Il Legame tra SLA e smog è reale: la scienza scopre come le polveri sottili danneggiano il cervello

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Gli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute sono purtroppo ben documentati e in costante aumento. L’uso intensivo di autovetture, i fumi industriali, e fenomeni accidentali come gli incendi boschivi sono ormai riconosciuti come cause principali di malattie cardiache, polmonari, ictus e vari tipi di cancro. Tuttavia, nuove ricerche stanno aggiungendo ulteriori preoccupazioni a questo elenco, indicando che lo smog potrebbe essere in grado di raggiungere il nostro cervello e provocare danni paragonabili a quelli osservati nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Cosa sapere sul rapporto SLA e inquinamento?

Un recente studio dell’Università Federico II di Napoli, parte del vasto progetto Mnesys, ha portato alla luce che le particelle di inquinamento atmosferico più minuscole, come il PM0.1 e il NP20, possono indurre la disfunzione e la disregolazione di proteine essenziali per la sopravvivenza neuronale, proteine che sono direttamente collegate alla SLA. Questa scoperta rappresenta un passo significativo nella comprensione di come l’esposizione a inquinanti possa influenzare il sistema nervoso centrale, contribuendo allo sviluppo di malattie neurodegenerative.

SLA e inquinamento: l’impatto dello smog sulla salute è un problema crescente

La crescente preoccupazione per l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti sulla salute è supportata da numerosi studi e rapporti. Secondo l’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente, solo nel 2021 la pessima qualità dell’aria inquinata dalle polveri sottili ha causato oltre mezzo milione di morti in Europa. Questo dato allarmante mette in evidenza la necessità di affrontare in modo più aggressivo le fonti di inquinamento. Gli esperti hanno da tempo incluso la neurodegenerazione tra i possibili effetti negativi dello smog sull’organismo umano, ma fino a oggi i meccanismi alla base di questa connessione non erano ben compresi.

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Le particelle sottili e la sclerosi laterale amiotrofica: nuove evidenze

Lo studio condotto dal team di ricerca napoletano nell’ambito del progetto Mnesys ha fatto luce sui meccanismi molecolari che collegano l’esposizione all’inquinamento atmosferico alla sclerosi laterale amiotrofica. Esaminando le conseguenze dell’esposizione alle particelle sottili, i ricercatori hanno scoperto che queste particelle possono penetrare nel sistema nervoso centrale e danneggiare i neuroni deputati al controllo diretto o indiretto dei muscoli. Questa scoperta conferma il sospetto che particelle come il PM0.1 e il NP20 siano in grado di causare una forma di neurodegenerazione simile a quella che caratterizza la SLA, malattia nota per colpire i motoneuroni e portare a una progressiva paralisi.

Meccanismi di neurodegenerazione: come lo smog colpisce il cervello

Indagando i meccanismi alla base della neurodegenerazione associata all’inquinamento atmosferico, i ricercatori hanno osservato che le particelle sottili causano la disfunzione di proteine chiave per la sopravvivenza neuronale. Queste proteine, essenziali per il corretto funzionamento dei neuroni, quando alterate, portano alla morte delle cellule neuronali. Le particelle come PM0.1 e NP20 non solo penetrano nel cervello, ma interagiscono anche con i motoneuroni, causando una cascata di eventi molecolari che porta alla perdita di questi neuroni cruciali per il movimento muscolare. Questa nuova comprensione dei meccanismi molecolari offre una spiegazione chiara di come lo smog possa contribuire allo sviluppo della SLA e sottolinea l’importanza di misure per ridurre l’esposizione a inquinanti atmosferici.

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Le implicazioni per la salute pubblica e le politiche ambientali

Le scoperte del progetto Mnesys hanno importanti implicazioni per la salute pubblica e le politiche ambientali. La conferma che le polveri sottili possono causare danni cerebrali simili a quelli osservati nella SLA sottolinea l’urgenza di migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane e industriali. Misure per ridurre l’emissione di particelle ultrafini, come il PM0.1 e il NP20, diventano quindi essenziali per proteggere la salute della popolazione. Le autorità dovrebbero adottare regolamenti più severi sulle emissioni e promuovere l’uso di tecnologie più pulite e sostenibili per ridurre l’inquinamento atmosferico.

In conclusione, il legame tra inquinamento atmosferico e sclerosi laterale amiotrofica è ora più chiaro grazie alle recenti ricerche che hanno identificato i meccanismi attraverso cui le particelle sottili possono causare danni neuronali. Questa conoscenza offre una nuova prospettiva sulla necessità di affrontare il problema dell’inquinamento per prevenire malattie neurodegenerative e migliorare la salute pubblica.

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