Per progettare la casa in base alle misure antropometriche bisogna conoscere le dimensioni umane. In base a queste misure si possono poi definire le grandezze degli arredi e la corretta distribuzione degli stessi nello spazio. Tutto ciò è fondamentale perché ci permette di vivere lo spazio domestico in sicurezza e con semplicità.
Cosa significa progettare la casa in base alle misure antropometriche?
Le misure antropometriche sono le misure del corpo umano, valori che sono considerati come standard di riferimento e raccolti in opportune tabelle.
Quando si deve definire un progetto architettonico o d’interni è fondamentale tenere come riferimento queste misure, perché le caratteristiche fisiche del corpo umano incidono sulla distribuzione degli spazi interni, sulle caratteristiche strutturali degli arredi e sulla loro collocazione negli ambienti.
Anche i valori dimensionali riportati nelle normative in materia di edilizia, discendono da questi dati antropometrici.
Le misure del corpo umano ovviamente non sono tutte uguali. Possono variare da individuo a individuo, anche a seconda dell’età. Pertanto si considerano dei valori medi, validi con la dovuta approssimazione e come requisiti minimi dimensionali.
Nella storia i primi studi in tal senso furono condotti da Vitruvio. Secoli dopo, furono ripresi anche da Leonardo da Vinci con l’Uomo Vitruviano. Parte di questi studi sulle proporzioni geometriche e matematiche relative al corpo umano, furono condotte anche nel primo Rinascimento fiorentino da Leon Battista Alberti.
Nell’architettura moderna il punto di riferimento su questi temi è senza dubbio il Modulor di Le Corbusier. Si tratta di una scala metrica sviluppata dall’architetto svizzero-francese proprio sulla base di osservazioni antropometriche. Era basata su una progressione dimensionale delle diverse parti del corpo umano in modo tale per cui, una misura era sempre la sezione aurea della successiva. L’uso delle misure contenute nel Modulor garantiva, secondo Le Corbusier, la piena soddisfazione delle esigenze ergonomiche ed estetiche dell’architettura.
Cosa sono le misure antropometriche
Le misure antropometriche fornisco sia le dimensioni strutturali di un corpo (come la statura, la lunghezza delle braccia ecc…) sia le dimensioni funzionali ovvero le dimensioni del corpo umano in movimento, degli spazi occupati quando si svolgono i movimenti necessari a svolgere una determinata attività.
Le misure antropometriche tengono conto delle dimensioni statiche rilevate su una persona immobile nelle due posizioni standard. La classica posizione in piedi con postura eretta, sguardo dritto in avanti, spalle rilassate e braccia ai lati del corpo. E la postura assisa, ovvero seduta in posizione eretta con lo sguardo dritto, le braccia libere e pendenti ai lati del corpo e gli avambracci in posizione orizzontale.
I dati antropometrici così raccolti vengono quindi riportati nelle tabelle antropometriche, il più importante riferimento per definire i requisiti fisico-dimensionali di un progetto. Questo perché le persone nell’ambiente domestico si muovono e compiono una serie di azioni, che devono essere fatte con sicurezza in qualunque condizione si trovino.
Le misure antropometriche servono anche ad individuare gli utenti limite. Ossia quegli utenti caratterizzati da particolari caratteristiche dimensionali o capacità di movimento.
Non a caso, le misure antropometriche sono un punto di partenza per definire i requisiti dimensionali per il superamento delle barriere architettoniche.
Arredare camera e cucina con le misure antropometriche
In sintesi possiamo dire che le misure antropometriche servono a definire gli ingombri fondamentali per svolgere in ogni ambiente le azioni quotidiane. A cominciare dalla larghezza di una zona di passaggio che deve essere di almeno 60 cm per permettere il passaggio di una persona e di 120 cm per il passaggio contemporaneo di due persone.
Anche i corridoi e i disimpegni domestici arredati hanno misure di riferimento. La larghezza minima è 100 cm, ma se vi sono armadi o librerie si arriva a 140 – 160 cm.
I manuali di progettazione, formulati sulla base di misure antropometriche, sono così dettagliati che riportano tutti i requisiti specifici formulati per arredare le varie stanze.
Per la camera da letto ad esempio si definiscono innanzitutto le dimensioni minime e d’arredo degli spazi che sono almeno 9,00 mq in una camera singola e 14,00 mq per una camera doppia.
Anche gli arredi, considerati dotazioni fisse e mobili, hanno delle dimensioni minime che sono ricavate dalle misure antropometriche. Ad esempio in camera, un letto deve avere lunghezza 200 cm. Se è singolo deve avere una larghezza di 90 cm se è doppio invece la larghezza deve essere di almeno 180-200 cm. Per quanto riguarda gli armadi la misura standard è la profondità di 60 cm, la larghezza invece è variabile.
Anche il soggiorno deve avere una dimensioni minima che è di 14 mq. Ma se è presente anche un angolo cottura si può arrivare anche ai 15,50 mq.
Le misure standard interessano anche i mobili e le distanze tra gli stessi per garantire la fruizione.
Per esempio il modulo di una poltrona singola è di 80-90 cm, mentre un divano a due posti ha profondità standard di 90 cm e la larghezza compresa tra i 160 cm e i 180 cm.
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Organizzare lo spazio in cucina e in bagno
Lo stesso tipo di ragionamento interessa anche le cucine e i bagni. Due ambienti funzionali in cui si è soliti svolgere tante azioni diverse interagendo con gli arredi. Innanzitutto la cucina per essere abitabile deve avere una dimensione minima di 9 mq. Qui si deve considerare la presenza di dotazioni fisse quali: il lavello, il piano di lavoro, il piano cottura, il frigo e la lavastoviglie.
Queste attrezzature hanno in genere l’altezza intorno agli 85 cm e sono sviluppati secondo moduli di 60×60 cm. Anche se in alcuni casi in commercio esistono dei modelli con larghezze variabili.
Anche nella stanza da bagno, ci sono molte prescrizioni dimensionali. A cominciare dalla larghezza minima dei bagni, che deve essere compresa tra 120-140 cm in caso di bagni con i sanitari su un lato e di almeno 150 – 160 cm se i sanitari sono su lati opposti.
I dimensionamenti riguardano anche i sanitari: il lavabo deve avere larghezza 60 cm per 50 cm di profondità, mentre il wc e il bidet devono avere larghezza 40 cm e una profondità di 60 cm.
Per definirne l’area di ingombro occupata da ciascun apparecchio sanitario si considera anche un’ipotetica superficie occupata da un quadrato di 75x75cm. Ma quello che è importante considerare è anche il distacco minimo da eventuali ostacoli laterali. Un valore compreso tra i 15-20 cm a seconda che si tratti di lavabo, bidet o del wc. Altro ingombro da considerare è quello della lavatrice, la cui dimensione segue il modulo convenzionale di 60 x 60 cm.
Dimensioni ordinarie riguardano anche le vasche da bagno ed i piatti doccia che esistono in varie dimensioni, ma il valore che resta fisso è la profondità di 70 cm.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio sulla Casa la grandezza media di una casa è di 104 mq.
- Un’indagine condotta a campione dall’Osservatorio sulla casa ha chiesto agli utenti quale importanza danno alla loro l’abitazione. Il 12% ha dichiarato che la casa è in cima alle priorità, per il 54% è molto importante e per il 25% è semplicemente importante. Mentre per il 9% è abbastanza importante e solo l’1% ha dichiarato che la casa è poco importante.
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