La soluzione alternativa per una produzione alimentare sostenibile: agricoltura oceanica in 3D
L’agricoltura oceanica in 3D rappresenta un innovativo tipo di coltivazione alimentare sostenibile. Alternativa in grado di rispondere in maniera positiva alle sfide ambientali attuali, che richiedono soluzioni a basso impatto ambientale. Infatti, questo nuovo tipo di agricoltura sostenibile rivoluziona l’attuale sistema che grava troppo sull’ambiente. Basti pensare allo sfruttamento idrico di laghi, fiumi e torrenti e alla condizione disastrosa in cui si trovano i terreni. Così, pescatori e scienziati collaborano da anni per rivoluzionare il mondo dell’agricoltura e risolvere il problema dell’inquinamento prodotto dagli allevamenti intensivi. Oggi, una soluzione è quella che sfrutta le potenzialità del mare e delle alghe marine. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’agricoltura oceanica 3D.
Agricoltura oceanica 3D: cosa sono le coltivazioni sottomarine?
L’attuale sistema alimentare, basato su un’agricoltura intensiva, è ormai diventato insostenibile per il pianeta. Pertanto, grazie alle nuove tecnologie messe a punto negli ultimi anni, è stata creata un tipo di agricoltura intelligente capace di ridurre sia i costi ambientali, sia i costi economici e migliorare la raccolta delle coltivazioni.
L’innovativo sistema dell’agricoltura oceanica in 3D è stato messo a punto per generare e incentivare un tipo di coltivazione e una crescita blu più sostenibile caratterizzata dall’offerta di cibo a basso impatto ambientale e più sano per tutta la comunità. In parole semplici è un particolare tipo di acquacoltura sostenibile, che produce alti rendimenti ispirandosi agli ecosistemi dell’oceano. In particolare, l’agricoltura oceanica 3D si contraddistingue per l’innovativo sistema verticale di policoltura di alghe e molluschi, tra cui cozze e ostriche, che invece di deturpare i mari, li risana. Infatti, queste crescono su corde galleggianti, impilate sopra gabbie di ostriche e vongole, senza aggiunte di mangimi o altre forme di energia dall’esterno.
I vantaggi dell’agricoltura verticale sottomarina
Uno dei principali vantaggi dell’agricoltura verticale sottomarina è quello relativo alle emissioni di carbonio, praticamente pari a zero. Ciò perché le piante sottomarine utilizzate come supporto alla produzione, filtrano gli inquinanti nocivi dall’acqua, annullano la presenza di carbonio e sostengono la biodiversità. Non a caso sono state progettate per ripristinare piuttosto che sfruttare l’ecosistema.
Pertanto, ad oggi, questo rappresenta uno dei sistemi più sostenibili di produzione alimentare in grado di rispondere repentinamente alla contemporanea sfida del cambiamento climatico. In più, i molluschi coltivati sott’acqua, oltre ad essere utilizzati come cibo, possono divenire anche ottimi fertilizzanti, energia, alimenti per animali, prodotti farmaceutici, cosmetici, biocarburanti e molto altro.
Il modello agricolo di Bren per mitigare i cambiamenti climatici e ripristinare gli ecosistemi
Thimble Island Ocean Farm è una azienda statunitense fondata dal pescatore Bren Smith, con l’obiettivo di mitigare i cambiamenti climatici e ripristinare gli oceani. Il tipo di coltivazione della 3D farm, oltre ad avere una produttività altissima, permette di restaurare il fondale oceanico con risorse rinnovabili. Qui le coltivazioni sono effettuate secondo il sistema di agricoltura oceanica 3D, che permette di sfruttare a pieno tutta la superficie e di differenziare le coltivazioni a diverse profondità. Queste, oltre a soddisfare la crescente esigenza di pesce sostenibile, ripristinano gli ecosistemi, mitigano il cambiamento climatico e contribuiscono alla costruzione di una nuova economia blu-verde.
Una delle specie coltivate da Bren Smith è l’alga Kelp che non ha solo innumerevoli vantaggi per la salute di chi la consuma, ma anche di quella del pianeta. Infatti, è in grado di assorbire fino a 5 volte di anidride carbonica in più rispetto alle piante terrestri! Tutto ruota attorno all’alga di Kelp – un’alga gigantesca con una grandissima produttività, una fonte potenziale di cibo umano, mangime per animali e biocarburante che potrebbe sostituire colture intensive basate sulla terraferma, come il mais e la soia.
L’agricoltura oceanica 3D e la situazione attuale
L’oceano copre il 70% della terra e produce meno del 2% del nostro cibo. Per coltivare il resto, usiamo quasi il 40% della terra del mondo e quasi tre quarti della nostra acqua dolce. Tuttavia, secondo la World Bank, se circa il 5% delle acque statunitensi fossero coltivate a kelp potrebbero assorbire 135 milioni di t di CO2. In più, i mangimi derivati dal kelp riducono le emissioni di metano da parte di bovini e ovini di una cifra variabile tra il 60 e l’80%.