Secondo la sentenza 909/2020 emessa dal Tar di Salerno, gli scantinati possono essere abitabili. Infatti, per rendere un box abitabile è necessario il rilascio di un apposito Permesso a costruire in relazione al mutamento delle destinazioni d’uso. Perciò, grazie a questo permesso, è possibile che all’interno di uno stesso edificio coesistano diverse destinazioni d’uso.
Requisiti per l’abilità degli scantinati
Pima che uno scantinato possa diventare abitabile, è necessario verificare che sussistano alcuni requisiti fondamentali. Infatti, è necessario effettuare tutte le verifiche urbanistiche e, se si vive in un condominio, anche quelle condominiali. Le principali verifiche da fare sono:
- controllare il Pgt. Sostanzialmente, si tratta di capire se è possibile l’utilizzo finale che si vuole attribuire all’immobile in questione
- accertarsi dell’altezza interna minima
Inoltre, dopo avere effettuato questi principali controlli, sarà indispensabile verificare:
- il rispetto dei requisiti termo acustici. L’isolamento acustico degli immobili prevede 4 classi di valutazione, dove la classe 1 indica il livello più silenzioso e la classe 4 quello più rumoroso. Invece, le norme sull’isolamento termico prevedono l’utilizzo di una serie di tecniche specifiche per i materiali isolanti, prima della loro istallazione.
- il calcolo della distanza fra pareti e finestre
Inoltre, poiché l’abilità degli scantinati è equiparata ad una nuova costruzione, il box dovrà rispettare le regole della legge sul contenimento energetico. Dopodiché, bisognerà effettuare tutte le modifiche richieste dalla normativa ed, al termine, presentare una nuova scheda c.d. catastale all’Ufficio dell’Agenzia del Territorio di riferimento. Come ultimo step, sarà necessario richiedere al Comune in cui si trova il nuovo box abitabile l’apposito certificato di agibilità. Inoltre, è importante tenere a mente che, una volta cambiata la destinazione d’uso, muteranno anche le tasse da versare, in particolar modo la TASI e l’IMU.
L’altezza interna minima per l’abitabilità di uno scantinato
A livello nazionale, la norma che regola l’altezza minima per l’abilità di uno scantinato è il D.M. del 5 Luglio 1975. Questa legge fissa a 2,70 i metri minimi necessari per rendere lo scantinato un luogo abitabile. Ciononostante, esistono delle apposite leggi regionali, che disciplinano il recupero degli scantinati, per finalità abitative. Infatti, queste norme hanno lo scopo di ridimensionare il criterio stabilito, in base alle tipologie di stanze. Perciò, l’altezza stabilita dal D.M. del 5 luglio 1975, viene ridotta così ridotta:
- 2,60 metri, in caso di ristrutturazioni che prevedono l’istallazione di riscaldamento con pannelli radianti a pavimento o a soffitto. Quest’altezza è valida anche nel caso di intervento di isolamento dall’interno
- 2,40 metri, nel caso in cui si tratti di spazi come bagno, corridoio o ripostiglio
Invece, per quanto riguarda gli scantinati collocati in comuni montani al di sopra dei 1000 metri dal livello del mare, le varie regole cambiano da regione a regione. Però, un elemento deve accomunare ciascuna regione: per vivere in uno scantinato, rispettando la legge, bisogna che questo luogo presenti le caratteristiche tipologiche ben precise del luogo e che sia meritevole di conservazione.
Cosa fare se il seminterrato non rispetta le altezze stabilite dalla legge
Anche se il luogo non rispetta le regole stabilite dalla legge, è ugualmente possibile vivere in uno scantinato, apportando alcune modifiche. Infatti, in questo caso è possibile effettuare interventi di abbassamento della quota del pavimento, attraverso scavi interni. I costi di questo tipo di lavoro si aggirano intorno ai 400 euro al metro quadro. Inoltre, nel caso in cui non fosse possibile operare simili lavori, si potrà considerare di chiedere al Comune di appartenenza una deroga alla normativa nazionale.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo gli ultimi aggiornamenti dei dati Eurostat risalenti al 2018, circa il 46% della popolazione europea vive in un appartamento. Questi sono la prima tipologia di abitazione in nove Stati Membri dell’U.E.
- Secondo i dati del 2019, in ogni paese dell’ U.E. ci sono più proprietari che inquilini. Le quote di proprietà più alte si trovano in Romania (96%), cui segue la Slovacchia (91%), la Croazia e la Lituania (con una percentuale di proprietà pari al 90%). Le quote più basse si contano in Germania (51%) ed in Austria (55%).
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