Tassa rifiuti casa: quando deve essere pagata la Tari?

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Tassa rifiuti casa: la Tari è la tassa sui rifiuti da pagare al Comune di appartenenza per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ma quando deve essere pagata la Tari?

Tassa rifiuti casa: quando deve essere pagata la Tari

La Tari è il tributo dovuto per finanziare i costi di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e deve essere pagata anche da chi vive in affitto. La tassa sulla spazzatura deve essere pagata dunque da coloro i quali, a qualsiasi titolo, detengono o risultano possessori di immobili. Si tratta di immobili adibiti a qualsiasi tipo di utilizzo, pertanto in grado di produrre rifiuti urbani.

La Tari non è dovuta per le aree comuni condominiali.

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Cosa succede per le case non abitate e inagibili?

La Tari non deve essere pagata per le abitazioni che non possono produrre rifiuti. Dunque non deve essere pagata per gli immobili inagibili e inabitati, e quindi non utilizzati.

Alcuni Comuni applicano l’esenzione anche alle abitazioni non usate per scelta di chi le possiede. Per essere esonerati dal versamento del tributo, va dimostrato però che l’immobile non possieda arredi e non disponga di nessuna utenza. La mancanza di allacciamenti può essere provata attraverso documentazione, ottenendo, in tal modo, la cancellazione della tassa. Per verificare, invece, l’assenza di arredi, il Comune dovrebbe procedere con l’ispezione del locale.

Come si calcola la Tari e quali sono le riduzioni previste

La tassa sui rifiuti viene calcolata in base alla superficie dei locali e delle aree oggetto del tributo. Il calcolo della Tari tiene conto non solo della quantità ma anche della qualità media ordinaria dei rifiuti prodotti per unità di superficie in base sia all’uso che di queste aree viene fatto, sia alle tipologie di attività che vengono svolte.

Sono altresì previste delle riduzioni nelle zone dove non viene effettuata la raccolta, in caso di mancato o interrotto svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti o nel caso in cui venga svolto in grave violazione della disciplina di riferimento. In caso di raccolta differenziata per le utenze domestiche, la riduzione della Tari avviene sulla base di una variabile stabilita dal Comune.

I singoli Comuni possono prevedere ulteriori facoltative riduzioni riguardanti le abitazioni con un unico occupante; abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro utilizzo limitato e discontinuo; abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano dimora, per un periodo che supera i 6 mesi annui, all’estero; fabbricati rurali ad uso abitativo.

I casi di esenzione

L’esenzione dalla Tari è ammessa per le parti condominiali, non utilizzate in via esclusiva, come ad esempio l’androne o le scale di accesso, cortili, locali che non risultano detenuti o occupati in via esclusiva; i locali in cui l’impossibilità di produrre rifiuti in maniera autonoma risulta oggettiva come solai e cantine; in genere i locali in cui non è possibile produrre rifiuti.

Utenze domestiche dei non residenti

Il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittimo un regolamento comunale che fissava per le utenze domestiche dei non residenti, delle tariffe più alte. La tassa sui rifiuti è infatti finalizzata a consentire la copertura dei costi del servizio, ne consegue che i Comuni non possono determinare le tariffe in libertà, generando disparità tra categorie di superfici tassabili potenzialmente omogenee. Ad esempio, in una località turistica balneare, i non residenti sono perlopiù assenti per gran parte dell’anno: sarebbe paradossale far pagar loro un tributo maggiore rispetto ai residenti che invece producono più rifiuti. Il criterio di calcolo deve dunque rispettare la proporzionalità.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu? 

  • Secondo un sondaggio condotto da ManoMano.it, gli italiani considerano la riduzione dell’impatto ambientale prioritaria, al pari dell’incremento delle soluzioni innovative per l’autosufficienza energetica, dei materiali da costruzione ecologici e degli spazi verdi. Tre italiani su quattro ritengono fondamentale che la casa del 2050 sia completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Per costruirla nel segno della sostenibilità, non si potrà fare a meno di energie rinnovabili (indicati da 85 persone su 100), pannelli solari, materiali edili ad hoc e raccolta differenziata.

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