Secondo l’intervento della Corte dei conti, il Superbonus 110% è servito per aiutare e favorire soltanto i proprietari più ricchi. Ecco cosa sapere a riguardo.
La Corte dei Conti si è espressa, in occasione dell’audizione della commissione Finanze, in merito agli strumenti di incentivazione fiscale, soffermandosi in particolar modo sul Superbonus 110%. Ecco cosa è emerso a riguardo.
Le considerazioni della Corte dei Conti in merito al Superbonus 110%
Da quanto emerso dopo l’osservazione e analisi approfondita dei giudici contabili, il Superbonus oltre ad aver avuto un prezzo eccessivo, ha coinvolto soltanto un numero limitato di immobili. Si pensi, addirittura, che, a differenza dei progetti e obiettivi iniziali, il bonus ha incentivato la realizzazione di villette, così da favorire i più ricchi. Parlando di dati, la Corte dei conti ha evidenziato come, per coprire le 626 spese, ha portato un impiego finanziario di oltre 82 miliardi di euro.
Cosa è emerso dai dati?
I giudici contabili, inoltre, hanno evidenziato come “le ingenti risorse destinate all’efficienza energetica con il Superbonus hanno fino ad ora permesso di intervenire su meno di 400 mila immobili, una quota notevolmente ridotta rispetto ai 57 milioni di unità immobiliari e ai circa 20 milioni di abitazioni principali esistenti nel nostro Paese“.
La situazione si aggrava ancor di più se si pensa che l’importo per gli investimenti da superbonus ha raggiunto nel 2023 ben 65 miliardi di euro.
“Anche a fronte di una forte riduzione dei flussi annuali, le rate di compensazione nei prossimi anni avranno un impatto non trascurabile e ancora non del tutto quantificabile sulle entrate fiscali.” (…) “L’Istat ha proceduto a una revisione dei deficit tra il 2020 e il 2022 per l’entità dei crediti maturati, modificando il rapporto deficit/Pil di diversi punti (dal 9,5 al 9,7 nel 2020, da 7,2 a 9,0 nel 2021 e da 5,6 a 8 nel 2022)“.