L’orto e le coltivazioni più redditizie

L’ultimo trend tra chi ha il pollice verde è quello di allestire l’orto con le coltivazioni più redditizie. Inoltre, è sempre più comune pensare al ritorno in campagna come un’opportunità, una fonte di reddito alternativa, che apre la strada ad una filosofia di vita innovativa e alternativa. Scopri, quali sono tra le molteplici piante, in base al tipo di terreno e clima, le migliori per il tuo orto.

Le coltivazioni più redditizie in Italia

In Italia l’agricoltura rappresenta un settore molto importante per l’economia dell’intero Paese. Qui, oltre alla vite, all’olivo, ai cereali e a tutti gli altri genuini ortaggi, si stanno diffondendo nuove colture, poco praticate un tempo.

Le coltivazioni redditizie per l’orto

Il tartufo

In Italia sono presenti allo stato spontaneo numerose specie di tartufo di cui solo 8 sono ammesse al commercio e sono: il tartufo nero pregiato, il tartufo bianco, il tartufo nero estivo, il tartufo uncinato, il tartufo brumale, il tartufo bianchetto, il tartufo nero moscato e il tartufo nero liscio. Tuttavia, la maggior parte dei tartufi prodotti ed esportati provengono dalle coltivazioni che richiedono cure specifiche. Infatti, il tartufo richiede frequenti e costanti irrigazioni. La resa di una coltivazione di tartufi può arrivare anche a 100 kg per ettaro. A seconda della qualità, del peso e del profumo del tartufo raccolto, il valore al dettaglio parte da un minimo di 300 euro fino ad arrivare a 2500 euro al kg.

Le bacche di goji

Le bacche di goji sono prodotte da due piante diverse, il Lychium barbarum e il Lychium chinense, entrambe della famiglia delle Solanacee. Oggi, grazie al crescente interesse per l’alimentazione sostenibile, questo prodotto naturale è diventato un prodotto molto interessante per l’industria agroalimentare. Per questo rappresenta una forma d’investimento redditizia da non farsi sfuggire!

Il girasole

La coltivazione di girasole è molto importante, in quanto dalla sua lavorazione è possibile estrarre l’olio dei suoi semi. Inoltre, negli ultimi tempi, la raccolta del girasole è funzionale anche per essere impiegata come biomassa per generare carburante. In Italia, questa produzione è fiorente in Pianura Padana, ma anche nelle aree più calde del sud. Il girasole non è una pianta molto esigente ed ha una resa media intorno a 3 tonnellate per ettaro. Tuttavia, è bene ricordare che non può essere seminato nello stesso campo per almeno tre anni.

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La canapa

La canapa è coltivata da secoli per la produzione di fibre, corde e tessuti. Tuttavia, nonostante la sua coltivazione sia ammessa in Italia, deve essere sottoposta a controlli di legalità in quanto dai suoi fiori possono essere estratti i principali cannabinoidi. La canapa necessita di un terreno leggero e fertile, non tollera i ristagni idrici e si adatta anche alla coltivazione in collina. La canapa, raccolta falciando gli steli, può avere una resa in media compresa tra i 20 e i 50 kg per ettaro. Inoltre, può essere utilizzata per rinnovare il terreno grazie alle sue radici profonde.

Lo zafferano

Il Crocus Sativus, meglio conosciuto con il nome di zafferano è una pianta bulbosa originaria dell’Asia e conosciuta in tutto il mondo come spezia pregiata. Per coltivare lo zafferano occorre un substrato ben drenato e argilloso.

Lo zafferano non tollera ristagni d’acqua e non gradisce le temperature inferiori allo zero, se si protraggono per troppo tempo. La lavorazione per la produzione dello zafferano prevede diverse fasi, fino alla tostatura, nella quale gli stimmi perdono il 75% del loro peso. Ogni bulbo genera un numero di fiori variabile, in media circa tre fiori. Quindi, per produrre un etto di zafferano sono necessari ventimila fiori. Proprio per questo, un grammo di zafferano ha un prezzo molto elevato, che varia da dieci a venti euro.

Perché lo zafferano costa così tanto?

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’Italia è il primo produttore ed esportatore al mondo del tuber magnatum bianco pregiato per quanto riguarda la qualità e quantità. Molto più comune invece il tartufo nero, che vede in Umbria e in Molise alcune delle zone più vocate alla sua produzione, dove la sua ricerca avviene con maiali e cani.
  • Lo zafferano fin dall’antichità è stato impiegato con una certa assiduità nella tintura per stoffe. Per tingere erano sufficienti la spezia e dell’acqua calda, come si trova specificato nel Trattato dell’arte e della seta fiorentino della prima metà del XV secolo. Inoltre la ricetta 211 del cosiddetto manoscritto bolognese (metà del XV secolo), insegna A fare aqua gialla da disignare et dipingiare in panno de lino e de lana utilizzando zafferano, allume di rocca e liscivia.

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