Tutti conoscono il colbacco, il cappello in pelliccia tipico dei paesi dell’est. Alla stregua delle matrioska, il colbacco è uno dei tradizionali simboli della Russia. Il colbacco, così come lo conosciamo oggi, ha una storia abbastanza recente, ma il modello da cui deriva, è un vero è proprio indumento storico.
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Quando viene introdotto il colbacco
Il colbacco, tradizionale berretto russo in pelliccia, pare sia comparso intorno al XX secolo. In particolare durante la guerra civile del 1918-1919. Questi copricapo erano diffusi tra gli avversari dei bolscevichi, ovvero tra gli uomini dell’Armata Bianca.
Di fatto questo cappello è sempre stato molto usato in contesti militari. Dapprima negli anni ‘30, diventa un capo d’abbigliamento indispensabile nelle divise di alcuni reparti navali dell’Armata Rossa. In seguito negli anni ’40 venne introdotto come il principale cappello invernale anche nell’esercito.
Con il tempo questo capo d’abbigliamento, davvero indispensabile considerato il clima rigido della Russia, è diventato di uso comune anche tra i cittadini comuni.
I primi esemplari di colbacco erano fatti usando il feltro, in seguito a partire a partire dal 1939, il feltro venne sostituito dal cuoio. Per quello che riguarda la pelliccia invece, si dice che in origine venissero usati gli animali cacciati. Poi gli artigiani iniziarono a realizzarli usando solo pelliccia di pecora. Oggi per realizzarli si usano anche tessuti artificiali sintetici.
Come nasce il colbacco
Il colbacco può essere di tre colori base: nero, grigio o bianco ed è ovviamente un copricapo esclusivamente invernale. Così come il malahai, da cui pare essere derivato il cappello russo. Si tratta di un tipico copricapo dall’Asia centrale, caratterizzato da una calotta a forma conica, lunghi paraorecchie e visiera.
Grazie proprio ai paraorecchie, questo cappello alto, era considerato un accessorio fondamentale, in quanto riparava dal vento e dalla neve. Con il tempo anche questo cappello ha subito modifiche. Lungo i lati è stato aggiunto un taglio verticale, in modo tale da poter posizionare il cappello intorno al collo quando non si indossa.
Il colbacco o ushanka, come lo chiamano i Russi, non deve essere confuso con il papakha. Un altro esempio di cappello maschile in lana, tipico del Caucaso. La differenza principale tra questo copricapo ed il colbacco è che non ha i copri orecchie.
Di capelli tipici in queste regioni ne esistono tantissimi. Il più storico è il treukh diffuso in Russia già nel XVII secolo. Anche questo modello era rotondo ed aveva tre paraorecchie di pelliccia per proteggere orecchie, nuca e fronte. Erano molto diffuso tra i contadini russi del XIX e all’inizio del XX secolo ma pare che anche le zarine lo indossassero.
I cappelli sono sempre stati molto usati dalle genti russe. Sia uomini che donne, indipendentemente dal fatto che fossero nobili o contadini. Si dice anche che ogni regione, avesse un proprio copricapo per ripararsi dalle intemperie. Non solo, secondo l’antica tradizione pare che avere la testa scoperta fosse considerato un atto volgare. Anche all’interno della casa agli uomini e alle donne sposate era imposto di indossarlo, solo le donne non sposate potevano non indossare un copricapo.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Il termine colbacco deriva dal francese colback. Con questa parola i francesi indicavano il cappello indossato dai cacciatori a cavallo della guardia di Napoleone.
- Dal 2014 l’esercito russo ha introdotto una nuova uniforme fatte con i più recenti tessuti e materiali e possono essere indossate a temperature comprese tra +40° C a -40° C. L’uniforma è composta da un cappotto in pile, giacca a vento, calzature invernali per temperature di congelamento ed un casco passamontagna.
- Qualche anno fa è stata annunciata anche una nuova divisa che avrebbe dovuto essere introdotta a partire dal 2022. Si tratta di Ratnik-3, una divisa dotata di esoscheletro potenziato, tecnologia antiproiettile e visiera con casco integrale dotati di un display heads-up.
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