Riforma sanzioni ridotte Fisco: news e aggiornamenti

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Il 21 febbraio 2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via ufficiale la riforma riguardante il sistema fiscale. Nello specifico, si prospettano delle ottimizzazioni in merito alle posizioni irregolari dei contribuenti, tramite l’aggiunta di sanzioni ridotte.

Chi può accedere alle sanzioni ridotte e in quali casi? Scopri maggiori informazioni a riguardo.

Riforma sanzioni ridotte: novità e aggiornamenti del Fisco

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di approvare diverse novità e modifiche per quanto riguarda il Fisco. In particolare, sono state introdotte alcune agevolazioni e sanzioni ridotte in specifiche situazioni.

Dopo l’approvazione del decreto attuativo della delega fiscale, avvenuta il 21 febbraio 2024, la riforma del sistema fiscale è considerata ufficiale. Quest’ultima, in particolare, riguarda le sanzioni di tipo tributario.

Di conseguenza, si evince come una delle riforme principali riguarda il rafforzamento del ravvedimento operoso. L’obiettivo, infatti, è quello di regolarizzare ed ottimizzare la posizione irregolare e instabile dei contribuenti attraverso tali sanzioni ridotte. Scopri di seguito tutte le informazioni a riguardo.

Quali sono le novità del Fisco e le modifiche principali approvate dal Governo?

Secondo l’ultimo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri in data 21 febbraio 2024, sono state rese ufficiali diverse modifiche e novità in merito alla riforma fiscale.

Nello specifico, dalle nuove disposizioni emerse dal governo, si evince come, se un contribuente raggiunge un accordo risolutivo con il Fisco in merito alla sua situazione economica, la sanzione dovrà essere meno punitiva.

Di conseguenza, tutti coloro che procederanno a chiedere in modo autonomo un accordo e un incontro con il Fisco, potranno procedere al pagamento delle sanzioni ridotte e non verranno sottoposti ad alcun processo.

Un’altra importante novità, inoltre, riguarda il raggiungimento di un altro obiettivo, ovvero l’evitare e ridurre al minimo il cosiddetto bis in idem. Con questo termine si fa riferimento all’eventualità in cui il contribuente deve rispondere davanti al giudice del medesimo reato in cui ha risposto davanti al tribunale.

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Inoltre, la riforma del Fisco ha deciso di confermare la pena della reclusione che varia dai sei mesi sino ad un massimo di due anni. Quest’ultima, nello specifico, potrebbe riguardare tutti coloro che non versano le somme di denaro dovuto per un importo annuo superiore alla cifra di cinquanta mila euro. E, soprattutto nel caso in cui utilizzano i crediti senza però avere un diritto vero e proprio.

Sanzioni ridotte: cosa sono e come funzionano?

Una delle riforme principali del Fisco approvate dal Consiglio dei Ministri riguarda le sanzioni ridotte. Come già evidenziato, saranno approvate delle sanzioni ridotte di tipo tributario nel caso in cui il reddito Isee dichiarato è inferiore rispetto a quello che viene accertato.

Le sanzioni, inoltre, vengono applicate anche nel caso di imposta inferiore rispetto quella che spetta al contribuente o anche nel caso di fruizione di un credito maggiore in riferimento a quello che realmente spetta alla persona.

Come già evidenziato, in tali situazioni la sanzione amministrativa applicata avrà una percentuale pari al 70% della maggior imposta dovuta. O in alternativa, della differenza di credito utilizzato di riferimento. L’importo minimo della sanzione è fissato al prezzo base di 150 euro.

La sanzione pari al 70% sarà applicata anche nel caso in cui nella dichiarazione sono stati inseriti detrazioni di imposta non considerate spettanti. Ma anche nel caso di deduzioni dall’importo imponibile non considerate spettanti.

Infine, è bene evidenziare che sino alla riforma, la sanzione prevista presentava una percentuale variabile da un minimo di 90% ad un massimo di 180%. Quella approvata, quindi, si presenta come una riduzione particolarmente rilevante e degna di nota per i contribuenti.

Evasione di sopravvivenza: quali sono le sanzioni ridotte?

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di approvare diverse modifiche in merito alla riforma fiscale. In particolare, una tra le più rilevanti riguarda quella legata alla difesa dei contribuenti che non pagano le imposte a causa di difficoltà economiche.

Nello specifico, si tratta di casi in cui l’attività lavorativa del contribuente viene dichiarata in crisi, soprattutto in seguito a specifici controlli nel rispetto della legge.

In questo caso, si parla proprio di ‘evasione per sopravvivenza’. Il contribuente non paga le tasse non per volontà, ma proprio perché non ha possibilità economiche o finanziarie nel farlo. In tali situazioni, il Fisco, secondo la nuova riforma, prevede l’impunibilità.

In aggiunta, nei casi in cui il denaro viene utilizzato per saldare le fatture da parte dei fornitori la sanzione penale scompare. Questo anche nel caso in cui la Pubblica amministrazione non paga l’importo.  Eppure, è bene specificare che resta pur sempre la sanzione amministrativa. Nelle situazioni di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e dell’Irap, viene applicata una sanzione ridotta pari al 120%. In precedenza, tale sanzione era pari al 240%.

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