Valentina Bartolomei insegna cucina a Milano, e tiene lezioni di gruppo per italiani e stranieri nella sua splendida casa. Ma trascorrere una mattina a casa di Valentina è molto più che fare una lezione di cucina. Habitante l’ha incontrata per voi. Abbiamo cucinato insieme a lei degli gnocchi alla sorrentina squisiti e vi raccontiamo perché Cooking Class Milan è un’esperienza speciale.
A Cooking Class Milan si è più che allievi, si è ospiti
Quando ho iniziato ad occuparmi di giornalismo fare questo mestiere non rientrava davvero nei miei piani. Mi ci sono imbattuta per caso, grazie ad un incontro fortunato nell’ateneo in cui studiavo, e ho preso la palla al balzo. Sapete perché? Beh, per la versatilità. Scrivere di design, architettura, arte e costume mi avrebbe dato la possibilità di ampliare i miei interessi, accedere a mostre, conferenze, presentazioni e convegni, ma soprattutto fare incredibili conoscenze attraverso le mie interviste. Ho presto scoperto infatti il vero pregio di questo lavoro: poter ascoltare (e poi trasmettere ai lettori) le storie di vita di persone con qualcosa da raccontare. Storie di creatività, intraprendenza, coraggio, passione.
Ecco cosa penso mentre viaggio in metro: sto per fare una nuova fantastica conoscenza, sto per tuffarmi nel racconto di un’altra persona, di cui ascolterò avidamente ogni dettaglio.
Cammino svelta, Valentina mi aspetta per le 11.30. Sbuco fuori dalla metro, imbocco i viali alberati che circondano City Life, il primo, il secondo, una traversa ed eccomi arrivata. Nella via regna una piacevole quiete, inaspettata in questa zona della città. Suono il campanello, la voce amichevole di Valentina mi saluta:” secondo piano, ti aspetto”.
Salgo le scale, la mia avventura nell’esperienza di Cooking Class Milan sta per cominciare.
Il benvenuto di Valentina non può essere migliore, mi offre un buonissimo tè al gelsomino che ha portato a Milano da un suo viaggio ad Hong Kong. Io che amo il tè mi sento già a casa. Scambiamo le prime battute in salotto, ma poi ci trasferiamo in cucina. Siamo a Cooking Class Milan, quindi la nostra sarà un’intervista “operativa”, chiacchiereremo preparando gli gnocchi alla sorrentina (concedetemelo, in questi momenti amo il mio lavoro!).
Dunque ecco a voi, lettori di Habitante, quello che Valentina ci ha raccontato, tra un sugo di pomodoro e un’infornata.
Valentina, innanzi tutto come nasce Cooking Class Milan?
Cooking Class Milan nasce da un momento di meditazione. Mi occupavo di marketing e comunicazione nel settore della Moda, fino a quando ho un po’ smesso di riconoscermi tra gli operatori di settore e ho raggiunto la conclusione che preferivo vivere la moda da utente finale.
Intanto Valentina mi assegna il compito di spremere (“sfragnare”, in gergo romano) i pelati per il sugo di pomodoro, spiegandomi che purtroppo l’azienda che li produce, una eccellenza italiana del settore, ha chiuso i battenti. Una vera perdita per chi apprezza gli ingredienti di qualità, tanto che ora lei stessa è alla ricerca di un prodotto altrettanto valido tra quelli in commercio.
Nel frattempo vivevo già a Milano. Ho avuto la possibilità di prendermi un anno sabbatico, e proprio durante questo periodo sono diventata imprenditrice. Grazie ad alcune buone coincidenze infatti ho potuto inaugurare a Roma, la mia città natale, la prima spa per animali. Ho maturato questa idea riflettendo sulle necessità del mio cane, sul tipo di servizio che come proprietaria mi sarebbe piaciuto trovare in una toelettatura, e ho preso spunto da alcune realtà imprenditoriali milanesi all’avanguardia in questo settore, così mi sono lanciata nel progetto.
Io però sono una persona alla ricerca di continui stimoli, e circa quattro anni fa mi sono ben presto messa alla ricerca di una nuova avventura professionale e personale. Così, confrontandomi con una cara amica, una guida turistica milanese estremamente competente, ha preso forma l’idea che sta alla base dell’esperienza offerta da Cooking Class Milan: offrire corsi di cucina italiana tradizionale ai turisti che da tutto il mondo visitano Milano e che hanno un vivo interesse nei confronti della nostra tradizione culinaria.
Io sono sempre stata una grande appassionata di cucina e un’ottima cuoca. Così questa cara amica ha avuto il merito di mettere in comunicazione la domanda e l’offerta. I turisti stranieri infatti le manifestavano spesso l’interesse di voler imparare piatti della cucina italiana, ed io avevo delle competenze utili in questo senso.
Ho colto lo spunto, ho fatto mente locale, ci ho riflettuto per un po’ e ho cercato di capire come attuarlo. Una volta chiarite le idee, mi sono messa all’opera.
