Il progetto del nuovo ponte sul Polcevera è un affare da archistar: il ponte di Genova avrà la firma di Renzo Piano? Negli ultimi giorni di discute affannosamente di come intervenire sull’emergenza generata dal crollo del ponte Morandi dello scorso 14 agosto. Le questioni principali sono di carattere legislativo ed economico.
Scontri istituzionali per il nuovo ponte di Genova
Gli scontri istituzionali non mancano in una situazione chiaramente poco lineare causata dall’emergenza stessa: il Commissario Toti e il Governo (per la quota M5S) sono ai ferri corti e non troveranno un equilibrio prima della stabilizzazione di un piano certo per la demolizione e ricostruzione del ponte di Genova.
Il Governatore ha infatti dichiarato: «La ricostruzione in tempi rapidi del ponte Morandi di Genova è l’unico obiettivo importante, il resto è solo gazzarra inconcludente. Una serie di No da parte del Governo sta facendo affondare Genova».
D’altra parte, vediamo la posizione del M5S che intende fare immediata chiarezza sulla questione società Autostrade. L’obiettivo di Di Maio, sempre stato uno dei fautori del pugno duro fin dalle prime ore post-tragedia Morandi, punta ad estromettere Aspi da tutta la rete nazionale, nonché dalla ricostruzione del ponte di Genova.
Di fatto l’iter burocratico non è semplice come si pensa: Autostrade per l’Italia intende infatti difendere con forza la propria posizione. Per questo il governo sta lavorando ad un escamotage per velocizzare la ricostruzione e ridurre i disagi alle vittime della tragedia: si sta pensando a un doppio decreto legge, uno per la revoca dalla concessione e l’altro per la ricostruzione del ponte, decreto “Salva Genova”.
Con questo strumento legislativo si possono restringere i tempi burocratici di sospensive a breve di Tar e Consiglio di Stato, che il governo teme. Infatti il ministro del lavoro Di Maio intende assegnare i lavori della ricostruzione del ponte di Genova senza rispettare la gara europea prevista e soprattutto assegnarli a Fincantieri.
Gara d’appalto in deroga per il nuovo ponte di Genova?
Nasce quindi la polemica sulla questione gara d’appalto e scelta del progetto del nuovo ponte di Genova.
Sembrerebbe dunque che il governo abbia intenzione di non seguire l’iter ordinario previsto dal codice degli appalti che implicherebbe un rallentamento nella procedura di ricostruzione e, soprattutto, nel restituire alle vittime la possibilità di ricostruire la propria vita a Genova.
Lo scorso 7 settembre Renzo Piano con i suoi collaboratori ha presentato in conferenza stampa la sua idea di progetto per la ricostruzione del ponte di Genova. Erano presenti il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’amministratore delegato di Autostrade per l’italia Giovanni Castellucci, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, il sindaco di Genova, Marco Bucci e il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi.
“Il nuovo ponte dovrà durare 1.000 anni. Non è una battuta. Il nuovo ponte sarà d’acciaio“. Con queste parole Renzo Piano ha presentato la sua idea del nuovo viadotto sul Polcevera alla stampa. “Quello nuovo dovrà essere un ponte semplice e parsimonioso, ma non banale. Deve avere qualcosa che ricordi le vittime” ha sottolineato Piano, aggiungendo che “sarà un ponte più sottile che avrà la propria base sul Polcevera; avrà una sua luminosità con riflettori che di giorno cattureranno la luce del sole per poi fare luce di notte. Sarà un ponte in acciaio – ha ribadito l’archistar – Penso di colore bianco“. Piano ha poi detto: “Costruiremo il ponte quanto prima, ma non ci deve essere fretta“.
Dunque un ponte genovese: semplice e parsimonioso, che esibirà una struttura in acciaio colorata di bianco e che durerà mille anni. Questo il progetto che l’archistar ha deciso di donare a Genova per la ricostruzione dell’infrastruttura di collegamento più importante della città.
Calatrava: vorrei disegnare il nuovo ponte di Genova. Regione: Grazie, c’è Piano.
Dopo l’archistar genovese, che ha già messo a disposizione disegni e plastico del nuovo viadotto sulla A10, nei giorni scorsi è giunta notizia dell’archistar Santiago Calatrava che sembra essere interessato a realizzare un nuovo progetto.
Calatrava, padre di alcuni dei ponti più famosi (ricordiamo il ponte Costituzione sul Canal Grande a Venezia), pare essersi fatto vivo attraverso alcuni suoi contatti italiani con la Regione e il Comune per mostrare il proprio interesse nel veder rinascere il nuovo ponte di Genova.
Calatrava, c’è da dire, aveva proposto varie idee per un nuovo viadotto in sostituzione del Ponte Morandi già nel 2006, mentre lavorava a Reggio Emilia, ma mai concretizzate.
La sua offerta, però per il momento è stata gentilmente declinata dall’amministrazione regionale: “È stato spiegato che c’è Renzo Piano e che è genovese”. Una questione di genovesità, di territorio e di simboli, insomma.
La demolizione dei resti del ponte Morandi
Il sindaco di Genova Marco Bucci ha annunciato che il ponte Morandi andrà demolito entro fine mese: “Se ci danno tutte le autorizzazioni, i tempi tecnici per l’apertura del cantiere per la demolizione di quanto resta del ponte Morandi spero che a fine mese, prima settimana di ottobre si può cominciare la demolizione. Questo secondo le informazioni che ho disponibili a oggi”
L’idea di Renzo Piano dovrebbe essere tradotta in progetto definitivo ed esecutivo da un team di progettazione composto dai membri del suo studio, dai tecnici di Autostrade e di Fincantieri. “Questo cantiere dev’essere un cantiere di coesione (…). Costruire è sempre un gesto di pace, di solidarietà, spero che sarà anche un motivo di fierezza”, ha aggiunto Piano.
Secondo le prime previsioni, il nuovo ponte, così progettato, potrebbe essere pronto entro un anno e mezzo. Inoltre alcune fasi della demolizione del ponte Morandi potranno quindi avvenire in contemporanea alla ricostruzione del nuovo ponte di Genova.
Altro aspetto interessante, emerso dalle dichiarazioni del sindaco Bucci, è la previsione nei prossimi mesi di un concorso internazionale per la rigenerazione del quartiere sotto il ponte, che dovrà essere ridisegnato con la logica del “rammendo urbano”.
Serena Giuditta