Progettare sostenibile: intervista allo studio Cantieri Creativi

Progettare sostenibile grazie ai materiali naturali|Progettare sostenibile per un architettura che rispetta l'ambiente

Cantieri Creativi è uno studio di architettura e interior design con base a Roma che fa del progettare sostenibile il suo tratto distintivo. Lo studio è composto dall’architetto paesaggista Simone Teso, la designer Ludovica Vando e la curatrice di esperienze Giulia Vando. Habitante li ha incontrati per farsi raccontare il loro lavoro.

Cosa vi ha spinto a volgere la vostra attenzione verso una progettualità più sostenibile?

Se ogni cosa costruita dall’uomo poggia sulla natura e l’uomo stesso sopravvive grazie ad essa, che diritto abbiamo di progettare senza tenerla in considerazione? Siamo ospiti su questa terra, eternamente in debito con essa, eppure prendiamo senza più tornarle nulla. Abbiamo perso la ritualità, la consapevolezza delle nostre origini, dimenticato valori e fatto spazio all’ego. Chiudere gli occhi è facile, svegliarsi difficile. Noi abbiamo scelto di aprirli. Perché viviamo in un mondo incredibile e perché nessuno ci ha dato il diritto di privare le generazioni che verranno di tanta bellezza e delle risorse necessarie a garantirgli un futuro.

Il termine “natura” deriva dal latino e significa letteralmente “ciò che sta per nascere”. Non è meraviglioso? È un concetto esteso che non comprende solo piante ed animali. Ma anche e soprattutto l’essere umano, che a differenza delle forze naturali incontrollabili, è dotato di coscienza e quindi, in grado di scegliere. Scegliere di continuare a ‘far nascere’ equivale a scegliere la via della sostenibilità.

Quali sono i 3 criteri fondamentali dell’architettura sostenibile?

Cosa vi ha riportato a riscoprire le antiche tecniche di costruzione?

Ancora oggi, dopo secoli, possiamo bere l’acqua che scorre in acquedotti romani rivestiti in cocciopesto. Ammirare affreschi nelle chiese delicatamente dipinti a calce e protetti a cera. Dormire in case scavate nel tufo, costruite con pietre del luogo, protette da tetti in paglia, canna palustre, lavagna. Attraversare archi in calcestruzzo, calpestare il cotto, labirintici pavimenti in marmo intarsiati, sotto cupole alleggerite dalla pomice, appoggiandoci a colonne scolpite sapientemente, che raccontano storie e riempiono gli occhi di bellezza.

E se pensate che questi sono solo alcuni esempi di tecniche di costruzione e decorazione antiche presenti in Italia, immaginate quale archivio infinito è conservato in ogni paese, regione e villaggio del mondo. Accessibile a tutti, dimenticato da tutti.

Con la coscienza maturata, ad oggi l’uomo potrebbe rispolverare ciò che ha resistito la storia, coglierne il segreto della tenacia e dargli una nuova veste, al fine di reintrodurlo nel nostro presente contemporaneo.

Questo è ciò che facciamo ed essendo un viaggio che richiede un ritorno alle origini, coinvolge non solo la mente, ma anche il cuore e l’anima.

Come funziona la vostra ricerca sui materiali antichi?

Sicuramente viaggiare è la parte più importante del nostro processo di ricerca. Perché ogni paese ha la sua cultura e ogni cultura le sue tecniche, completamente diverse dalle nostre. Sia che si tratti di architettura, finiture o attrezzi, la cosa incredibile è che cambiano i materiali e le forme, ma la funzione, anzi, l’intenzione, spesso è la stessa. Si può arrivare al medesimo risultato in diversi modi.

Tre anni fa abbiamo dato vita ad “Itinerante” con l’idea di spostare temporaneamente il nostro studio in altri paesi del mondo, per il tempo sufficiente a studiare la cultura locale dal punto di vista architettonico, artigianale e dei materiali naturali localmente utilizzati. Purtroppo, dopo aver trascorso 3 mesi in Indonesia durante i quali ci siamo specializzati sul bambù, è scoppiata la pandemia che ci ha costretti a fermarci e a posticipare le tappe successive che prevedevano il Giappone e il Messico.

Il modo più divertente ed interessante per nutrire la nostra sete di sapere, resta comunque attingere dal bagaglio di esperienze di quegli ultimi artigiani che volentieri hanno condiviso con noi i segreti del mestiere. Antiche usanze e anni di ricerche ed esperimenti con i materiali che la terra metteva loro a disposizione. Miscele impossibili da trovare sui libri e che troppo spesso scompaiono insieme a questi grandi ed umili maestri senza eredi.

Rispetto alle precedenti esperienze il vostro approccio progettuale come cambia, se cambia?

