I social media sono diventati strumenti utili ed efficaci per la promozione di attività e aziende, il loro utilizzo è ormai alla base di ogni campagna di comunicazione. Anche il mondo della cultura ha imparato a sfruttare le opportunità fornite da questi nuovi strumenti, così istituzioni, fondazioni e musei hanno cambiato il loro modo di comunicare, creando un legame diretto tra arte e social media, attraverso il quale si innescano con i visitatori delle relazioni basate sullo scambio di suggerimenti e notizie utili a migliorare le esperienze.
Il legame tra arte e social media
Con i social è cambiato il modo di percepire e di vivere le esperienze culturali e l’idea stessa di museo. Tutti i più grandi musei hanno fatto proprie le strategie social per rafforzare la loro immagine, raccontando la loro storia e le opere in mostra. Questo nuovo approccio ha permesso al mondo dei musei di attirare l’attenzione di un pubblico più ampio e di creare allo stesso tempo un rapporto diretto tra i professionisti che lavorano all’interno dei musei e i visitatori, offrendo la possibilità di raccogliere maggiori informazioni relative ai target di riferimento e di conseguenza di formulare le programmazioni sulla base delle informazioni raccolte. Lo strumento più utilizzato dal pubblico dei musei per informarsi sull’arte con i social media è Facebook (28%). Seguono YouTube (15%), Instagram (9%), Pinterest (8%) e Twitter (5%). Ma non tutti utilizzano i social allo stesso modo.
Oltre al vantaggio nello scambio di informazioni, l’impiego dei social da parte dei musei permette una maggiore diffusione della conoscenza. Social media e applicazioni mobile sono sempre più utilizzati per creare percorsi guidati e interattivi attraverso le sale dei musei, in questo modo è possibile vedere da vicino, anche se attraverso lo schermo, opere custodite in musei di tutto il mondo e approfondire la loro storia.
Il Museo Egizio di Torino
Il Museo egizio di Torino utilizza al meglio questo nuovo legame tra arte e social media, ha profili ufficiali su Facebook, Twitter e Instagram, ognuno gestito con strategie diversificate per raggiungere i diversi obiettivi: attrarre nuovi pubblici, far conoscere la collezione, raccontare la vita del museo, parlare della ricerca, promuovere gli eventi e le iniziative che vengono organizzate dal museo. Il binomio arte e social media per il Museo Egizio funziona anche per trasmettere in streaming su Facebook tutte le conferenze tenute nelle sale del museo.
In questo modo la comunicazione raggiunge un pubblico molto vasto, fatto di persone interessate, di studiosi o anche soltanto di curiosi che vogliono conoscere da vicino l’egittologia. Per promuovere le attività e le collezioni del museo ai nuovi italiani provenienti dall’Egitto e dal nord Africa, hanno utilizzato i canali social più frequentati da queste comunità realizzando anche una campagna in lingua araba.
Il Louvre di Parigi
Il Louvre di Parigi, attraverso il profilo Instagram museelouvre seguito da 1,9 mila follower, racconta le collezioni esposte postando fotografie che ritraggono le opere o alcuni particolari delle stesse. Immagini ad alta risoluzione arricchite con contenuti in francese e in inglese che raccontano anche storie e aneddoti relativi agli autori o alle tecniche di realizzazione.
Attraverso l’utilizzo degli hashtag gli addetti alla gestione social del Museo individuano tematiche di approfondimento specifiche, tra queste #LaModeAuLouvre. Con questo hashtag il racconto delle opere condivise sul social network viene contestualizzato nell’epoca storica di appartenenza e si focalizza sull’abbigliamento e sugli accessori indossati dai protagonisti, aggiungendo dettagli legati agli usi e costumi del periodo di produzione.
The Girl in the Gallery
Non solo i musei e le istituzioni utilizzano i social per raccontare di arte e cultura, ma anche professionisti e appassionati si servono degli strumenti offerti dal web per divulgare notizie e approfondimenti. Cristina Giopp, storica dell’arte di Padova, attraverso l’account Instagram @thegirlinthegallery seguito da 7900 follower, visita musei in tutto il mondo e racconta le collezioni esposte. Attraverso la sua gallery è possibile vedere opere d’arte famose, scoprire opere meno note o quadri, sculture, fotografie e installazioni di artisti contemporanei.
Nei suoi post le fotografie la ritraggono quasi sempre mentre osserva le opere, il suo è un punto di vista soggettivo, diverso da quello utilizzato dai canali istituzionali, arte e social media vengono proposti con un approccio meno formale ma comunque approfondito, nelle didascalie non mancano nomi degli autori, titoli delle opere, della mostra e del museo che li ospita.
Google Arts & Culture
Il progetto Google Arts & Culture è stato lanciato il 1º febbraio 2011 da Google, è un’app che raccoglie online immagini in alta risoluzione di opere d’arte esposte in vari musei in tutto il mondo, oltre ad offrire la possibilità di una visita virtuale delle gallerie in cui sono esposte. La visita virtuale permette di vedere le opere in alta definizione ed include opere presenti, tra le altre, presso la Tate Gallery di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, gli Uffizi di Firenze e i Musei capitolini di Roma.
L’esplorazione dei musei utilizza la stessa tecnologia utilizzata dal progetto Street View, sempre di Google e le immagini presenti sul sito hanno una risoluzione di 7 gigapixel (7 miliardi di pixel). A queste funzioni l’app aggiunge contenuti sempre aggiornati, con selezioni di temi messi in evidenza. Ti permette di esplorare il territorio circostante segnalando mostre ed eventi, di salvare contenuti nel profilo personale e di condividerli sui social.
L’ultima funzione aggiunta all’app è Art Selfie. Scattandosi un selfie il sistema analizza le migliaia di opere digitalizzate appartenenti ai musei di tutto il mondo e seleziona l’immagine che più somiglia alla fotografia appena scattata.
Art Selfie utilizza un software di riconoscimento facciale basato sulle soluzioni di machine learning che mettono a confronto le immagini generando delle schede in cui la propria foto è associata a un ritratto, ciascuno con una percentuale di matching fra i propri lineamenti e quelli del soggetto immortalato. Provando con più scatti e cambiando espressione, si ottengono in risultati diversi ma alcuni sono ricorrenti. Anche se il ritratto non è del tutto coincidente, quasi sempre si notano dei punti comuni sorprendenti. Attraverso questo approccio divertente è possibile avvicinarsi all’arte e magari conoscere il lavoro di un artista sconosciuto.
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In copertina Photo by Daniele Riggi on Unsplash