Si chiama ‘Ponte tra culture’ la nuova esperienza di visita proposta dal FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano. È attesa per sabato 23 e domenica 24 marzo, quando più di 1000 beni FAI verranno aperti a tutti in occasione delle Giornate di Primavera, come vi abbiamo già ricordato in questo articolo.
L’Italia intera custodisce moltissimi tesori che si sono arricchiti grazie al contributo dei diversi popoli che si sono succeduti nel corso dei secoli. Molte di queste bellezze appaiono come autentici scrigni che vengono aperti in rare occasioni, una di queste è proprio quella del prossimo fine-settimana.
«La nostra patria è un amalgama di metalli preziosi ora indigeni, ora forestieri, persino esotici, che hanno dato vita al più significativo e bel crogiolo del nostro pianeta»
Così ha dichiarato Andrea Carandini, presidente del FAI, durante la conferenza stampa organizzata per presentare gli appuntamenti della prossima edizione delle Giornate di Primavera FAI alla presenza del ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Alberto Bonisoli.
E se il territorio muta e si evolve a pochi chilometri generando una diversità unica nel mondo, da pochi anni si è scelto di mostrare questa varietà in un modo del tutto originale.
Ma, per l’esattezza, di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto a Graziana Orsi, referente del progetto nell’area di Napoli.
Innanzitutto Graziana parlaci un poco di te: come mai hai scelto di entrare nel FAI e qual è il tuo ruolo?
Posso dire di essere un’autentica appassionata d’arte sin da quando partecipavo, da visitatrice, alle Giornata di Primavera per visitare i magnifici luoghi della mia regione, la Campania. Non mi sono mai persa un’edizione! Inoltre, ho seguito i corsi universitari in Storia dell’Arte all’Università di Napoli, dove mi sono laureata un anno e mezzo fa. Ma è stato tre anni fa il momento in cui ho deciso di buttarmi in una nuova avventura per contribuire attivamente ad un progetto di integrazione culturale promosso dal FAI.
Hai centrato il nocciolo: in che cosa consiste questo progetto e come è nato?
Il ‘Ponte tra culture’ è un progetto nato a Brescia, con la necessità di fare qualcosa per favorire l’integrazione dei migranti. Nel 2008 Giosi Archetti, presidente dell’Associazione amici del FAI a Brescia, ha avuto l’illuminazione: perché non insegnare loro la storia della città in cui vivono e dei luoghi d’arte così da farli sentire più a casa loro? È stata proprio questa ricerca del senso di appartenenza che mi ha stregata sin da quando ho conosciuto l’iniziativa, anche perché io sono italo-francese ed il legame con queste due nazioni mi è molto caro, così, credo possa essere anche per altre persone che, come me, amano l’arte. Così quando ‘il Ponte’ è giunto a Napoli nel 2015 non mi sono tirata indietro ed ho sentito il dovere di partecipare all’organizzazione dei corsi di formazione per stranieri provenienti dagli altri paesi europei, dal Centro e Sud America, dall’Africa.
Quante nazionalità avete registrato nell’ultima edizione?
In occasione del lancio della seconda edizione del corso per Mediatori artistico-culturali che si è tenuto presso il museo Madre-Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli abbiamo ricevuto circa 110 richieste. Purtroppo ne potevamo accettare solamente una trentina, per cui abbiamo registrato 25 nazionalità, per un totale di 16 lingue. Di certo sarebbero state di più. Le lezioni si sono tenute in italiano, perché è giusto che proprio la nostra lingua ed il patrimonio italiano fungano da legante tra i nuovi ‘addetti ai lavori’. Abbiamo dovuto selezionare i più volenterosi e patiti d’arte, in quanto saranno loro i veri protagonisti della prossima edizione che si aprirà a breve con le Giornate di Primavera del prossimo fine-settimana. La figura del Mediatore deve facilitare la conoscenza dei luoghi d’arte in maniera informale non solo agli italiani, ma anche alle comunità straniere. E saranno loro a guidare i connazionali nella scoperta dei monumenti usando le loro lingue madri.
È un’esperienza piena di ostacoli, soprattutto oggi, ma di certo è anche ricca di soddisfazioni, non è così?
Sì, assolutamente. Già il fatto di aver ricevuto più richieste del previsto alla partecipazione dei corsi la dice lunga. Per esempio, il mese scorso si è tenuto il convegno nazionale di mediatori a Brescia, il luogo simbolo di questo progetto che poi si è esteso a livello nazionale. Ci ha accolto il presidente del FAI, Andrea Carandini, il quale crede al 100% a questa sfida, tanto da aver informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’impegno di migliaia di giovani come me e di altri amici non-italiani, ma che amano le bellezze del territorio.
A proposito di territorio: in quali città potremo venire a trovarvi?
Oltre a Napoli potrete visitare alcuni siti con i Mediatori del ‘Ponte tra culture’ a Brescia, Milano, Bologna, Ravenna, Matera e da quest’anno anche Roma sarà inclusa nella rete del ‘Ponte tra le culture’. L’ampliamento della rete significa che i nostri sforzi stanno avendo un buon riscontro e ne siamo felicissimi!
Un notevole passo avanti per il progetto… in bocca al lupo!
Crepi il lupo, vi aspettiamo numerosi sabato 23 e domenica 24 nei siti FAI, ma anche durante l’anno con altre iniziative culturali…
A questo punto sorge spontaneo pensare che la Bellezza appartiene a tutti senza distinzioni.