La redazione di Habitante.it ha avuto il piacere di intervistare l’architetto Vincenzo Izzo dello studio di Architettura e Interior Design NLCA.
Conosciamo Vincenzo Izzo dello studio di Architettura e Interior Design NLCA
Salve architetto, grazie anzitutto per aver accettato di concedere questa intervista alla redazione di Habitante. Qual è stata l’ispirazione dietro la fondazione di NLCA nel 2017?
Grazie a Lei per avermi invitato. Lo studio nasce dopo anni di proficua esperienza professionale all’interno dello Studio Ics+ Architetti Associati, di cui sono stato socio fondatore e rappresenta una nuova tappa del mio percorso professionale. NLCA nasce con l’obiettivo di trasferire nella pratica professionale il bagaglio di esperienze acquisite cercando di approfondire le potenzialità e i vincoli della contemporaneità attraverso il linguaggio dell’architettura e del design.
Come l’approfondimento delle “implicazioni umanistiche” nella progettazione si riflette nei suoi progetti?
Viviamo in una dimensione complessa caratterizzata dal continuo susseguirsi di innovazioni tecnologiche e informatiche. Queste, tuttavia, sembrano scalfire solo superficialmente il nostro comparto. Molti trends trovano una legittimazione esclusivamente in se stessi e hanno poca attinenza con le finalità dell’Architettura, del Design e dell’Urbanistica che riguardano da vicino la vita quotidiana delle persone. Si tratta, quindi, di avere un approccio progettuale in grado di conciliare realmente l’innovazione e la capacità inventiva in una prospettiva mirata a una più sostenibile e attenta trasformazione dell’ambiente che ci circonda.
Per fare questo occorre avere sempre presenti le profonde radici culturali e le ampie implicazioni che entrano in gioco quando si opera in settori che incidono profondamente sulle dinamiche collettive. Ritengo sia sempre più necessario operare con maggiore consapevolezza e impegno in un ottica di lungo periodo che è, fondamentalmente, quella propria dell’architettura.
Nel suo approccio alla progettazione architettonica, come bilancia la ricerca della Qualità Abitativa, l’attenzione all’Estetica e la correttezza delle Tecnologie?
È un po’ la conseguenza di quanto appena detto. La progettazione è in fondo la “proiezione” di qualcosa che dovrà essere realizzato per qualcuno. Immagino, quindi, che chi dovrà abitare quell’architettura, dovrà sentirsi estremamente a suo agio al suo interno, dovrà avere sensazioni di benessere percettivo e dovrà sentirsi al sicuro. La scelta dei materiali e delle tecnologie dovrà essere quella più adatta alla funzione, alla dimensione e alla forma, quest’ultima dovrà essere la più adatta al contesto climatico e alla morfologia del luogo e alle esigenze di chi dovrà abitarla.
Le ricadute in fase di realizzazione e in fase di esercizio dovranno essere le più basse possibili in termini ambientali ed economici. Sono queste valutazioni di tipo immateriale che non risentono della moda del momento o di uno “stile preconfezionato”, ma rispondono a criteri che non perdono il loro valore nel tempo. Tenere in equilibrio questi aspetti cercando di non tralasciarne alcuno, costituisce, a mio parere, un punto imprescindibile della progettazione.
Come avviene la condivisione delle fasi del progetto con i Clienti e in che modo questo contribuisce al risultato finale dell’architettura?
Si tratta di un percorso da fare insieme. Maggiore è la capacità di dialogo, di ascolto e di confronto, più è facile raggiungere un eccellente risultato finale. Nel corso dei primi incontri vengono definiti gli obiettivi, la dimensione dell’intervento, le sue finalità, i tempi e il budget. Questa prima fase è la più importante per definire l’indirizzo dell’intervento, delineare con una certa precisione le aspettative, stabilire i punti principali intorno ai quali costruire il progetto.
Una volta individuate le linee guida, saranno realizzati design concepts di sintesi in pianta, rendering e viste tridimensionali significative, in modo da rendere più chiara e comprensibile l’idea di progetto. L’obiettivo è quello di definire quanto più è possibile, in questa fase preliminare della progettazione, gli aspetti principali della proposta.
Nelle fasi successive saranno prodotti i grafici con i dettagli costruttivi e decorativi, gli schemi delle predisposizioni impiantistiche, la disposizione e la scelta degli elementi d’illuminazione, i particolari d’arredo e le finiture, in pratica quanto occorre per una corretta esecuzione dell’idea progettuale.
Qual è il ruolo del Disegno Urbano nel suo studio e come si relaziona con la progettazione architettonica? E in che modo affronta la sfida di generare un rapporto equilibrato tra la dimensione fisica e quella qualitativa dell’ambiente costruito nel disegno urbano?
Il disegno urbano e l’architettura sono fortemente connessi. La Città, in fin dei conti, è l’estensione delle luoghi che “abitiamo”. Un’architettura sostenibile funziona se il disegno della Città risponde a criteri analoghi. Il comportamento di un edificio, anche ben progettato, inserito in uno spazio che è un “isola di calore” è evidentemente diverso da quello dello stesso edificio dove la temperatura nei mesi estivi è mitigata dalla presenza di alberature.
