelto di adoperare solo semola derivante da grano duro 100% italiano.
C’è pasta e pasta…
L’abitante goloso e attento avrà così la possibilità di acquistare, degustare, assumere un prodotto realmente made in Italy. Una filosofia che il pastificio abruzzese Verrigni ha sposato da anni. Gran parte della materia prima viene prodotta in Abruzzo dall’Azienda Agricola di famiglia a Pineto e dall’Azienda Agricola Valentini a Loreto Aprutino. Una scelta con ragioni etiche e morali profonde. Inoltre permette di attribuire il giusto valore economico al frutto del lavoro agricolo, troppo spesso sottopagato.
L’Antico Pastificio Rosetano venne fondato da Luigi Verrigni nel 1898 con il nome “La Rosetana”. Il nipote Gaetano insieme alla moglie Francesca Petrei Castelli, hanno assunto il controllo del marchio nel 2008. Il connubio tra innovazione e tradizione ha portato l’azienda verso nuovi orizzonti. Gaetano Verrigni ha dedicato la sua vita lavorativa alla ricerca continua di traguardi sempre più ambiziosi. Arriva così ad inserire nel processo produttivo, la trafilatura in oro. Ancora oggi, Verrigni è l’unica industria pastaria nel mondo che adotta questo lussuoso metodo di lavorazione.
Una pasta di lussuosa: trafilatura in oro
Spaghettoro e Fusilloro sono le punte di diamante della collezione, l’impasto, attraversando l’oro, subisce in minima parte gli effetti dell’attrito. Ne deriva una pasta con maggior porosità e profumo rispetto alla classica trafilatura in bronzo. Qualità che negli anni, ha portato la sua diffusione in molti paesi esteri e ha suscitato l’interesse di chef acclamati, tanto da guadagnarsi il nome di “Sua Pastità Verrigni”. Lo stellato Moreno Cedroni ha saputo valorizzare magistralmente le proprietà di questa pasta, elaborando primi piatti di indiscussa classe e risonanza internazionale.
Il futuro è nella tradizione
Un altro argomento fortemente sentito dalla famiglia Verrigni è la sostenibilità agricola. L’azienda già negli anni settanta, mise in produzione una linea di pasta bio. Anticipando decisamente un trend che solo nell’ultimo decennio si è diffuso in Italia. All’inizio infatti, la collezione biologica aveva attratto principalmente il mercato estero, dove il tema salutistico e il rispetto della natura era già molto sentito.
Con l’aumento della domanda di prodotti salutari, Gaetano Verrigni ha deciso di spingersi oltre, introducendo anche la filosofia biodinamica. Un passo successivo al biologico: il rispetto delle fasi lunari, il rapporto tra bestiame e i campi, l’abolizione di pesticidi e concimi da sintesi chimica, hanno permesso al pastificio di ricevere la certificazione Demeter. marchio garante di prodotti provenienti da agricoltura biodinamica. Il pastificio Verrigni è un’eccellenza italiana da raccontar e far conoscere. In tal modo il consumatore potrà scegliere prodotti alimentari sempre più trasparenti, con una filiera chiara e sicura.
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Di Edoardo Tardioli