L’Unione Europea proroga per un anno l’uso del glifosato in agricoltura

glifosato in agricoltura

In assenza di un accordo tra gli Stati membri e nell’attesa delle valutazioni scientifiche dell’Efsa l’Ue ha prorogato l’uso del glifosato in agricoltura per un altro anno.

La Commissione europea ha rinnovato l’autorizzazione all’uso del glifosato in agricoltura fino al 15 dicembre del 2023. Tale decisione è dovuta anche al fatto che le valutazioni scientifiche dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sugli effetti di questo erbicida non saranno disponibili prima della prossima estate, indicando come periodo il luglio 2023. Tale circostanza ha reso di conseguenza impossibile raggiungere una maggioranza qualificata a favore o contro.

Sull’impiego del glifosato in agricoltura si è detto davvero tanto negli ultimi anni. L’erbicida incriminato è stato comunque assolto dalle accuse di cancerogenicità sia da parte dell’Agenzia europea per la chimica che dalla Food and Drug Administration Usa. Inoltre limitatamente all’uso alimentare anche gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità concordano con tale affermazione. Il glifosato ad oggi è l’erbicida più diffuso al mondo. Questa diffusione è dovuta alla sua grande efficacia nel controllo delle piante infestanti e alla minore tossicità rispetto a prodotti ad esso analoghi.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo quanto riportato dal CREA nel 2020 il valore della produzione agricola nazionale italiana si è collocato sui 55,7 miliardi di euro. Di questi 29,5 miliardi sono rappresentati dalle coltivazioni vegetali, 16 miliardi dai prodotti zootecnici e la restante parte dalle attività di diversificazione. Le difficoltà collegate alla diffusione della pandemia si sono viste in modo differente tra i diversi settori del comparto agricolo. Nel suo complesso questo ha mostrato una flessione della produzione in valore del 2,4%, ancora più spinta riguardo ai volumi prodotti (-3,2%).
  • La principale coltura in Italia è quella dei cereali. Alla loro coltivazione sono destinati più di 3 milioni di ettari di suolo.

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