Scopriamo insieme quante sono le lingue parlate in tutto il mondo
Sappiamo che gli Stati del mondo sono 206, di cui 196 riconosciuti sovrani. Facendo un calcolo “logico” potremmo rispondere alla domanda Quante lingue esistono al mondo? che il numero totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 idiomi diffusi in tutto il Pianeta Terra. Ma se pensiamo che le lingue più parlate al mondo, come il cinese, l’inglese e lo spagnolo, sono le lingue ufficiali di diversi Paesi, allora forse il numero corrisponde a meno di 200?
Seppur sembri così intuitiva, la risposta è lontana dai calcoli che possiamo farci. Per rispondere alla domanda bisogna prima di tutto fare distinzione tra la lingua ufficiale di uno Stato e le lingue esistenti in tutto il mondo: ogni Paese ha la sua lingua ufficiale.
Cos’è la lingua ufficiale?
Una lingua ufficiale è la lingua che uno Stato sovrano ha legalmente adottato per la produzione dei propri documenti ufficiali, come le leggi, gli atti giudiziari e notarili. Sono generalmente considerate lingue ufficiali di uno Stato le lingue citate come tali nella Costituzione o nelle leggi equiparate ad essa.
Quante sono le lingue ufficiali nel mondo?
Le lingue ufficiali di tutto il mondo sono 141. Alcuni Stati decidono di adottare come lingua ufficiale anche più di un idioma (ad esempio, la Bolivia ha 36 lingue ufficiali).
Per poter fare il calcolo totale delle lingue esistenti al mondo, dobbiamo tener conto anche delle lingue locali, i dialetti, che non sempre sono riconosciuti come varietà di una lingua, ma anche come lingue contrapposte ad un’altra. Sul dialetto numerosi sono i dibattiti e i fattori che portano a riconoscerne alcuni come lingue del Paese o meno. Dunque, un calcolo che sembra essere sempre più difficile, quello delle lingue totali esistenti al mondo.
A darci la risposta è l’organizzazione “Ethnologue” che è riuscita, dopo anni di studi, a conteggiarle tutte: dalle lingue ufficiali, a quelle non riconosciute. Il risultato? Al mondo esistono circa 7000 lingue!
Qual è la miglior lingua? − Leggo Shakespeare, e dico, è l’inglese − leggo Virgilio e dico è il latino − leggo Dante e dico è l’italiano − leggo Richter, e dico, è il tedesco − leggo Porta, e dico è il milanese.
(Carlo Dossi)
Quanto è importante imparare a parlare una lingua straniera?
Saper parlare una lingua straniera vuol dire aprirsi al mondo. Anche per rispondere a questa domanda, ci divertiamo a giocare con un po’ di calcoli.
Partiamo dal fatto che la nostra lingua ufficiale, l’italiano, ci permetterebbe di interagire con circa 60 milioni di abitanti italiani nel nostro Paese (scopri qui quanti sono in tempo reali gli italiani) e con i 5 milioni di abitanti italiani all’estero. Un numero elevato, ma comunque limitante, se pensiamo a quanti sono gli abitanti nel mondo (circa 7 miliardi, scopri alcune curiosità qui).
Non solo per socialità, ma anche per tessere un rapporto professionale, commerciale, telematico, per poter interagire con abitanti del mondo, imparare una lingua diversa ci moltiplica la possibilità di opportunità.
Conoscere una lingua è uno strumento incredibile per entrare in contatto con una nuova cultura e tentare di comprenderla, che ti apre nuovi mondi inesplorati: potrebbe essere la tua grande occasione per migliorare e iniziare l’apprendimento di un idioma.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Il termine vernacolo, spesso usato come sinonimo di dialetto, indica più precisamente la lingua vernacolare, una parlata limitata a una precisa zona geografica, usata specificatamente dal popolo, e si differenzia dal dialetto, che ha una copertura geografica e un uso sociale più vasti.
- In Italia il termine “dialetto” viene utilizzato abitualmente per indicare, ad esclusione dell’italiano, le lingue romanze presenti sul territorio statale. Dodici idiomi storici, romanzi e non, sono identificati come lingue minoritarie proprie delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dallo Stato, collegate a un’area storica precisa (per esempio friulano, sardo, catalano, occitano e varie altre); tali idiomi godrebbero di vari diritti, attuati in maniera difforme, quali il diritto all’insegnamento pubblico e all’uso nella comunicazione pubblica, potendo inoltre raggiungere con l’emanazione di apposite norme lo stato di formale e/o sostanziale coufficialità con l’italiano nell’area amministrativa di pertinenza
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