Far comunicare efficacemente la domanda e l’offerta è la carta vincente per qualunque progetto. Quali sono stati i successivi step?
Mi sono aggiornata, ho ampliato le mie competenze e miei orizzonti culinari frequentando scuole e accademie, ho unito la conoscenza delle ricette tradizionali della cucina romana ebraica, che conosco molto bene, alle nuove tecniche e ai nuovi gusti, ma soprattutto ho individuato il tipo di esperienza che volevo offrire ai miei futuri clienti/ospiti. Volevo infatti che chi avesse partecipato ad una lezione a Cooking Class Milan si sentisse molto più che un allievo, ma piuttosto un gradito ospite a casa mia.
Una lezione di cucina si può frequentare in molti luoghi. Ho subito capito che quello che volevo trasferire agli allievi di Cooking Class Milan era la convivialità italiana casalinga, che inizia dalla preparazione dei pasti, dall’apparecchiare la tavola, dal pelare le patate o dall’aprire una bottiglia di vino. Volevo che tutto si svolgesse in una dimensione domestica, in cui la casa è al centro della vita e la cucina è al centro della casa.
Riflettiamoci un momento: in quale luogo le mamme conversano con i figli? Quante volte noi ragazze e ragazzi italiani abbiamo raccontato alle nostre mamme la nostra giornata o i nostri drammi d’amore mentre loro preparavano la cena? Per noi italiani cucinare insieme e poi consumare il pasto è qualcosa che va oltre la soddisfazione di una necessità.
La mia cucina è un po’ un salotto, in cui gli allievi cucinano, parlano, si aprono e si raccontano. Le Cooking Class sono un aprire le porte di casa mia e spiegare come si vive tutti i giorni in una casa italiana, a cominciare banalmente dal fatto che noi italiani abbiamo un pasto composto da più portate e non si unisce tutto in un piatto solo, e che ci piace consumare il pasto seduti a tavola rilassati.
Quindi durante una Cooking Class non si impara solo come si mangia in Italia, ma proprio quali sono i nostri ritmi di vita, e quanto la cucina sia il fulcro del calore della vita familiare italiana.
Esatto, la lezione di cucina non è mai fine a se stessa, quello che si crea durante una Cooking Class è un momento più che conviviale, è un momento intimo molto bello che è un po’ poesia. Soprattutto se si considera che viene condiviso tra persone che non si conoscono. L’allievo non è più un cliente, diventa un gradito ospite “di casa”, fa parte della casa che lo sta ospitando, e questo viene ben percepito dagli allievi stranieri che restano estasiati da questa dimensione domestica, dall’ospitalità italiana più autentica.
Sono tra l’altro bellissimi momenti di confronto. Gli allievi spesso mi chiedono della nostra Italia, di Roma, della Roma di oggi e di quella che è stata e che io posso descrivere attraverso i racconti dei miei genitori e dei miei nonni.
Intanto io e Valentina constatiamo ridendo che poche sono più romantiche di una bella salsa di pomodoro e basilico. Valentina poi racconta di essere una appassionata di cucina rinascimentale. Sapete per esempio chi ha inventato il tovagliolo? Chi se non il genio italico per eccellenza, Leonardo? Essendo un genio non inventò solo il tovagliolo, ma anche una rudimentale macchina per lavare più tovaglioli insieme.
Valentina mi spiega che nei suoi anni giovanili, non ancora genio, Leonardo era una ottima forchetta, ed insieme all’amico Botticelli si rese protagonista di rocamboleschi esperimenti culinari. Recuperarono presto entrambi il loro destino di artisti, ma Leonardo non perse mai il suo interesse per la tavola e per la preparazione dei cibi.
Nel frattempo impastiamo gli gnocchi, e imparo quale è la miglior forma da dare allo gnocco per far sì che acchiappi il sugo (non ve la dirò, se volete saperlo, e vi assicuro che ne vale la pena, chiedete a Valentina!)
Possiamo dire che con Cooking Class Milan diffondi cultura italiana nel mondo?
Possiamo dirlo senz’altro. I turisti che sono allievi/ospiti a Cooking Class Milan portano via con loro le ricette italiane che imparano qui, e spesso mi capita che dopo mesi loro mi mandino foto delle loro tavole in momenti speciali, su cui troneggia qualche piatto italiano insieme alle loro pietanze tradizionali. Tornando a casa portano con loro un pezzetto di autentica cultura italiana. Sul piano personale è molto gratificante.
Per Valentina Cooking Class Milan ha rappresentato una scommessa personale e professionale: individuare l’offerta di un’esperienza viva, autentica, non figlia della bulimia attuale sul mondo culinario, ma che avesse davvero ragione di esistere e qualcosa di interessante ed emozionante da trasmettere. Dopo essere stata alla sua tavola, aver conversato in modo informale, genuino, spontaneo, aver sorseggiato un delizioso tè a fine pasto, aver ricevuto anche la schiscetta, e aver visto il sorriso di Valentina che mi saluta sulla porta, direi davvero scommessa vinta.