Tra le iniziative sostenibili nel mondo – La Scarzuola, la città ideale di Tommaso Buzzi. Fu concepita e costruita nel ventesimo secolo dall’architetto milanese come personale interpretazione della “Città Ideale”. Infatti, più che che un luogo da visitare, è un progetto in cui, attraversando un magico sentiero, l’anima trova sé stessa.
La Scarzuola, la Città Ideale di Tommaso Buzzi
La Scarzuola è una piccola località rurale che sorge nella città di Montegabbione in Umbria, in provincia di Terni, nelle vicinanze di un antico convento francescano. La Città Ideale di Tomaso Buzzi è famosa per essere un “posto per l’anima”, un complesso urbano surreale, un progetto più metafisico che reale. Infatti, questa Città Ideale rappresenta un percorso onirico e iniziatico, fatto di costruzioni simboliche che conducono progressivamente il “viaggiatore” a una vera e propria rinascita. Il progetto di Buzzi è un’opera incompleta, tuttavia le simbologie e i segreti che caratterizzano questo luogo magico continuano a vivere grazie a Marco Solari, nipote dell’architetto.
La Scarzuola e il progetto di Buzzi
Buzzi è uno dei principali designer italiani del Novecento, ricordato anche come architetto di giardini, restauratore, inventore e arredatore di importanti palazzi nobiliari. Nel dicembre del 1956, divenne il nuovo proprietario della Scarzuola. Dal 1958 al 1978, l’architetto progettò e costruì la sua Città Ideale, nella valletta dietro al convento, una grande scenografia teatrale che egli definì “un’antologia in pietra”, rimasta volontariamente incompiuta, che permise il recupero di esperienze visive del passato. Infatti, Buzzi ha saputo realizzare qualcosa di surreale e onirico, un’architettura che è metafora di un viaggio mistico-esoterico.
La Città Ideale – l’opera incompiuta e il fascino delle Rovine
La Città Ideale è in viaggio che non ha fine, un’opera incompiuta che racchiude in sé “il fascino del Non-Finito” intrinseco anche nelle Rovine. Infatti, danno entrambi all’architettura la quarta dimensione del tempo. Il suo progetto è concepito come una “macchina teatrale” che vuole recuperare esperienze visive del passato a tema scenografico. Non a caso si ispira ad architetture come Villa Adriana, il Partenone, il Colosseo e Villa d’Este a Tivoli.
Il percorso iniziatico della Città Ideale
La Città Ideale della Scarzuola, definibile come un museo a cielo aperto, è un complesso architettonico che si sviluppa dentro una spirale composta da pergolati. All’interno di questa spirale è collocata un asse verticale che conduce a un anfiteatro. Proseguendo il percorso si arriva al teatro agnostico, al teatro erboso e alla torre della colonna rotta. A delimitare quest’asse, si trova il teatro delle api a sinistra, il palcoscenico con labirinto musicale al centro, e l’Acropoli a destra.
Questo complesso urbano disegna un percorso iniziatico e alchemico ricolmo di simboli e segreti, riferimenti e citazioni. Le costruzioni che si incontrano, raggruppate in sette scene teatrali, simboleggiano i diversi aspetti della psiche e portano progressivamente il “viaggiatore” a una rinascita. Infatti, la complessa simbologia creata da Buzzi permette di individuare una seconda interpretazione dell’intero complesso urbano. L’intricato percorso iniziatico, che si dipana tra gli edifici della città, rappresenta un confronto con l’inconscio e si completa attraverso una serie di incontri con figure archetipiche, per poi scendere nelle parti più profonde e buie dell’inconscio fino ad arrivare all’Acropoli, simbolo della piena realizzazione del Sé.
Visitare La Scarzuola
Alla morte di Buzzi, nel 1981, il nipote, Marco Solari, diventa erede della Scarzuola. È lui che accompagna i visitatori lungo il percorso della Città Ideale, raccontando tutti i simboli e i segreti dell’opera dello zio. La Scarzuola è aperta tutto l’anno ed è possibile prenotare le visite, della durata di un’ora e mezza, sul sito ufficiale, scegliendo data e orario.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Si narra che in questo luogo nel 1218,San Francesco costruì una capanna con la Scarza, una pianta palustre della zona, e nel punto in cui aveva piantato una rosa e un alloro, sgorgò miracolosamente una fontana. È lì che i Conti di Marsciano fecero costruire un convento.
- L’architetto milanese, tra gli anni ‘30 e ‘50, era un prediletto dai “famosi”, uno status symbol per i committenti: progettò anche casa Agnelli e la prestigiosa Villa Necchi Campiglio a Milano, oggi dimora storica tutelata dal FAI.
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