Il ritorno alla didattica a distanza parte da oggi. Questa è la data in cui entra in vigore l’obbligo di fare «almeno» il 75 per cento di lezioni da casa ma molte scuole hanno già deciso di passare tutte le lezioni online.
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Il ritorno della didattica a distanza non convince tutti
A Bologna e a Milano gli studenti sono contrari. «Il 25 per cento di scuola in presenza non è scuola» ribadiscono nel capoluogo emiliano che hanno raccolto quasi mille firme in mezza giornata.
Gli studenti del liceo Volta di Milano invece manifesteranno davanti alla Regione Lombardia contro la conferma del 100 per cento di lezioni da casa previsto dal governatore Attilio Fontana.
«Se il periodo di Dad si protrae — insiste l’associazione nazionale dei presidi facendosi portavoce di chi teme che a fine novembre, con le vacanze di Natale in vista, si proroghi la restrizione — ci saranno gravi conseguenze sulla preparazione degli studenti che sarà difficile recuperare».
La ministra Azzolina ha promesso di ridurre la quota di «almeno 75 per cento», ma più di tanto non si potrà fare considerando che già oggi almeno un terzo delle lezioni erano già in dad.
L’obbligo di insegnare da casa con il ritorno della didattica a distanza
Dopo averne discusso con i sindacati il ministero dell’Istruzione ha presentato la bozza di integrazione del contratto degli insegnanti che obbliga, fino alla fine dello stato di emergenza (cioè per ora al 31 gennaio) a svolgere le lezioni da casa come previsto dalle linee guida già emanate l’estate scorsa.
Per ora però hanno firmato soltanto Cisl e Anief e dunque la variazione contrattuale non è in vigore. Si sono sfilate Gilda e Uil che con il suo segretario Pino Turi contesta «l’inaffidabilità della ministra». Cgil e Snals vogliono invece vederci chiaro prima di firmare e hanno chiesto di incontrare la ministra Azzolina.
Sulla firma dell’intesa pesano le tensioni dell’estate scorsa e l’incomunicabilità degli ultimi mesi. «Le nuove norme ce le chiedono anche gli insegnanti perché sono a tutela di tutti -, spiega Maddalena Gissi della Cisl — abbiamo lavorato per regole condivise».
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Finora gli insegnanti, anche se a casa per prevenzione senza essere positivi al virus non potevano comunque insegnare perché per legge erano considerati in malattia. Ora si prevede che la dad «sarà svolta anche dal docente in quarantena fiduciaria o in isolamento fiduciario, ma non in malattia certificata, esclusivamente per le proprie classi, ove poste anch’esse in quarantena fiduciaria».
- Complesso il caso in cui il docente sia a casa e le classi a scuola: il professore a casa «svolgerà la didattica a distanza laddove sia possibile garantire la compresenza con altri docenti» per sorvegliare gli studenti.
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