Tra le iniziative sostenibili nel mondo ci sono le comunità intenzionali, o meglio conosciute con il nome di ecovillaggi. Sinonimo di autogestione, sostenibilità e autosufficienza alimentare. Questi in poche parole sono caratterizzati da un gruppo di persone che vivono e lavorano insieme nel rispetto di alcuni princìpi.
L’organizzazione degli ecovillaggi
L’ecovillaggio è un tipo di comunità basata esplicitamente sulla sostenibilità ambientale. È una sorta di cohousing, nato però molti anni prima che in Italia si parlasse di cohousing. Un ecovillaggio si fonda su un’organizzazione della vita e del lavoro fortemente collettivista, comunitaria e priva di gerarchie. I principi di questo tipo di comunità, secondo l’ecologo ed agronomo australiano David Holmgren sono i seguenti:
- adesione volontaria dei partecipanti e condivisione dei principi fondanti;
- nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale;
- uso di energie rinnovabili;
- autosufficienza alimentare basata su forme di agricoltura biologica.
Gli obiettivi socioculturali degli ecovillaggi
Negli ecovillaggi ci sono nuove forme di convivenza, nate per rispondere a problemi quali la disgregazione del tessuto familiare, culturale e sociale della condizione postmoderna e globalizzata. Infatti, rappresentano un laboratorio, una forma sperimentale di ricerca verso stili di vita alternativi ai modelli socio-economici più sostenibili. L’ecovillaggio tende al massimo dell’autosufficienza, in modo da soddisfare il più possibile, al suo interno, ogni esigenza dei suoi membri dal lavoro, all’intrattenimento. Dallo svago, all’espressione di sé e all’educazione. Proprio per questo l’ecovillaggio rappresenta un modello sostenibile, sia sul piano economico, che sociale ed ecologico. Infatti, un altro punto caratterizzante gli ecovillaggi è il principio del consenso secondo il quale ogni decisione deve essere presa all’unanimità.
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Gli ecovillaggi in Italia
Utopiaggia: un ecovillaggio nel cuore verde d’Italia
Nei primi anni ’80, un gruppo di circa 50 tedeschi decise di fondare Utopiaggia, una comunità in provincia di Terni. Il loro sogno era quello di creare un’esperienza di vita comunitaria nel segno dell’autogestione e della piena autosufficienza. Oggi questa comunità è formata da 19 persone che sembra abbiano trovato la piena realizzazione del loro sogno. Gli orti, gli ulivi e il bestiame di cui l’ecovillaggio dispone, infatti, hanno permesso di raggiungere una sostanziale autonomia alimentare. Dal punto di vista economico, la maggior parte dei membri svolge una professione all’esterno della comunità. In questi casi i profitti restano, ovviamente, al singolo, il quale è però tenuto a versare una quota mensile nella cassa comune. Altri membri hanno invece fondato una cooperativa interna in cui si producono tessuti, ceramiche e formaggi.
Urupia, un’esperienza di vita comunitaria in Salento
Urupia nasce nel ’95 a Francavilla Fontana, tra Brindisi e Taranto, grazie all’incontro fra i redattori di Senza Patria, una rivista dell’epoca, e alcuni ragazzi tedeschi di estrema sinistra. Questi, dopo la ristrutturazione degli edifici e la messa a coltura dei terreni, hanno creato una comunità che non si è più fermata fino ad oggi. Infatti, grazie ai circa trenta ettari di orti, ulivi, vigne e frutteti, Urupia ha raggiunto la piena autonomia economica. Tuttavia, in questo ecovillaggio, l’organizzazione del lavoro e delle risorse economiche sembra essere più rigida rispetto a Utopiaggia. Infatti, vige il baratto e la totale assenza sia di proprietà privata sia di lavoro dipendente salariato. Ogni membro, sceglie il lavoro che reputa migliore per lui, e con esso contribuisce alla vita economica collettiva, godendo in ogni caso degli stessi diritti e delle stesse garanzie di tutti gli altri.
Ecovillaggi in Italia: la lista delle comunità sostenibili dove vivere
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Un’importante spinta allo sviluppo degli ecovillaggi si ha nel 1995, con la fondazione della Global Ecovillage Network (GEN), un’associazione che promuove la conoscenza e l’interscambio di informazioni tra i diversi ecovillaggi presenti nel mondo.
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