Il problema di accesso alla casa e i Social Housing in Italia
I social housing in Italia che hanno l’obiettivo di porre fine alla crisi relativa alla questione abitativa che vede un crescente aumento del problema di accesso alla casa, sono tanti. Anche tutti i Paesi dell’Unione Europea, per migliorare la qualità della vita di tutti quei soggetti in gravi condizioni di disagio abitativo, hanno messo in atto una serie di agevolazioni a favore dell’abitare sociale.
Le cause del crescente disagio abitativo
Le principali cause del crescente disagio abitativo risiedono nelle attuali variazioni demografiche, come i flussi migratori, i processi di autonomia abitativa dei giovani e l’aumento della longevità. Tuttavia, anche le comuni difficoltà economiche dei nuovi nuclei familiari e il numero sempre più alto di persone sole costrette ad una precarietà lavorativa, o disoccupate, hanno modificato la domanda di abitazioni, sia in termini quantitativi, che qualitativi. Principalmente a causa dell’affordability, ovvero della capacità, o meglio attuale incapacità, sulla base del reddito disponibile, a sostenere la spesa per un alloggio dignitoso.
Pertanto, in ogni Paese UE, dove il tema della casa è di primaria importanza, sono state implementate diverse politiche per far fronte a questo nuovo fabbisogno, basate in ogni caso, su modelli innovativi finalizzati all’housing sociale.
Il Social Housing come risposta alla crisi abitativa
Il Social Housing è un tema caldo e di particolare interesse in tutta Europa, Italia compresa. Infatti, rappresenta non solo una valida risposta alla crisi abitativa contemporanea che colpisce giovani, anziani e nuove famiglie, infatti, favorisce anche la socialità, la condivisione e uno stile di vita sostenibile. Una forma di abitazione che, oltre a risolvere le difficoltà economiche di molte persone, favorisce il loro incontro.
I progetti di Social Housing in Europa
La Commissione Europea definisce che i progetti di Social Housing hanno lo scopo di affittare o vendere abitazioni a prezzi accessibili a persone che si trovano, in quel momento, in diverse condizioni di disagio o difficoltà, anche temporanee. Tuttavia, analizzando le politiche implementate dai singoli Paesi, sono riconoscibili due approcci alla questione abitativa:
- il modello universalistico, dove il soggetto pubblico è tenuto a garantire un’abitazione dignitosa e accessibile all’intera popolazione;
- il modello targeted, dove l’intervento pubblico è previsto solo in favore di quelle famiglie per le quali il mercato non è in grado di provvedere ad un’abitazione dignitosa a prezzi accessibili.
I modelli spaziano tra le iniziative private ad affitto moderato, tipiche in Francia, alla residenza condivisa in Danimarca, all’alloggio pubblico in Svezia, al sistema di sussidi in diretti da parte del settore pubblico a favore di quello privato in Germania, alla residenza protetta in Spagna. In qualsiasi caso, spesso implicano grandi interventi di manutenzione favorendo la nascita di un sistema di servizi a disposizione dei residenti.
Inoltre, i progetti di Social Housing più innovativi, includono anche obiettivi di sostenibilità ed efficienza energetica, promuovendo l’utilizzo condiviso di spazi come quello dedicato alla lavanderia. Caratteristiche che distinguono queste iniziative da quelle dell’edilizia popolare destinata a una determinata fascia di popolazione che rientra in una certa soglia di reddito.
Quali sono i migliori Social Housing in Italia?
Tra le fasce di popolazione maggiormente interessate dal fenomeno social housing ci sono i giovani, tra i 18 e i 34 anni, gli anziani e le famiglie monoparentali. Ecco i migliori Social Housing in Italia, in grado di aiutare questo target di popolazione.
I migliori Social Housing di Bologna: Porto 15 e Residence Gandhi
Porto 15 è una residenza collaborativa per giovani under 35, nata da un’iniziativa interamente pubblica, frutto del recupero e successiva assegnazione a canone concordato di 18 alloggi all’interno di uno stabile di proprietà della Città di Bologna previa candidatura. Il palazzo è situato nel centro storico della città e dispone di spazi comuni a disposizione dei coabitanti, con l’obiettivo di sperimentare una nuova forma di abitare collaborativo.
Residence Gandhi. È un progetto di transizione abitativa per famiglie italiane e straniere che vivono una situazione di difficoltà economica e abitativa Città di Bologna. Il progetto è costituito da 12 unità abitative, un’area destinata agli spazi comuni e può ospitare massimo cinquanta persone.
MeglioMilano: il progetto di abitare collaborativo tra residenti e giovani fuori sede
Visto il crescente numero di studenti fuori sede e il progressivo aumento del costo degli affitti il progetto Prendi in casa uno studente di MeglioMilano, nato nel 2004 unisce due esigenze diverse ma fortemente compatibili. Basti pensare che sono circa 320.000, gli over 65 residenti a Milano in buona salute a vivere in casa troppo ampie per le proprie esigenze. Quelli che aderiscono al progetto sono disposti ad ospitare gli studenti iscritti ai principali atenei milanesi e i giovani lavoratori a prezzi realmente simbolici.
To Housing: a Torino il primo Social Housing per persone LGBT
To Housing è il primo progetto di Social Housing rivolto all’accoglienza di persone LGBT tra i 18 e 26 anni in grave difficoltà allontanati dalle famiglie all’interno di 5 abitazioni di proprietà ATC.
Cohousing Roma: la rete per chi desidera vivere in Co-Housing
Cohousing Roma è un’associazione che mette in contatto tutti coloro che vorrebbero vivere in cohousing nella città di Roma e provincia. Il modello si basa su un vicinato elettivo e una progettazione partecipata. Infatti, l’associazione è aperta a curiosi e interessati a cambiare in meglio la propria vita quotidiana e condominiale, grazie per esempio, alla condivisione delle spese in comune e in generale su uno stile di vita basato sull’aiuto reciproco e sulla volontà di mettere in compartecipazione competenze e tempo.
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