Sei giovani studenti della facoltà di Design dell’Università di Bolzano, hanno dato vita alla start-up Lokalana per il riuso innovativo degli scarti di lana nel territorio dell’Alto Adige, con l’idea di abbattere lo spreco, particolarmente evidente in quell’area.
Un’idea per il riuso innovativo degli scarti di lana
In Alto Adige vengono scartate circa 60 tonnellate di lana ogni anno. Questa quantità può essere trasformata grazie a tecniche particolari che sfruttano le proprietà di questa fibra tessile naturale, per creare coperture e fertilizzanti per l’agricoltura.
“Abbiamo elaborato questo progetto durante l’Onda Z Klimahouse Hackathon – raccontano i ragazzi del team – quando abbiamo preso conoscenza della enorme quantità di lana inutilizzata in Alto Adige, abbiamo subito dato il via a una ricerca approfondita riguardante la lana di scarto, concentrandoci sulla nostra Regione.
Le straordinarie proprietà della lana, come l’assorbimento dei raggi UV, hanno stimolato la nostra creatività e contribuito allo sviluppo del progetto per decidere i possibili utilizzi del materiale. Fin dall’inizio abbiamo voluto creare qualcosa a livello locale che potesse risolvere un problema nella regione nell’ambito della salvaguardia dell’ambiente.
Data la rilevanza che l’agricoltura apporta in Alto Adige sia a livello economico che a livello culturale, il settore è divenuto centro del nostro obiettivo. Così, dopo lunghe ore di brainstorming, ricerche e discussioni con esperti e mentori, ci è venuta l’idea di infeltrire la lana e utilizzarla in strutture speciali come reti di ombreggiamento per l’agricoltura”.
Come avviene la trasformazione
“La lana di pecora – spiegano – viene lavorata con la tecnica della cardatura al fine di ottenere un prodotto simile ad una rete di pile. La cardatura può essere realizzata con una macchina cardatrice che scioglie le fibre di lana e le orienta in gran parte in direzione parallela. Oltre a questo metodo di produzione a macchina, tale processo può essere attuato anche manualmente, un’opzione che immaginiamo in collaborazione con le istituzioni locali.
La lana lavorata può essere poi utilizzata per la realizzazione di coperture per strutture in legno di piccole dimensioni, atte alla coltivazione di piante in giardini privati, e di grandi dimensioni, per aziende agricole più estese – il target più concreto per il nostro progetto è, tuttavia, ora rivolto ai piccoli agricoltori locali. La collaborazione con le scuole, invece, è maggiormente legata al processo di produzione, poiché questa parte del progetto si pone come più informativa, unendo gli studenti alle tradizioni locali. Le esatte istituzioni con cui collaboreremo saranno definite prossimamente”.
I ragazzi hanno vinto lo scorso anno l’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021“, organizzato da Onde Alte B Corp e dal laboratorio multidisciplinare di innovazione sociale, in collaborazione con Klimahouse e con il sostegno dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima della Provincia di Bolzano.
L’inizio della start-up del riuso innovativo degli scarti di lana
L’hackathon ha visto sfidarsi circa 60 partecipanti, dai 19 ai 30 anni provenienti da tutta Italia, divisi in 10 team. Dopo 3 giorni di lavori, a cui ha partecipato anche il climatologo Luca Mercalli, la giuria composta da esperti del settore delle numerose aziende partner ha premiato Lokalana. In questo modo ha così permesso loro di avviare un percorso di consulenze per lo sviluppo del progetto con NOI techpark di Bolzano.
“Vedere la passione, preparazione e tenacia dei 60 ragazzi che hanno partecipato all’hackathon – conclude Massimiliano Ventimiglia, CEO e fondatore di Onde Alte – è per noi la conferma che la Generazione Z possiede realmente una spiccata sensibilità per le questioni sociali e ambientali che riguardano l’intera società.
Crediamo infatti che l’inclusione di idee, opinioni, capacità, energie di ragazze e ragazzi nel processo di cambiamento della nostra società e nel disegno del nostro futuro, non è solo giusto, ma fondamentale. Ed è per questo motivo che il coinvolgimento di giovani di diverse età nel percorso di Onde Alte e nei progetti che realizziamo è per noi una costante”.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Nel 2018, 712 mila imprese hanno dichiarato di essere impegnate in azioni volte a migliorare il benessere lavorativo del proprio personale. Di queste, 688 mila (66,6%) svolgono azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività.
- Quasi un terzo (31,3%, ossia 323 mila imprese in valore assoluto) sostiene o realizza iniziative di interesse collettivo esterne all’impresa.
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