Probiotici: come il web abusa del termine a scopi commerciali

probiotici

Sul web le notizie su presunti effetti terapeutici dei probiotici sono davvero molte.

Ben il 70% delle pagine web mostrate da Google su questi microrganismi sono siti commerciali che sostengono la loro efficacia, senza però che vi siano evidenze cliniche in merito.

È quanto scoperto da Marie Neunez dell’università di Bruxelles e Pietro Ghezzi della Brighton and Sussex Medical School, in un’analisi del web resa nota sulla rivista Frontiers in Medicine. “Nonostante siano oggetto di ricerca con risultati spesso promettenti, i probiotici – sottolinea Ghezzi intervistato dall’ANSA – non sono attualmente approvati per alcuna indicazione medica dalle autorità regolatorie su farmaci e integratori. Abbiamo cercato ‘probiotici’ su Google.com in Inglese e analizzato i primi 150 risultati della ricerca. Abbiamo anche guardato quali malattie venivano menzionate in associazione ai probiotici da quelle pagine e che tipo di siti web fossero”.

Il risultato più notevole riguarda il fatto che le pagine web uscite dalla ricerca sono di fonti commerciali in quanto si occupano principalmente della vendita di integratori. Le patologie che vengono frequentemente associate ai probiotici sono quelle gastrointestinali e sono anche proposti per stimolare o regolare la risposta immunitaria.

“I probiotici però – afferma Ghezzi – non sono ancora approvati dalle autorità francesi (ESA) ed europee (EMA) per nessuna indicazione medica. Il web da un’informazione incompleta priva di riferimenti a studi scientifici, di informazioni sull’efficacia e sugli effetti collaterali (solo il 25% delle pagine web menzionano questi possibili effetti) e sullo ‘status regolatorio’, in particolare non spiega che non sono medicine”.

Probiotici: una fama davvero meritata?

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Probiotico è un termine che deriva dal greco: “pro-bios”, a favore della vita, e nacque nel 1908, quando il premio Nobel Elie Metchnikoff avanzò l’ipotesi che la longevità dei contadini bulgari fosse collegata all’elevato consumo di latte fermentato.
  • Nel 1965 Lilly and Stillwell utilizzarono il termine probiotici per la prima volta per descrivere “sostanze secrete da un organismo, in grado di stimolare la crescita di un altro”.

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In copertina: foto di Andrii Zastrozhnov su Shutterstock

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