Lo stesso vale se le pavimentazioni stradali impermeabilizzano il suolo o, al contrario, hanno la caratteristica di essere drenanti, se il contesto urbano è dotato di spazi collettivi attrezzati per la fruizione da parte di tutte le fasce d’età, se sono presenti percorsi pedonali, ciclabili, ecc.
Queste scelte influiscono molto sul funzionamento e sulle finalità dell’architettura, sul nostro benessere psico fisico e in definitiva sulla qualità complessiva della nostra vita. Lo spazio urbano deve essere uno spazio vivo e vitale, il suo disegno, e quello degli elementi che lo compongono, non può prescindere da queste caratteristiche.
Quali sono i principi guida nella sua pratica di Interior Design e come traduce le aspirazioni dei clienti in segni e atmosfere?
Ogni luogo condensa la personalità, lo stile di vita e le esigenze di chi lo vive. I principi che orientano la mia attività in questo ambito, mirano a dare una risposta a questi aspetti, traducendoli in percorsi, spazi funzionali, relazioni spaziali, percezioni in grado di restituire a chi vi abita un senso di appartenenza e di riconoscibilità.
La finalità dell’Interior design è, appunto, quello di dare una forma complessiva agli spazi interni non solo attraverso la definizione di criteri esclusivamente estetici. Ogni elemento del progetto assolve a una specifica funzione e, al tempo stesso, contribuisce al risultato finale. Un po’ come le tessere di un mosaico.
Come considera l’uso di materiali, distribuzione degli spazi, luci e colori nel suo approccio all’Interior Design? Come avviene il dialogo con il cliente durante la fase di progettazione, e come si conciliano le aspettative preliminari con le indicazioni che emergono durante i lavori?
Le rispondo in parte, prendendo come spunto uno stralcio tratto da un articolo di Eduardo Vittoria del 1973. “…la progettazione non è più soluzione ottimale e definitiva, ma un insieme di tentativi, di ipotesi, di anticipazioni, ma anche di pregiudizi da verificare: è il prodotto delle nostre attività intellettuali e non il risultato di un nostro stato mentale di grazia –Eduardo Vittoria “Tecnologia, progettazione, architettura” in Casabella, n° 375, 1973.
Nel corso dell’iter progettuale accade naturalmente che vengano rivisti gli obiettivi iniziali. Il confronto tra Clienti e Progettista ha proprio questo scopo. La soluzione che progressivamente prende forma, nasce dalla verifica delle aspettative iniziali e dalla possibilità di migliorarle o modificarle è, appunto, “il prodotto delle nostre attività intellettuali” non un atto basato su criteri estemporanei.
La distribuzione degli spazi, l’uso delle luci, la scelta dei materiali è quello che rende possibile dare concretezza al progetto. Oggi, come non mai, disponiamo di una quantità di soluzioni tecniche e materiali, rispetto a un passato anche recente, che ci consente di qualificare dettagliatamente ogni aspetto del progetto nella sua realizzazione.
Spostiamo il focus verso il mondo degli e-commerce nel settore arredo casa. Una recente ricerca di mercato ha evidenziato che il settore dell’e-commerce di arredamento ha subito una crescita costante e significativa, con un aumento del 30% delle vendite online nel corso dell’ultimo anno. Il 78% degli acquirenti nel settore dell’architettura di interni ha dichiarato di utilizzare piattaforme digitali come fonte principale per la ricerca e l’acquisto di prodotti. Alla luce di questi dati, come pensa che l’e-commerce influenzi il percorso di progettazione degli spazi del futuro e l’esperienza di acquisto dei clienti? E qual è il suo punto di vista sull’importanza crescente dell’e-commerce nel settore dell’architettura di interni?
Le possibilità offerte dall’e-commerce hanno aperto la strada a profondi cambiamenti delle nostre abitudini. Acquistare online elementi d’arredo permette di avere a portata di mano una scelta molto più ampia di prodotti rispetto al negozio fisico, al tempo stesso, consente di effettuare facilmente ricerche per trovare la soluzione d’acquisto più rispondente alle proprie esigenze.
Dal mio punto di vista e-commerce e negozio fisico rispondono alle differenti esigenze che può avere il Cliente in un determinato momento, l’uno non esclude l’altro. Nel settore dell’architettura d’interni, in particolar modo per i progettisti, l’e-commerce, rappresenta un opportunità per ampliare il panorama dei prodotti disponibili sul mercato e per confrontare velocemente tra loro soluzioni diverse.
Grazie per averci concesso il suo tempo. Prima di concludere, vuole condividere con i nostri lettori dei progetti che lei ha per il futuro del suo studio?
Continuerò ad approfondire gli ambiti della Progettazione con particolare attenzione alle tecnologie costruttive del legno e al tema della sostenibilità in architettura e nel disegno urbano. Alla luce di quanto appena detto relativamente all’e-commerce, occuperà un posto importante tra i progetti dello Studio anche il Design di oggetti autoprodotti. Non mancherà un posto per la sperimentazione delle possibilità offerte dall’AI che, sicuramente, rappresenterà un fattore di svolta della metodologia operativa nei prossimi anni.