Tra le più importanti iniziative sostenibili nel mondo, negli ultimi anni il tema della moda sostenibile e dei filati naturali è un argomento di tendenza sia tra le grandi griffe che tra i piccoli brand. Già nel 2000, per esempio, Giorgio Armani intraprese una campagna volta a sponsorizzare la produzione di fibra naturale di canapa.
Le coltivazioni di canapa di Giorgio Armani
Il lungimirante brand Giorgio Armani già nel lontano 2000 collocò, grazie ad un progetto innovativo, nei pressi di Piacenza, una coltivazione di canapa industriale. La canapa è una pianta dalle mille proprietà e la sua produzione, grazie a moderne tecnologie avviene nel completo rispetto dell’ambiente. In quegli anni Giorgio Armani riuscì a distribuire in tutto il mondo un’intera collezione caratterizzata da filati naturali. Più precisamente la linea Armani Jeans Primavera Estate 2002 fu realizzata grazie all’utilizzo di filati naturali ricavati dal lino, dal cotone naturale, e dalla canapa di provenienza estera. A quei tempi infatti, i filati di canapa di provenienza italiana erano prodotti solo in minima parte da Coltivazioni Sperimentali. L’industria sembrava molto ricettiva, ma in Italia era ancora necessaria una svolta strategica per favorire la fornitura e la trasformazione della pianta di canapa in semilavorati.
Le iniziative sostenibili nel mondo: la filiera industriale della canapa
La moda sostenibile e i filati naturali
Oggi i filati naturali denotano la moda sostenibile. La produzione di fibre naturali oltre ad essere di vitale importanza per le economie di molti paesi in via di sviluppo gioca un ruolo chiave per l’economia green del nuovo millennio. In quanto sono rinnovabili, o meglio biodegradabili e riciclabili perché generano solo rifiuti organici alla fine del ciclo produttivo. High-tech, infatti hanno proprietà come resistenza meccanica e peso ridotto che le rendono utilizzabili in molti settori. Alla moda e salutari rispetto a tessuti sintetici che spesso causano eruzioni cutanee e allergie. Pertanto, la sfida di amanti del fashion, influencer e designer è quella di denunciare la dipendenza dell’industria tessile da sostanze nocive e tossiche ed ha come obiettivo la creazione di una produzione tessile green, innovativa e sostenibile.
I filati naturali e i brand sostenibili in Italia
In Italia, tra i diversi progetti sostenibili, spicca per interesse e fama quello portato avanti dal brand Orange Fiber. Questo da semplice Start Up, è riuscito a chiudere un contratto con la conosciuta Casa di Moda Salvatore Ferragamo, realizzando una Capsule Collection interamente eco-friendly. Orange Fiber sviluppa filati cosm-etici, innovativi, vitaminici e ecosostenibili partendo dagli agrumi. Questo materiale infatti è stato brevettato a partire dal riciclo di 700.000 tonnellate di sottoprodotto dell’industria agrumicola siciliana e risolve uno dei principali problemi ambientali, cioè lo smaltimento degli scarti di lavorazione. Tra i giovani designer italiani invece, eccelle Silvia Giovanardi. La stilista sceglie fibre naturali come cotone, lino e seta e fibre ecologiche ricavate da soia, mais e latte, unite a tecniche di colorazione naturali artigianali, tra cui curcuma e frutti rossi, per la creazione di capi d’abbigliamento secondo ritmi naturali e non frenetici.
Le iniziative sostenibili nel mondo: la Moda Sostenibile e la Comunicazione Digitale
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Solidea, l’azienda di Castel Goffredo, ha dato vita nel 2019 al progetto Solidea Green Attitude volto alla tutela dell’ambiente, nel quale si inserisce anche la nuova collezione Socks for you. Una linea di gambaletti unisex, realizzati in pregiato filato di viscosa di bambù.
- La ginestra è una pianta a portamento arbustivo, perenne, con lunghi fusti e la sua distribuzione in Italia è comune su tutto il territorio. Oggi i rami della ginestra sono utilizzati per realizzare scope, cesti e stuoie o per consolidare terreni franosi soprattutto lungo le strade ferrate e le autostrade. Invece, durante la Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui esistevano i ginestrifici, da questa pianta era ricavata una fibra tessile naturale per la produzione di resistenti corde e indumenti. Questa sostituiva la fibra di juta e cotone che dovevano essere importate. Tuttavia, con l’avvento delle fibre sintetiche si è perso l’interesse per la fibra di ginestra, la cui produzione è sopravvissuta in piccola scala in poche comunità della Calabria e della Basilicata.
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