Maurizio Riva è l’attuale presidente della nota azienda di arredamento Made in Italy Riva1920. Ecco l’intervista completa.
Riva1920: una storia tra qualità, design ed esperienza
Habitante ha avuto il piacere di intervistare Maurizio Riva, presidente dell’azienda di arredamento Riva1920. Con una storia lavorativa e un’esperienza centenaria, il marchio ha raggiunto, man mano, una grandissima fama in Italia e all’estero. In particolare, oltre alla qualità dei prodotti, il successo è legato sicuramente all’impegno quotidiano dell’azienda di puntare su una continua innovazione tecnologica e di design, così da essere sempre a passo con i tempi. Di seguito l’intervista completa del presidente Maurizio Riva.
Come nasce il progetto Riva1920?
L’azienda Riva1920 era, inizialmente, una piccola realtà artigianale familiare di tre persone. In seguito, sono entrato io, mio fratello e così, man mano, è cresciuta sempre di più. Il nome del progetto nasce perché a Cantù c’era un’altra azienda chiamata appunto ‘Riva’ e che produceva arredi in ottone. Di conseguenza, abbiamo dovuto creare questo anagramma, aggiungendo l’anno in cui mio nonno ha aperto l’azienda.
Segnata da una storia oltre che centenaria, artigianalità ed esperienza sono due parole chiave che contraddistinguono Riva 1920, oggi come allora. Su quali principi e ideali si sviluppa l’azienda?
Al giorno d’oggi, l’azienda conta ben 103 anni di vita e, dalla fondazione come adesso, i principi sono molto importanti. Il primo è sicuramente il produrre per tramandare e rispettare sempre la tradizione. Anche se si lavora con macchine a livello avanzato e sempre più innovative, lo sguardo verso la tradizione non viene mai meno nei nostri prodotti. Il secondo principio, invece, è la sostenibilità pura. Questa viene applicata tramite piccoli accorgimenti in fase di produzione. Per esempio, scegliamo soltanto legni di forestazione o di riuso, per le nostre finiture usiamo oli e cere vegetali.
Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata ormai una tematica di grande rilievo nella maggior parte delle realtà aziendali. Come si comporta Riva1920 in merito all’impatto sull’ambiente?
Per quanto riguarda la sostenibilità e l’impatto sull’ambiente, si tratta di tematiche molto sentite all’interno di Riva1920. Per cercare di salvaguardare i legni che provengono dalla Nuova Zelanda e che vengono recuperati dal sottosuolo, usiamo la resina. Inoltre, l’azienda utilizza collati vinilici, multistrati tutti di provenienza italiana e così via.
Quanto reputa importante il rapporto tradizione-innovazione per i suoi prodotti?
Lavorare oggi fa sì che un prodotto Riva1920 possa durare nel tempo: è un produrre per tramandare. Per questo reputo il rapporto tradizione-innovazione pressoché fondamentale per l’azienda, anzi lo considero il suo futuro e progresso stesso.
Quale tipologia di legno utilizzate in particolare?
La scelta del legno da utilizzare varia in base alle mode e alle tendenze del periodo. Attualmente, l’azienda Riva1920 sta utilizzando la noce americana di forestazione. Si tratta di un’essenza molto particolare e pregiata. Basti pensare che in America vige la legge che se si taglia la pianta se ne dovranno ripiantare, di conseguenza, altre. Inoltre, un’altra essenza di legno sempre più richiesta è anche la quercia europea bianca.
Parlando di designer, l’azienda ha collaborato con diverse personalità rinomate del settore? Anche dall’estero?
Parlando di designer, Riva1920 ha avuto il privilegio di collaborare con un numero infinito di personalità del settore. Per esempio, posso citare sicuramente Paola Navone, Mario Botta, Michele de Lucchi, Pininfarina, Antonio Citterio e moltissimi altri. Inoltre, collaboriamo anche con tantissimi designer giovani talenti scoperti grazie ai nostri concorsi, e non solo. Da diversi anni sono più di otto mila gli aspiranti designer giovani che mandano la loro richiesta di partecipazione al concorso e, grazie al nostro supporto, hanno la possibilità di entrare all’interno del mondo del design.
C’è un progetto realizzato che le sta particolarmente a cuore? Desidera raccontarcelo?
Un progetto che mi sta molto a cuore, che devo anche alle mie figlie, è stata la possibilità di avere uno spazio in fiera a Milano, Rho, davanti il padiglione 7. Uno spazio aperto in occasione del Salone del Mobile ma che ci dà la possibilità di presentarci al pubblico durante l’anno in ognuna delle 38 esposizioni, che il circuito fiera accoglie. Quindi, si parla di sostenibilità della commercializzazione del prodotto, uno stand “permanente” e personale, dove incontrare più di 4 milioni e mezzo di visitatori per volta.
Quali stime e aspirazioni prospetta per l’azienda in futuro?
Per quanto riguarda il futuro dell’azienda abbiamo moltissime aspirazioni soprattutto per il nuovo anno. In merito alle stime, nonostante le ambizioni di Riva1920, è difficile avere delle previsioni precise, considerando l’instabilità che si vive ogni giorno nel mondo intero sotto ogni punto di vista.
Vuole lasciare un consiglio ai giovani aspiranti designer che desiderano entrare in questo mondo?
Al giorno d’oggi, sono tanti gli aspiranti designer e pochi i fortunati che riescono veramente ad affermarsi in questo mondo. In genere, il mio consiglio è di essere sempre decisi, coraggiosi e pronti ad affrontare tutte le sfide che questo lavoro ogni giorno pone. È importante saper utilizzare bene la matita o, considerando l’era digitale in cui viviamo, il computer. Infine, un aspetto da non sottovalutare è l’esperienza. Soltanto venendo a contatto con questo mondo giorno dopo giorno si potranno acquisire, man mano, tutte le conoscenze necessarie per diventare un designer affermato a tutti gli effetti.
Habitante ringrazia Maurizio Riva e l’ azienda Riva1920 per la disponibilità.