Sono sempre di più in ogni parte del mondo i consumatori che scelgono di sostituire – del tutto o in parte – il consumo di latte vaccino con alternative vegetali.
Latte vaccino: calano le vendite
Complice la maggiore consapevolezza dei consumatori rispetto alla questione etica, salutistica e ambientale, il consumo di latte vaccino è in calo. Ad affermarlo sono le associazioni di categoria: secondo Coldiretti analizzando i dati Ismea relativi al terzo trimestre del 2019 in Italia si è registrato un calo di consumi del 2,1%. Una crisi accentuata anche dalla pandemia in corso. Motivo per cui, secondo Assolatte, il latte fresco è in calo nelle vendite in tutti i Paesi occidentali.
Una situazione che non riguarda solo l’ultimo periodo, ma che interessa il settore ormai da tempo. Solo nel nostro paese, tra il 2011 e il 2016, il consumo pro-capite di latte di origine animale è calato del 24%. Anche il “Dairy Farmers of America” ha infatti annunciato all’inizio di quest’anno che le vendite di latte sono diminuite per un valore di 1,1 miliardi di dollari nel 2018. La situazione è così seria che, secondo gli esperti, a questo settore produttivo – insieme a quello della carne – non restano che pochi anni di vita. Un report del think tank indipendente RethinkX, sulla situazione economica del mercato globale, dichiara inoltre che l’industria lattiero-casearia crollerà entro il 2030.
La scelta dei consumatori di preferire il latte vegetale al latte vaccino
I motivi che stanno alla base di questa crisi dei consumi sono vari e riguardano principalmente la risposta alle problematiche ambientali. Anche i consumatori non dichiaratamente vegani si stanno orientando verso alternative 100% vegetali: oltreoceano, il 48% degli americani che bevono latticini ora comprano anche latte a base vegetale. La percezione che chi acquista ha di questi prodotti, è che quelli plant-based sono considerati più sani rispetto alla controparte di origine animale.
Al contrario, le associazioni di categoria fanno di tutto per ribadire l’importanza del latte animale. Coldiretti ad esempio, afferma che questi prodotti “hanno il colore e la consistenza del latte, ma non ne hanno le caratteristiche nutrizionali e organolettiche. In commercio ce ne sono di diversi tipi e nel 2016 sono entrati ufficialmente nel paniere dei consumi Istat. Si tratta però di bevande che non hanno gli stessi elementi nutrizionali del vero latte”.
Secondo Euromonitor, le vendite di latte vaccino sono in calo da quattro anni e tutti i tipi (compreso quello scremato e senza grassi) registrano una diminuzione in termini di volume di vendita. Al contrario, è boom per il latte vegetale e soprattutto per quello di avena: secondo alcune analisi di mercato, il valore di questo prodotto raggiungerà in 698,8 milioni di dollari entro la fine del 2027, contro i 372,5 milioni raggiunti lo scorso anno.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Ci sono tanti tipi di latte vegetale, ognuno con le sue proprietà e benefici. Se non si ha ancora avuto modo di provarli tutti questo articolo può essere un valido aiuto per comprendere meglio questi prodotti.
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