Millennials: sono la generazione più chiacchierata (e chiacchierona) di sempre. Avranno molto presto in mano la porzione maggiore di potere d’acquisto su base generazionale, sebbene su base proporzionale possano spendere meno dei propri genitori, i famigerati baby boomers. Proprio per questo non hanno denaro da sprecare, quindi chiedono qualità più alta ad un costo più basso.
Per loro il rapporto qualità prezzo è uno sport estremo, ma per rincorrere il brivido del buon affare non sono quasi mai disposti a rinunciare di essere assistiti con professionalità e competenza.
I rottamatori degli anni 80
Ovviamente il marketing vecchia maniera e il commerciale anni ‘80 non li incanta più. Di quello che raccontano i venditori vogliono le prove, meglio se ben confezionate secondo strategie comunicative al passo coi tempi (sempre più contratti); ad esempio video-clip che raccontino le appassionanti storie dei brand, tutorial belli come short movie e un uso oculato ed amichevole dei social media.
Stefano Rocco, direttore marketing e contenuti di MySpace Italia, ha detto di loro: “il punto di partenza per avvicinare i giovani sui social è dimenticarsi la foga di vendere e avere invece voglia di dare: contenuti, storie, idee. Investire in iniziative che daranno un ritorno in termini di fiducia e quasi “amicizia”, fondamentali per costruire un nuovo pubblico”.
A loro l’etichetta Made in Italy che fa tanto (e giustamente) impazzire i nuovi ricchi non basta più. Di un brand vogliono conoscere filosofia, valori, metodologie.
Parola d’ordine (o quasi): sostenibilità
Soprattutto però, tra le loro richieste ci sono sempre più spesso prodotti sostenibili: sostenibili nel prezzo d’acquisto, sostenibili per l’ambiente, sostenibili nella produzione e distribuzione, e sostenibili nello smaltimento.
I dati ci raccontano che, in accordo con questo trend, i Millennials preferirebbero anche nutrirsi in modo più sostenibile.
Sono attenti alle etichette ed evitano con più cura i cibi prodotti con procedimenti che danneggiano l’ambiente e il corpo umano rispetto ai loro genitori.
Amano frequentare locali speciali, ricchi di autentica personalità che magari utilizzino prodotti a km 0. Sono più propensi a intraprendere scelte alimentari alternative, come vegetarianesimo e veganesimo e amano i prodotti BIO.
L’agenzia MBLM, conducendo recentemente uno studio di Brand Intimacy (vale a dire l’attaccamento emotivo ad un brand) ha rilevato che tra i dieci marchi più amati da questa generazione c’è Whole Food, noto rivenditore di prodotti naturali e biologici.
Design e Millennials, quale futuro?
Il settore del design non sfugge a questi rottamatori.
Le abitazioni sono per lo più di piccole dimensioni, molto curate fin nei dettagli, ma senza pretenziosità. Per loro “fare casa” diventa un momento divertente in cui dare sfogo alla creatività ma anche mettere alla prova la propria parsimonia e oculatezza.
In accordo con i loro valori di riferimento, i prodotti sostenibili, siano essi materiali, finiture, oggetti d’arredo o complementi, sono molto apprezzati.
Chiaramente esiste da anni un filone di design green che riscuote grande successo. Tappi di sughero che diventano sgabelli come le creazioni di Mca & Partners, arredi in cartone riciclato come More Plus Desk di Giorgio Caporaso, tessuti naturali provenienti da coltivazioni biologiche, i prodotti ecosostenibili non mancano, anzi, diventano ogni anno più ricercati e raffinati esteticamente, oltre che più performanti tecnicamente.
La sostenibilità però da alcuni anni non è più soltanto prodotto, ma vero e proprio progetto d’impresa.
È il caso per esempio di Material ConneXion Italia, una grande banca dati di materiali impegnata nella promozione del riciclo dei materiali utilizzati nel design del prodotto, con l’obiettivo di generare una economia circolare in cui ciò che viene prodotto, consumato e poi dismesso venga massimamente reintrodotto nel ciclo produttivo.
Anche la figura dell’artigiano trae vantaggio da questa tendenza che privilegia lo “slow” e il “local”. Attraverso una “osmosi tecnica” in cui le abilità artigianali si mescolano con le competenze industriali per uno sviluppo sostenibile, l’artigiano diventa maker, un artigiano evoluto che esprime saperi antichi utilizzando tecnologie nuove. Hands on design è una realtà italo-giapponese che ha dato concretamente forma e supporto a queste attività.
La generazione dei Millennials è stata definita da chi si occupa di marketing come una generazione di barbari che fa piazza pulita di tutto ciò che trova. Può darsi, vero o non vero però, barbari eco friendly!
Clarissa Di Stora Gargano