Un nuovo progetto per utilizzare le ceneri dell’Etna per la bioedilizia

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Il famoso vulcano siciliano, nuovamente attivo proprio in questi giorni, continua a sorprendere. Grazie al progetto Reucet (recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee) l’Università di Catania ha individuato le potenzialità di recupero e riuso delle ceneri dell’Etna per la bioedilizia.

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Ceneri dell’Etna per la bioedilizia: lo studio

Paolo Roccaro, ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) all’Università degli Studi di Catania e colleghi, hanno affrontato il problema del recupero delle ceneri vulcaniche etnee.

Lo studio ha coinvolto diversi gruppi di ricerca. Questi sono stati coordinati dai professori Salvatore Damiano Cafiso, Loredana Contrafatto, Ernesto Motta e Federico Vagliasindi del Dica, Antonino Pezzino e Marco Viccaro del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali e Enrico Ciliberto del Dipartimento di Scienze Chimiche.

È stato quindi studiato l’utilizzo della cenere in processi e delle tecniche di produzione già esistenti per le piccole e medie imprese del territorio. Si è parlato dell’impiego nel calcestruzzo, nelle malte e negli intonaci fino alla realizzazione di prodotti laterizi tradizionali e per opere con finalità di riduzione dell’inquinamento.

I risultati nell’utilizzo delle ceneri dell’Etna per la bioedilizia

La composizione delle ceneri le rende ricche di ioni fluoruro e solfato che riducono le proprietà di adesione con altri materiali. Ciò le rende di difficile utilizzo per l’impiego nelle opere civili. Tuttavia, si è potuto constatare che le ceneri vulcaniche, pur presentando problemi dovuti alla fragilità dei grani, se stabilizzate e messe in opera con opportuni accorgimenti potrebbero essere impiegate nell’edilizia.

I provini di calcestruzzo realizzati con cenere lavata hanno mostrato resistenze a compressione e flessione. Quelli realizzati con ceneri non lavate invece, hanno mostrato risultati di resistenza inferiori. I materiali bioedili prodotti con le ceneri vulcaniche infine, risultano più leggeri di circa il 20%. Questo aspetto non è da trascurare nell’edilizia, non solo per la messa in opera, ma anche per il trasporto e le spese connesse.

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Un nuovo progetto per utilizzare le ceneri dell’Etna per la bioedilizia – Shutterstock1733047871 di CarpenterPhoto

Verso una gestione più sostenibile del settore edile

Le conclusioni dello studio permettono di valutare l’uso delle ceneri vulcaniche nei settori produttivi, con particolare riferimento al settore civile e ambientale. La cenere vulcanica etnea presenta proprietà di isolamento termico dovute all’elevata porosità. Queste la rendono molto performante per la produzione di malte e intonaci alleggeriti e isolanti. Presenta comunque alcuni limiti applicativi, come la necessità di pre-lavaggio per il confezionamento di calcestruzzo strutturale.

Il generale, il recupero e la valorizzazione delle ceneri vulcaniche etnee per applicazioni individuate dal progetto Reucet porterebbe a notevoli vantaggi per il settore produttivo con ripercussioni anche di carattere economico e occupazionale.

Smaltire la cenere di legna e pellet

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • I ricercatori dell’Università di Catania hanno anche evidenziato la necessità di intervenire sulla normativa vigente, per valorizzare il recupero delle ceneri vulcaniche etnee e prevedere risorse economiche dedicate. Infatti, a oggi, le ceneri vulcaniche etnee, a seguito di alcune ordinanze, vengono classificate come rifiuto, con costo di smaltimento di circa 120€ per tonnellata. Tali costi, si aggiungono a quelli della raccolta delle ceneri dalle strade (diverse centinaia di migliaia di euro).

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