Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza

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Sambuca di Sicilia, Borgo dei Borghi 2016, nella terza settimana di maggio il tempo si ferma, per dar modo agli abitanti del posto di pregare e festeggiare la loro Santa Patrona Maria Santissima dell’Udienza.

La scultura in marmo raffigurante la Madonna dell’Udienza che tiene tra le braccia il Bambin Gesù, risale al 1500. A realizzarla fu lo scultore rinascimentale Antonello Gagini. Alcune famiglie mazaresi la portarono a Sambuca di Sicilia, nei terreni su cui sorgeva la torre Cellaro e rimase nascosta per tanti anni nell’intercapedine di un forno della torre. Un contadino sambucese la ritrovò nel 1575 e, dopo il miracolo della guarigione dalla peste, il simulacro ogni anno viene portato in processione per le vie del paese su una vara lignea realizzata da artisti siciliani.

Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza
Scultura in marmo raffigurante la Madonna dell’Udienza – Sambuca di Sicilia

Fede, devozione, leggenda e tradizione

Fede, devozione, leggenda e tradizione si legano al culto della Madonna dell’Udienza di Sambuca di Sicilia. Il forte sentimento di fede mariano ha origini antichissime, risalenti al XVI secolo. Tale forte devozione è giunta fino ai giorni d’oggi. I segni del grande attaccamento a Maria Santissima dell’Udienza si percepiscono in ogni angolo del paesello. Si narra che un contadino del piccolo borgo di Sambuca di Sicilia, andò a raccogliere della verdura sulla montagna di San Giovanni per preparare una minestra. Nel prostrarsi per prendere della cicoria, scoprì tra i cespugli la statua di una Madonna. Sceso a Sambuca ne diede notizia cosicché si decise di portare la statua marmorea in paese e collocarla nella Badia di Santa Caterina. Giunti in prossimità della chiesa del Carmine, però, i buoi che trainavano il carro non si mossero più. Allora il simulacro prese posto in quella chiesa.

Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza
shutterstock Di Simone Padovani

In quel periodo Sambuca era dilaniata dalla peste. I contadini sambucesi, disperati ed esausti, nella speranza che la Madonna facesse loro il miracolo della guarigione, decisero di prelevare la statua mariana per condurla attraverso il quartiere dell’Infermeria, dove i lebbrosi trovavano rifugio. La Madonna diede udienza, ascolto, alle preghiere dei sambucesi, salvandoli dalla pestilenza. Da allora, si decise che ogni anno la Madonna dell’Udienza avrebbe attraversato le vie del paese e il quartiere Infermeria, dove avvenne il miracolo. Ancora oggi vige questa tradizione.

I giorni della festa tra sacro e profano

La patrona di Sambuca di Sicilia viene celebrata nel mese di maggio. Dopo un ottavario di preghiera e pellegrinaggi con candela accesa tra le mani e piedi scalzi, la terza domenica di maggio, tra canti religiosi e popolari, la Madonna scende dalla nicchia della chiesa del Carmine in cui è posta e viene sistemata sulla vara che la porterà in processione.

Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza
Discesa del simulacro della Madonna dell’Udienza dalla nicchia della Chiesa del Carmine – per gentile concessione di Giuseppe Cacioppo

La stessa sera ha luogo una secolare e commovente processione del simulacro lungo le principali vie del centro storico. I componenti della confraternita portano a spalla la statua di Maria Santissima dell’Udienza. Durante la notte il simulacro si ferma sotto le undici corone che rappresentano i diversi quartieri del borgo: un momento in cui i fratelli che trasportano la vara possono rifocillarsi ed ammirare gli immancabili e splendidi fuochi d’artificio. La processione si protrae fino all’alba del lunedì. Ma ecco come il sacro si mescola al profano: sbandieratori, concerti di bande musicali, mostre, degustazioni di prodotti tipici, giochi pirotecnici e luminarie notturne arricchiscono i giorni della festa dedicati a Maria.

Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza
Luminarie notturne – per gentile concessione di Giuseppe Cacioppo
Sambuca di Sicilia e la devozione alla Madonna dell’Udienza
Per gentile concessione di Giuseppe Cacioppo

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