Energy Valley è un polo tecnologico e agro-ambientale che si regge su tre pilastri: innovazione, tecnologia e sostenibilità. Tutto questo con un’idea speciale: diversi animali, tra cui le api, vigilano sull’ambiente.
Le api vigilano sull’ambiente della Val d’Agri
Eni punta a coniugare crescita economica, inclusione sociale e rispetto dell’ambiente in Val d’Agri, la valle del più grande giacimento europeo di petrolio su terraferma, situata in Basilicata. Nasce così un hub dell’innovazione all’interno di un polmone verde vicino all’impianto petrolifero: 70 ettari di terreno in espansione, visto che la pandemia ha solo rallentato gli investimenti. Circa dieci milioni degli 80 previsti sono stati già spesi.
L’obiettivo è quello di realizzare una macro-area agro-produttiva attrezzata vicino al Centro olio Val d’Agri per garantire una maggiore integrazione tra contesto industriale, naturale e sociale. Il tutto è partito dal Centro di monitoraggio ambientale Gea (Geomonitoraggi emissioni ambientali), primo esempio del genere realizzato da un’azienda privata, che ha fatto del Distretto meridionale Eni un modello nell’adozione di tecnologie digitali più innovative.
Gea è una struttura ad alta tecnologia che raccoglie ed elabora ogni giorno i parametri ambientali acquisiti dalle reti di monitoraggio su un’area di circa 660 chilometri quadrati. Nasi elettronici, fonometri, centraline di rilevamento per la qualità dell’aria e per i controlli di acque e suolo nell’area del Cova, a cui si aggiungono “sentinelle” dell’ambiente: api e bovini al pascolo che svolgono un’azione di biomonitoraggio.
Come i bovini e le api vigilano sull’ambiente
Insieme a Coldiretti Basilicata, all’Azienda sanitaria di Potenza e all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata, è stata realizzata una piattaforma tecnologica per dotare i bovini al pascolo nelle aree interessate dalle attività di Eni in Val d’Agri, di collari intelligenti che tracciano i loro spostamenti in relazione alle aree dove vivono e si alimentano e forniscono i dati di ogni animale. Abbinati alle analisi biologiche di laboratorio su carne e latte degli stessi bovini, danno un quadro sullo stato di salute dell’ambiente e sulla qualità dei prodotti.
Come il progetto pilota Agrivanda, realizzato con la Fondazione Eni Enrico Mattei, su circa 11 ettari di terreno. Eni punta a replicare in Basilicata con produzioni di nicchia lo schema virtuoso di accordo con i pescatori, che a Ravenna ha portato alla nascita di cooperative per la raccolta delle cozze sulle gambe delle piattaforme petrolifere e alla loro commercializzazione.
In Val d’Agri è stato scelto il settore dell’apicoltura e delle erbe officinali per la nascita di piccole filiere di eccellenza: dallo zafferano alla rosa damascena che si sono aggiunte alla lavanda (il cui primo raccolto è stato di 270 chili con oltre 1.000 sacchetti profumatori, realizzati da una cooperativa di ragazzi con disabilità) e al miele, prodotto e confezionato da apicoltori locali, precisamente 170 chili dai 12 alveari, ora saliti a 20 con 200.000 api “sentinella” per 35 chilometri quadrati di territorio da esplorare vicino al Cova.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- L’evoluzione del progetto è la nascita di un Centro di formazione e sperimentazione agricola (Casf): 25 ettari di terreni destinati a frutteti, oliveti e vigneti e a prati fioriti, con serre, sistemi di irrigazione avanzati e una stazione di meteo rilevamento digitalizzata.
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