POP è una rivista che racconta il mondo delle case popolari milanesi. L’idea originale è di Luca Montani, direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di MM spa, società gestore delle case popolari. Il progetto finale e il coordinamento editoriale sono di Luca Poncellini, Direttore del Dipartimento di Design e Arti Applicate di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Habitante li ha incontrati ed è nata così questa interessante e curiosa intervista doppia.
Come nasce l’idea di una rivista sulle case popolari?
Luca Montani
Nasce da una duplice necessità: avviare un dialogo continuativo con gli abitanti delle case popolari con l’obiettivo di trasferire l’idea di un gestore attento anche alla relazione tra le persone e, cosa più importante, raccontare un mondo eterogeneo, molto poco conosciuto, al quale spesso ci si affianca con pregiudizi e isterismi.
A Milano, le case popolari, sono una città nella città. Basti pensare che solo quelle di proprietà del Comune di Milano sono 30.000, situate in 1.100 edifici, aggregati in quasi 300 complessi. Se sommate a quelle di Aler, l’altro grande gestore della città, si superano le 73.000 unità immobiliari. Insomma, una città policentrica dalle dimensioni di Padova, Parma, Trieste.
Qual è il ruolo della Naba e perché avete accettato questa sfida?
Luca Poncellini
Naba produce i contenuti e la grafica di POP, coinvolgendo in questo progetto i propri studenti e docenti dei corsi di design, comunicazione, fotografia. Una sfida complessa, ma è un progetto che ci ha appassionato sin dal primissimo istante e che ci permette di mettere in pratica quello che Naba vuole essere e rappresentare per la città: non solo una scuola, un’accademia, ma un luogo di produzione culturale in grado di restituire al territorio e alla comunità l’enorme potenziale di energia creativa che i nostri 4000 e più studenti sono in grado di generare.
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Pop non è solo una rivista ma un esperimento sociale. Luca, ce lo descrivi?
Luca Montani
L’esperimento è particolare: l’abbiamo anticipato ai Comitati degli inquilini e ad una serie di stakeholder locali con l’intento di non realizzare un periodico calato dall’alto, con contenuti artificiali o banali. Abbiamo raccolto spunti, desideri, visioni di città. Studiato i linguaggi e le categorie interpretative ricorrenti. Abbiamo fatto visita agli inquilini e con loro abbiamo realizzato incontri, feste di quartiere, momenti di confronto.
Pop nasce come vero e proprio laboratorio di partecipazione sociale magistralmente interpretato dagli studenti e dai docenti della NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Il mix sociale, culturale, antropologico, con studenti provenienti da ogni parte del mondo, ha fatto il miracolo.
Un esempio: studenti coreani, cinesi e nordeuropei che seguono lezioni di danza popolare o di ricamo impartite da inquilini di una certa età e, al contrario, ragazzi che insegnano i nuovi linguaggi dei media o, più semplicemente, spiegano il senso dei tatuaggi ai meno giovani.
La redazione di POP! è unica nel suo genere. Studenti internazionali, inquilini, operatori sociali.
Luca Poncellini
In Naba abbiamo una popolazione di studenti composta più o meno per due terzi da studenti italiani e un terzo da studenti internazionali. Nel progetto per POP vengono coinvolti non solo i corsi dedicati al social design, ma anche molti altri, di differenti aree disciplinari.
Chiediamo ai nostri docenti di organizzare iniziative e progetti all’interno delle case popolari, consultandoci con gli operatori di MM, lavorando assieme ai CAM, e cercando ogni volta la collaborazione degli inquilini.
Raccontaci questo modello
Chiediamo agli studenti di entrare in contatto diretto con gli abitanti delle case popolari, di ascoltare le loro storie, di portare sulla scena le personalità più originali e interessanti, di immaginare scenari progettuali partendo dalle loro esigenze e dalle loro necessità.
Tutto questo genera una grande quantità di contenuti e di narrazioni, che poi riversiamo su POP per raccontarli a loro stessi, al pubblico degli abitanti delle case popolari.
L’obiettivo implicito – per come lo vedo io – è il tentativo di restituire una forma di consapevolezza più solida, sicuramente anche di orgoglio, rispetto al tema dell’appartenenza all’universo delle case popolari e, più in generale, alla cultura popolare milanese, che storicamente ha sempre dimostrato grandi qualità di inclusività e generosità.
Nel prossimo numero, per esempio, lanceremo una proposta: quella di dare vita ad un Ecomuseo delle case popolari di Milano, affinché il patrimonio culturale che esse rappresentano non venga disperso, ma anzi ulteriormente valorizzato.
Perché POP è un unicum nel mondo dell’editoria?
Luca Poncellini
Io adoro vantarmi (a bassa voce, però) di questo fatto: che su POP si parla di design, che POP viene stampata in oltre 35 000 copie per ogni edizione, e dunque che si tratta della rivista di design con la maggior tiratura in Italia!
Luca Montani
È un bellissimo, quanto inedito, esperimento mai tentato prima: mondi diversissimi che dialogano senza pudore e con tanta leggerezza. Il progetto editoriale intercetta storie singolari, storie emblematiche, esperienze internazionali di abitare. Il tutto narrato con una leggerezza che non trova eguali perché l’intento è intrattenere e generare una sana passione per le storie altrui.
In questo momento di ansia sociale e di paura indotta per ciò che non conosciamo, POP è il giusto antidoto. Contiene contenuti freschi, audaci, suggestivi, scritti in modo semplice e impaginati con una grafica davvero unica, direi POP!
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Sul sito di MM spa puoi scaricare i primi due numeri della rivista POP! Abitare, voce del verbo popolare.
- POP! viene distribuita in tutta Milano da associazioni di volontariato.
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