Ogni anno, nell’ultimo fine settimana di settembre, si rinnova l’appuntamento con la Fiera del Casoncello De.Co. di Barbariga. Un evento di partecipazione collettiva a sostegno dei suoi abitanti e di popolazioni colpite dal terremoto.
Ancora pochi giorni ci separano dalla Fiera del Casoncello – giunta alla 16ª edizione – che apre i battenti dal 26 al 29 settembre 2019.
Non solo un evento di partecipazione locale e di riscoperta di antiche tradizioni, ma anche un momento per sostenere le associazioni ed eventi di utilità sociale. Le attività di beneficenza hanno ad esempio permesso di raccogliere 10.000 euro donati alle città di Acquasanta e Amatrice colpite dal terremoto.
Un esempio virtuoso di partecipazione collettiva, da imitare, e di economia al femminile, a sostegno di un intero paese e di territori in difficoltà.
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Ma veniamo alla specialità attorno cui tutto quanto si muove.
Umida, fresca e profumata. Morbidissima al tatto, mentre si amalgama con paziente attenzione per darle il giusto spessore.
La pasta fresca, si sa, non è un semplice alimento ma, un fiore all’occhiello della gastronomia italiana. Per qualcuno un ricordo d’infanzia, per altri un momento di festa da condividere, ma il più delle volte un rito che si tramanda di generazione in generazione.
Come a Barbariga patria del famoso Casoncello con “la coda”.
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È la variante bresciana del raviolo, le cui origini si perdono nella storia delle paste ripiene italiane. Una soluzione facile e veloce per riciclare avanzi in cucina e verdure.
Un piatto nato povero, ma talmente buono che dal 2004 la ricetta della nonna può fregiarsi anche della Denominazione Comunale di Origine (De.Co). Addirittura brevetta per proteggerne la qualità di una tradizione antica di secoli.
Questo perché se è vero che il casoncello è diffuso un po’ su tutto il territorio bresciano, quello che nasce dalla tradizione culinaria di questo piccolo paesino della Bassa ha una sua ben specifica ricetta.
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Il disciplinare è chiaro: Una pasta sottile, fatta con acqua farina e uova. Chiusa rigorosamente a mano, per darle la famosa forma a caramella. Farcita con erbette locali, noce moscata, prosciutto cotto, pane grattugiato e grana padano. E quando il casoncello, ancora caldo, incontra i rebbi di una forchetta che ne pungono il cuore morbido, lasciando che pasta e farcia si mescolino al sapore del burro fuso profumato verde salvia, il tempo si ferma, per permettere a chiunque faccia la sua conoscenza di sperimentare un gusto, un profumo e una forma unici.
Unico certamente, anche perché il procedimento rimane un segreto ben custodito dalle donne del posto, così come le dosi esatte per equilibrare tutti i sapori.
Cinque milioni e mezzo di dozzine vendute all’anno destinate a privati, ristoranti e grande distribuzione.
A Brescia e provincia non c’è ristorante che non abbia, in menù, il piatto e non c’è negozio di alimentari o gastronomia che non abbia, tra i suoi prodotti, i Casoncelli di Barbariga.
Nel video: Italmark – Produttori Locali – Casoncelli di Barbariga
Un piatto ricco e nutriente, che è possibile gustare anche direttamente nei luoghi in cui è stato pensato.
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