L’inverno è alle porte, che tipo di riscaldamento scegliere per la propria abitazione? Parliamo della stufa pirolitica, quali sono le caratteristiche, il prezzo, i vantaggi e gli svantaggi.
La stufa pirolitica è una vera e propria innovazione nell’ambito del riscaldamento domestico. Il suo funzionamento è basato su un processo chiamato pirolisi. Con tale termine si intende una reazione termochimica in grado di generare calore. Nel dettaglio biomasse vengono riscaldate in un contenitore a temperature molto elevate (dai 300 ai 400 gradi centigradi) e in assenza di ossigeno, ciò produce tanto calore e una quantità minima di sostanze di scarto quali per esempio gas o carbone vegetale. Ma vediamo nello specifico tutto ciò che c’è da sapere si queste stufe.
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Com’è fatta una stufa pirolitica?
Una stufa pirolitica presenta di base una struttura molto semplice. Questa è costituita dai seguenti elementi fondamentali:
- contenitore che conterrà la biomassa che funge da combustibile, questo è realizzato con materiali che sono ovviamente adatti a resistere a temperature elevate;
- tubo di acciaio;
- coperchio che isola il combustibile ed evitare, quindi, che l’ossigeno entri assicurando così che la reazione avvenga in assenza di tale molecola;
- foro, posto alla base della stufa, per una corretta aerazione.
I vantaggi di questo sistema di riscaldamento domestico
I vantaggi nell’utilizzo di tale tipologia di stufa in casa propria sono molteplici e sono riassunti nel seguente elenco:
- semplicità di utilizzo, l’installazione di questa stufa è davvero molto semplice e non richiede grandi lavori di manutenzione, difatti coloro che hanno un minimo di pratica nel fai-da-te possono anche pensare di installarla da sé senza la necessità di chiamare un tecnico specializzato;
- efficienza energetica, una stufa pirolitica oltre a usare il combustibile brucia anche una importante quota del gas di scarto prodotto, questo aumenta notevolmente la sua efficienza;
- sostenibilità, le emissioni di gas di scarto per questa tipologia di stufa sono molto più basse rispetto a una stufa comune, ciò la rende un prodotto sicuramente più ecologico e sostenibile;
- sicurezza, questa stufa può essere definita sicura poiché non necessità di alcun collegamento all’energia elettrica e neanche di una canna fumaria;
- bassi costi, se confrontata con le altre tipologie di stufa questa è decisamente più economica, inoltre il fatto che non si collega alla rete elettrica comporta un ulteriore risparmio.
Quali sono invece gli svantaggi?
Gli svantaggi sono nettamente inferiori rispetto ai vantaggi e sono da imputare al fatto che questa tipologia di stufa ha preso poco piede nel mercato. Il principale svantaggio è dato dal fatto che al momento le stufe pirolitiche sono disponibile solo nella versione per esterno oppure nei formati utili da campeggio. I modelli da interno sono ancora pochi e per questo più costosi.
Quanto costa una stufa pirolitica?
Innanzitutto è bene precisare che il prezzo dipende in gran parte dalla grandezza della stufa e dalla sua destinazione. Nel caso di piccole stufe da esterno il prezzo di partenza è di 100 euro, mentre per i pochi modelli da interno presenti sul mercato il costo è ancora abbastanza elevato e può arrivare anche ai 2000 euro.
Che differenza c’è tra una stufa tradizionale e una stufa pirolitica?
La differenza tra una stufa pirolitica e una tradizionale è data dal fatto che la prima, oltre a “bruciare” il combustibile a disposizione, “brucia” anche il gas di scarto prodotto. Questo da una parte riduce la quota di scarto e dall’altro aumenta l’efficienza del sistema stesso di riscaldamento. In una stufa tradizionale, come per esempio quelle alimentate con legna o pellet, invece, il gas di scarto prodotto viene immesso ed eliminato mediante un’apposita canna fumaria e la quota “bruciata” è molto bassa. Si stima che rispetto a una stufa tradizionale in una pirolitica la combustione sia incrementata di oltre il 200%.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo E tu?
- Secondo i dati raccolti mediante un sondaggio condotto da Eurostat i sistemi di riscaldamento preferiti dalla maggior parte degli italiani, ovvero per il 64,8% di essi, sono ancora quelli a gas o petrolio. Per il 27,4% vengono preferiti quelli alimentati a legna come camini e stufe. Il 5,3%, per riscaldare a propria abitazione, sfrutta le energie rinnovabili quali pompe di calore e pannelli fotovoltaici. Infine il 2,2% degli italiani impiega sistemi elettrici come i termoconvettori.
- Sempre secondo quanto risultato dalla ricerca Eurostat gli italiani sono risultati essere dei grandi risparmiatori per quanto riguarda i costi legati alla propria casa. Difatti in Italia a tale scopo si spende il 23,8% della spesa complessiva contro la media europea che è pari al 24,4%.
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