Sicuramente i nostri precedenti studi e lavori hanno tracciato le linee guida del nostro modo di ragionare ed influenzano tutt’oggi il processo creativo in maniera determinante. Tuttavia, abbiamo sentito la necessità nel tempo di slegarci dai metodi accademici convenzionali e dal limite che inconsapevolmente l’etichetta di una professione a volte ci regala, al fine di sentirci più liberi di sperimentare, immaginare, sentire ed empatizzare. Spaziare in un progetto per noi è importantissimo e per farlo è cruciale aver vissuto esperienze diverse e ricoperto differenti ruoli. L’arte del saper fare è diventata via via pilastro portante della nostra filosofia progettuale, che oggi parte dalla selezione dei materiali presenti il più possibile sul luogo di lavoro, per poi solo successivamente spostarsi sullo sviluppo di un concept concreto. In modo tale che sia il progetto a doversi adattare alla natura e alle risorse che offre localmente e non viceversa.

Ovviamente poi ogni situazione è diversa a seconda dello stato del cantiere, del budget e del brief. Ma ci impegniamo sempre a proporre le soluzioni più sostenibili e a sensibilizzare il cliente. Prendendoci il tempo di spiegare i benefici legati a questi materiali ed introducendolo alla cultura della loro manutenzione, ormai dimenticata.

Nella vostra presentazione si parla di “esperienza”. Cosa deve aspettarsi chi si affida a voi e che cosa cercano di solito i vostri clienti?

La nostra esperienza è frutto di anni di lavoro diretto in cantieri. Lavorando fianco a fianco con artigiani, interior designer, architetti ed imprese edilizie, sporcandoci le mani ed imparando sbagliando, che é la scuola migliore.

I nostri tre background come designer di prodotti e servizi, come architetto paesaggista e come curatrice di eventi ed esperienze sensoriali ci consentono poi di ricoprire diversi ruoli, necessari a gestire un progetto a 360°.

Dal rapporto con il cliente, alla ricerca e progettazione di case, interni e arredo, passando per il loro sviluppo, fino alla cura del dettaglio. I nostri clienti cercano uno stile senza tempo e l’unicità. Spesso ci scelgono per l’etica lavorativa ed esperienza legata ai materiali naturali che variano a seconda del progetto e che presentiamo con bozzetti e campionatura ad hoc, in armonia con i colori del luogo e dell’arredo.

Altre volte si innamorano semplicemente del risultato estetico e ci lasciano carta bianca per tirare fuori l’anima della casa attraverso il design di ambienti dal sapore autentico e di atmosfere generate da palette che cambiano di ambiente in ambiente. Sbiadendo su pareti organiche, intrecciandosi fra le trame di tessuti naturali ed emergendo senza artificio da legni invecchiati, ferro non trattato, pietre grezze e oggetti ritrovati in mercatini dell’antiquariato (la nostra grande passione).

Si tratta di un approccio lento come il nostro stile di vita. Per questo amiamo prenderci il tempo di entrare in sintonia con il cliente, creare un legame ed aprirci vicendevolmente, al fine di instaurare un rapporto costruttivo ed evolutivo fatto di fiducia e trasparenza.

In questo modo il lavoro diventa un piacere. Le idee emergono naturalmente in maniera limpida e condivisa. Non proponiamo mai case uguali. Ogni progetto nasce e finisce con ogni cliente. È un viaggio intimo e personale, perciò non riteniamo giusto replicarlo.

Progettare sostenibile per un architettura che rispetta l'ambiente
Progettare sostenibile: intervista allo studio Cantiere Creativi – per concessione di Cantieri Creativi

State lavorando a qualche progetto che vorreste raccontare?

Siamo felicissimi di trascorrere la primavera in Puglia per curare le finiture di un’antica masseria. Dopodiché inizieremo finalmente ad organizzare workshop sulle finiture naturali. Come il cocciopesto, l’argilla, la calce e il marmorino e su tecniche di costruzione sostenibili in terra cruda, bambù, Pisé etc.

Alcuni corsi coinvolgeranno artisti ed artigiani esterni, invitati a condividere i loro segreti di lavorazione del legno, produzione di pigmenti, tintura naturale di tessuti e creazione di manufatti in argilla.

Dare ispirazione, sensibilizzare, condividere ed istruire sono fondamentali per portare avanti la marcia verso un futuro più etico e green. Bisogna mostrare la via giusta quando si ritiene di averla trovata, invogliare a percorrerla fornendo gli strumenti necessari ed invitando a contribuire al cambiamento. Infine stiamo lavorando per portare le nostre finiture murarie su tele e pannelli, con lo scopo di renderli accessibili a tutti, ovunque. Potete trovare la prima collezione di tele sul nostro e-commerce. Qui aggiungeremo altre collezioni di prodotti realizzati in collaborazione con artigiani e piccole aziende dall’anima affine.

I materiali naturali che trasformano il bagno

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Un’indagine realizzata da LifeGate, in collaborazione con Eumetra MR e presentata al 5° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile lascia emergere che la sostenibilità appassiona e interessa 34 milioni di italiani e ne orienta i comportamenti
  • Secondo la stessa indagine che ha coinvolto un campione di 800 persone, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne emerge che sono il 32% gli italiani che hanno la piena conoscenza della sostenibilità. Il 10% in più rispetto al 2018.

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