Unesco Italia: Alla scoperta delle città Tardo Barocche del Val di Noto

Val di Noto|Val di Noto

Nel 2002, entrano a far parte della Lista dei Beni Patrimonio UNESCO le città tardo Barocche del Val di Noto, collocandosi al 36esimo posto. Sono otto le città dall’alto valore architettonico e artistico e comprendono le siciliane: Caltagirone, Catania, Militello Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli.

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Val di Noto: il Patrimonio dell’Umanità nelle sue città tardo barocche

Le otto città comprese sotto il distretto del Val di Noto, o Vallo di Noto, dichiarate Patrimonio UNESCO, si trovano nella parte orientale della Sicilia e sono:

  1. Catania
  2. Caltagirone
  3. Modica
  4. Militello Val di Catania
  5. Noto
  6. Palazzolo Acreide
  7. Scicli
  8. Ragusa.

Ai tempi della dominazione araba, Noto era il centro amministrativo fra le città.

In seguito ad un devastante terremoto, avvenuto nel 1693, interi centri urbani sono stati rasi al suolo, cambiando completamente l’assetto urbanistico.

La ricostruzione delle aree sull’Isola è stata pensata in chiave architettonica tardo barocca, andando a costituire un vera arte rappresentativa delle edificazioni dell’area siciliana.

Per questo, rappresentano lo stile Barocco in Europa. Nello specifico, le opere architettoniche ed artistiche, post-sismiche, riguardano in misura differente le città.

Difatti, coprono tre interi centri storici, quali Noto, Ragusa e Caltagirone, mentre solo alcune specifiche aree urbane di Catania e Scicli. Infine, di Modica, Militello Val di Catania e Palazzolo, solo alcuni monumenti.

Catania è stata ricostruita sul sito della città originale mentre altre sono state ricostruite su nuovi siti.

I centri di Modica e Scicli si ricostruirono nelle zone vicine, già urbanizzate. Mentre per Caltagirone si vide solo una riparazione dell’area. Infine, Ragusa e Palazzolo videro l’innalzarsi di nuovi centri urbani, affiancando quelli antichi.

Ciò che caratterizza l’assetto architettonico, è rappresentato dagli eleganti palazzi nel particolare stile. Le facciate intarsiate e i lussuosi interni, anche delle Cattedrali e Chiese. Questo stile viene anche denominato “Barocco del Val di Noto”.

Interessante notare le differenze fra le costruzioni delle diverse città, in quanto realizzate con diversi materiali, che donano agli edifici colori e aspetti differenti.

Val di Noto
Alla scoperta delle città Tardo Barocche del Val di Noto – Di Lia Sanz shutterstock

Criteri d’inserimento nella World Heritage List UNESCO

La nascita di questo stile tardo Barocco, rappresentativo delle città comprese nel Val di Noto, ha decretato l’intero sito come Patrimonio dell’Umanità nel 2002, perché:

  1. questo gruppo di città della Sicilia sud-orientale fornisce rimarchevole testimonianza dell’esuberante genialità espressa nell’arte e nell’architettura del tardo barocco.
  2. Le città del Val di Noto rappresentano l’apice e la fioritura finale dell’arte barocca in Europa.
  3. L’eccezionale qualità dell’arte e dell’architettura del tardo barocco del Val di Noto si fonda sulla sua omogeneità geografica e cronologica. Nonché sulla sua abbondanza, risultato della ricostruzione dopo il terremoto che distrusse l’area nel 1693.
  4. Le otto città della Sicilia sud-orientale incluse nell’iscrizione, caratteristiche del modello di insediamento e delle forme di urbanizzazione dell’area, sono costantemente soggette al rischio di terremoti e delle eruzioni dell’Etna.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Nella città di Modica, famosa anche per il suo cioccolato, si trova il Duomo di San Giorgio, il quale è composto da 5 navate divise da 22 colonne con capitelli corinzi. All’esterno, si trova un’enorme scalinata composta da 250 scalini, realizzata nel 1818.
  • La vecchia cittadina di Palazzolo Acreide aveva origini antichissime, del 664 a.C. e prendeva il nome di Akrai.
  • Il Comune di Noto si estende su 554,99 km² di superficie, ed è il più grande Comune della Sicilia, oltre ad essere il quarto d’Italia. Ospita 23.816 abitanti (dati ISTAT 2021). Noto è sede episcopale ed è definita la “Capitale del Barocco”.

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