Secondo le ultime analisi, l’Italia è il paese Ue con le prestazioni peggiori per la pesca in habitat sensibili.
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Pesca in habitat sensibili: la denuncia di Oceana
La denuncia arriva della Ong Oceana, che in una revisione completa dell’applicazione del regolamento sulla pesca nel Mediterraneo dell’Ue (1967/2006), indica una debole attuazione generale delle norme, violazioni da parte degli Stati e una scarsa vigilanza della Commissione Ue.
L’analisi si è concentrata sulla protezione delle praterie di posidonia, maerl e coralligeno, habitat dove Oceana ha rilevato un totale di 7.600 ore di pesca a strascico nel 2019, con l’Italia che ne rappresenta due terzi, seguita da Malta.
Ridurre la pesca in habitat sensibili
La Ong chiede alla Commissione europea e gli Stati a fare di più per proteggere gli habitat sensibili del Mediterraneo, creando grandi aree con divieto di strascico nelle zone costiere, che “rappresenterebbero una tripla vittoria per la pesca artigianale, la biodiversità marina e il clima”.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Come spiega anche il WWF, negli ultimi 60 anni la pesca a livello mondiale si è intensificata. Circa un terzo degli stock ittici infatti risulta eccessivamente sfruttato: nel Mar Mediterraneo si parla addirittura del 93%. Vuol dire che vengono catturate specie in numero superiore rispetto alla loro naturale capacità di riprodursi.
- Il numero di pescherecci presenti nel mondo è 2,5 volte tanto quello previsto ai fini della pesca sostenibile.
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