Il rito funebre, che si celebra in seguito alla morte di una persona, varia da cultura in cultura. Di solito dopo la morte si pratica la sepoltura nel terreno o la cremazione. In Italia la maggior parte della popolazione opta per la sepoltura tradizionale. Ciò sta producendo un sovraffollamento nei cimiteri e un consumo del suolo con un impatto negativo sull’ambiente causato dai loculi cimiteriali in cemento. Tra le iniziative sostenibili nel mondo, anche il mercato funerario si sta innovando. Capsula Mundi è la sepoltura sostenibile per diventare alberi dopo la morte.
Capsula Mundi, un’alternativa alla sepoltura tradizionale
Le usanze funebri sostenibili sono varie, come i metodi tradizionali, e utilizzano in tutte le fasi del processo materiali biodegradabili. Capsula Mundi è un progetto italiano che propone un approccio innovativo al tema della morte. Il corpo del defunto, vestito con abiti realizzati con tessuti in fibre naturali come cotone, seta o lino, è collocato in un contenitore ovale realizzato con un materiale biodegradabile. La capsula può contenere anche le ceneri del defunto e sopra di essa, dopo la sepoltura, viene piantato un albero, scelto in precedenza dal defunto. È questo il messaggio del progetto: piantare un albero invece di innalzare una lapide di cemento.
Perché scegliere la sepoltura sostenibile
Ogni anno in Italia si abbattono 50 km quadrati di bosco per costruire bare che una volta nel sottosuolo, iniziano ad inquinare le falde acquifere con le sostanze utilizzate, vernici, lacche e zinco. Anche la cremazione rilascia nell’aria gas serra e sostanze tossiche. I vantaggi di una sepoltura sostenibile provengono non solo dall’eliminazione di questi fattori, ma anche dallo sviluppo dei cimiteri verdi. Il progetto Capsula Mundi si propone come una soluzione più economica sia per le famiglie, sia per l’ambiente. La sepoltura sostenibile infatti contrasta la deforestazione e l’inquinamento del suolo e offre la possibilità di conservare e ripristinare il terreno. L’idea sta spopolando nel mondo: nel Regno Unito le aree adibite a “cimiteri verdi” sono già più di 200 e negli Stati Uniti circa una dozzina.
Design e sostenibilità: l’importanza delle piccole scelte quotidiane
Capsula Mundi: il progetto per diventare alberi dopo la morte
Il progetto Capsula Mundi nasce da una riflessione sul ruolo del design nei confronti della morte, spesso vissuta come un tabù. La morte rappresenta un passaggio inevitabile per ricongiungersi alla natura. I designer Anna Citelli e Raoul Bretzel, fondatori del progetto, hanno deciso di ridisegnare la bara, oggetto dimenticato dal design, utilizzando materiali ecologici e simboli di vita, laici e universali, per non interferire con le tradizioni culturali e religiose legate a questo rituale. Per produrre una bara si abbatte un albero ad alto fusto, spesso di essenza pregiata. È un oggetto con un ciclo di vita molto breve e con un alto impatto ambientale. Grazie a Capsula Mundi si ha la possibilità di piantare un albero, invece di abbatterlo. In questo modo il cimitero potrà assumere una nuova conformazione: non ci saranno più loculi o lapidi in marmo e pietra, ma alberi vivi e vegeti. Albero dopo albero, il cimitero diventerà un “bosco sacro” custodito e protetto dalla collettività.
Iniziative sostenibili: a che punto siamo un Italia
Il progetto Capsula Mundi è stato presentato nel 2003 al Salone del Mobile di Milano. Da quel momento è iniziato un percorso di sensibilizzazione culturale. Tuttavia in Italia l’attuale normativa cimiteriale, che risale al “Regio Decreto” del 1934, non consente le sepolture verdi come Capsula Mundi per il corpo, ma è praticabile solo l’uso delle urne biodegradabili.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Il Consiglio verde della sepoltura, un’organizzazione senza scopo di lucro, promuove pratiche funerarie sostenibili.
- I sepolcri ibridi sono cimiteri che praticano entrambe le sepolture verdi e tradizionali. Tali cimiteri devono designare una zona di terra per le sepolture verdi, e utilizzare in quella zona solo prodotti biodegradabili.
- La National Funeral Directors Association e altre organizzazioni come SEFIT, stanno educando l’industria funeraria e i consumatori a ripensare al rituale funebre nel rispetto dell’ambiente.
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