Piano Trump contro l’architettura moderna: azione da despota?

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Piano Trump contro l’architettura moderna: “Solo palazzi classici”

Molto spesso discusso per le sue iniziative poco democratiche e criticate da molte persone nel mondo, il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, con un ordine esecutivo ha deciso lo stile degli edifici federali. Stop a grattacieli e modernismo, ma piovono critiche: fa come i despoti!

Rifare l’America bella, costringendola a copiare l’architettura classica della Roma antica e di Atene. È la prossima crociata culturale progettata da Trump, che da una parte punta a raccogliere consensi nell’anima populista del suo elettorato, ma dall’altra sta provocando le critiche di chi lo accusa di avviarsi lungo la strada già percorsa dai regimi autoritari fascisti, nazisti e comunisti.

Piano Trump contro l’architettura moderna: tutti contrari

Piano Trump contro l’architettura moderna: un’azione da despota?
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La Commissione delle belle arti a Washington vuole imporre lo stile neoclassico agli edifici pubblici.

La New York Review of Books dichiara: “Implicazioni fasciste”

A Washington la Commissione delle Belle arti, agenzia federale che sovrintende all’architettura generale della capitale degli Stati Uniti, ha redatto un documento che Trump intende firmare e che impone direttive architettoniche su come vanno costruiti gli edifici pubblici statunitensi.

Piano Trump contro l’architettura moderna: le indicazioni

Emergono le indicazioni architettoniche: basta vetro, basta modernismi, gli edifici devono ricordare l’architettura classica con colonnati dorici, timpani e scaloni, devono essere quindi in stile neoclassico, spianando buona parte del ‘900, questo inizio di millennio e ogni fantasia architettonica a seguire.

Piano Trump contro l’architettura moderna: la “denuncia” di Martin Filler

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Una battaglia contro ogni diversità. Formale e quindi anche di idee, immagini, immaginazione. L’architettura pubblica ha implicazioni politiche forti, nella sua epoca. Pertanto, c’è chi arriva a paragonare il piano di Trump all’ideologia del Terzo Reich. Hitler e nazismi, come ricorderete, intrapresero una vera battaglia contro quella che consideravano “arte degenerata” e la classicità interpretata a loro uso divenne un imperativo.

Martin Filler, critico di architettura, sulla New York Review of Books, rivista dichiaratamente liberal, in un articolo uscito il 19 febbraio ha premesso di essere contrario ai facili paragoni con Hitler e le atrocità odierne con l’Olocausto, ma:

“sta diventando chiaro che il modus operandi politico di Donald Trump in molti aspetti somiglia alle tattiche adottate dai nazisti. E poiché c’è una forte possibilità che Trump sarà rieletto, nonostante (o a causa) dell’enorme danno che ha inflitto al nostro corpo politico, il peggio probabilmente deve ancora arrivare”.

La novità nel documento trumpiano non è caldeggiare uno stile, è imporre uno stile ufficiale. Il titolo dell’articolo è netto: “Le implicazioni fasciste dei piani di Trump sull’architettura”.

Piano Trump contro l’architettura moderna: Making Federal Buildings Beautiful Again

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Ha rivelato il piano redatto in sette pagine con uno scoop la rivista Architectural Records. Lo scopo è chiaramente politico come lo è l’architettura di potere. Il titolo del documento parafrasa esplicitamente lo slogan del Presidente Trump: “Making Federal Buildings Beautiful Again” e sostiene che “il governo federale ha smesso da tempo di costruire splendidi edifici”.

Il Washington Post ha titolato il piano “Making America Ridiculous Again” e lo ha stigmatizzato: così il presidente vuole portare il populismo nell’arte e nell’estetica.

Il New York Times in modo molto più esplicito scrive: “L’ordine esecutivo proposto riflette un’inclinazione più ampia in alcune parti della società americana di sostituire un passato immaginario con le complessità e le possibilità del presente. Incarna la convinzione che la diversità sia un problema e l’uniformità sia una virtù”.

