Stufe a pellet senza canna fumaria: cosa sono e come funzionano

Stufe a pellet senza canna fumaria|Stufe a pellet senza canna fumaria|Stufe a pellet senza canna fumaria

Sempre più presenti nelle case degli italiani e oggi disponibili in una nuova versione. Vediamo cosa sono e come funzionano le stufe a pellet senza canna fumaria.

La recente crisi climatica e il conseguente rincaro del gas comporterà per gli italiani, e non solo, una spesa importante per il riscaldamento di casa. Un’alternativa potrebbe essere quella di optare per dispositivi diversamente alimentati. Ne sono un esempio le stufe a pellet senza canna fumaria, vediamo cosa sono nel dettaglio e come funzionano. 

Stufe a pellet senza canna fumaria: cosa sono

Innanzitutto è bene chiarire che la dicitura “senza canna fumaria” non significa che non sia presente alcun tubo di scarico. Ciò a cui si fa riferimento è il fatto che, per questa tipologia di stufe, è prevista solo l’installazione di un tubo di 8 centimetri con fungo terminale che sporgerà dal muro. Questo è importante perché anche le stufe a pellet senza canna fumaria emettono comunque dei fumi che vanno in qualche modo evacuati. Perciò canna fumaria e scarico fumi, sebbene possano sembrare sinonimi, in realtà hanno significati differenti. I vantaggi nello scegliere la tipologia cosiddetta priva di canna fumaria sono due: possibilità di posizionare la stufa in qualsiasi stanza della casa e la facile installazione della stessa. 

Stufe a pellet senza canna fumaria
Stufe a pellet senza canna fumaria: cosa sono e come funzionano – PIXABAY

Come funzionano le stufe a pellet senza canna fumaria

Il funzionamento di base delle stufe a pellet è uguale sia per quelle dotate di canna fumaria sia per quelle che, invece, ne sono prive. Il combustibile da usare è il pellet, ovvero dei piccoli cilindri di legno compresso. Questo viene messo in un apposito serbatoio, con una capacità variabile dai 15 ai 25 chilogrammi, dal quale l’apparecchio preleverà automaticamente il quantitativo necessario. Così attraverso una struttura, chiamata coclea, il pellet finisce all’interno della camera di combustione dove viene appunto bruciato. Qui le temperature raggiunte sono elevatissime e si attestano dai 200 ai 300 gradi centigradi a seconda della potenza della stufa. In questa fase di combustione inevitabilmente vengono prodotti qui fumi, precedentemente citati, che dovranno essere trasportati all’esterno.

Stufe a pellet senza canna fumaria
Stufe a pellet senza canna fumaria: cosa sono e come funzionano – SHUTTERSTOCK

Riscaldare la propria casa rispettando l’ambiente

Le aziende produttrici di stufe a pellet tendono a pubblicizzare il carattere ecologico di tale apparecchio. Ci sono dati a sostegno del fatto che, se confrontate con i classici metodi di riscaldamento, quello a pellet risulta in effetti più rispettoso dell’ambiente. In tal senso è però importante non solo dotarsi di questa tipologia di stufe ma sincerarsi del fatto che il materiale di combustione acquistato provenga effettivamente da foreste gestite in maniera sostenibile al contempo che non arrivi da troppo lontano. Perciò è bene che il pellet non derivi dalla distruzione indiscriminata dei boschi e non venga trasportato per lunghe distanze comportando l’emissione di grandi quantità di sostanze inquinanti.

Quali tipologie di stufe senza canna fumaria esistono?

Oltre alle stufe alimentate a pellet, sopra esposte, in commercio è possibile trovare diverse soluzioni senza canna fumaria. La differenza è data sostanzialmente dal combustibile impiegato, in base a questo ci saranno stufe alimentate a:

  • legna
  • gas
  • bioetanolo
  • petrolio
  • metano.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha di recente pubblicato un report sui consumi energetici in Italia. Il 98,6% delle famiglie italiane possiede impianti o apparecchi per riscaldare la propria abitazione. Di questi il 65,6% ha un impianto autonomo, il 17,2% ha apparecchi singoli e il restante 17,2% impianti centralizzati. Il 78,5% delle famiglie ha dichiarato di accendere il riscaldamento quasi tutti i giorni durante la stagione invernale. Il 13,2% lo accende qualche giorno a settimana e il 3,2% solo qualche giorno al mese Infine vi è un 5,1% che dichiara di usarlo solo occasionalmente o addirittura mai. Inoltre la media giornaliera, in termini di ore, di accensione del riscaldamento è pari a 10 ore e 25 minuti al Nord; 7 ore e 18 minuti al Centro e6 ore e 34 minuti nel Mezzogiorno. 

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