Piano Trump contro l’architettura moderna: “erodere un pezzo di libertà individuale dopo l’altro”

Piano Trump contro l’architettura moderna: un’azione da despota?
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Come si evince dalle parole di Martin Filler sulla New York Review of Books, questa è un modus operandi che rimanda le classiche tecniche dittatoriali del controllo del pensiero:

Ci troviamo a testimoniare con raggelante evidenza classiche tecniche dittatoriali del controllo del pensiero impiegate da Trump a cadenza giornaliera, oraria e, grazie a Twitter, perfino minuto per minuto”.

Filler non si risparmia nelle offese personali, citando per nome i bersagli dei suoi attacchi, il denigrare la stampa e le minoranze, il demolire costante le istituzioni democratiche, scrive l’articolista.

 “I nazisti impararono che erodere un pezzo di libertà individuale dopo l’altro agli ebrei tedeschi avrebbe prevenuto un esodo di massa – ‘possiamo conviverci’ era spesso il pensiero razionalizzato delle vittime – e dopo cinque anni di restrizioni crescenti, ci volle il pogrom della Notte dei cristalli del 1938 per far comprendere a molti ebrei il loro destino e infine fuggire”.

Piano Trump contro l’architettura moderna: l’American Institute of Architects

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Contro il neoclassicismo di Trump si è mosso l’American Institute of Architects, invitando i suoi membri a firmare una lettera aperta:

“L’architettura dovrebbe essere progettata per le comunità specifiche che serve, riflettendo i diversi luoghi, pensieri, culture e climi della nostra ricca nazione. Gli architetti si impegnano a onorare il nostro passato e riflettere i nostri progressi futuri, proteggendo la libertà di pensiero ed espressione che sono essenziali per la democrazia”.

Come ricorda Filler:

Questo bando contro l’architettura moderna commissionato dal governo statunitense rammenta in modo orribile l’insistenza di Hitler affinché gli edifici pubblici del Terzo Reich” aderissero alla tradizione classica e che il design moderno, “tranne per alcuni usi industriali, era streng verboten (strettamente vietato)”.

Quel che non rientrava in quei canoni venne definita “arte degenerata” (entartete Kunst): furono artisti come Grosz, Kandinsky, Max Ernst, Paul Klee, Van Gogh a entrare nella lista nera. Il nuovo piano di Trump riserverà un posto nella sua lista nera anche per i più grandi architetti dell’epoca moderna?

Ecco l’articolo di Martin Filler.

L’Atlante dell’Architettura Contemporanea Italiana è online

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • L’iniziativa è guidata dalla National Civic Art Society, un gruppo no profit convinto che l’architettura contemporanea abbia “creato un ambiente costruito degradato e disumanizzante”. “Per troppo tempo le élite e i burocrati dell’architettura hanno deriso l’idea della bellezza, hanno ignorato palesemente le opinioni pubbliche sullo stile e hanno speso tranquillamente i soldi dei contribuenti per costruire edifici brutti, costosi e inefficienti”, ha scritto Marion Smith, presidente del gruppo, secondo quanto riporta il New York Times. “Questo ordine esecutivo dà voce al 99 percento – il popolo americano ordinario a cui non piace ciò che il nostro governo ha costruito”.
  • Il 20 gennaio 2017, giorno della scadenza del secondo mandato di Barack Obama, Donald Trump entrò ufficialmente nella Casa Bianca come 45º presidente degli Stati Uniti d’America.
  • Trump, repubblicano, era un ricco imprenditore residente nello Stato di New York al momento della sua vittoria nelle elezioni presidenziali del 2016, in cui prevalse sulla candidata democratica Hillary Clinton. All’età di 70 anni, Trump è stata la persona più anziana a diventare presidente statunitense.La scadenza naturale del suo mandato, rinnovabile una volta in caso di rielezione, è fissata per il 20 gennaio 2021.

Credits immagine in evidenza: www.pixabay.com

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