Non lontano dal cuore di Marrakech, in Rue Yves Saint Laurent, sorge una dimora nata dalle suggestioni architettoniche e naturalistiche del pittore francese Jacques Majorelle.
Arte, architettura, orientalismo e botanica: la dimora di J. Majorelle
Era il 1917 quando il pittore e paesaggista J. Majorelle giunse a Marrakech e se ne innamorò.
Diversi anni più tardi, nel 1931, acquistato un palmeto nel nord ovest della Medina, commissionò all’Arch. Paul Sinoir la costruzione di una villa dallo stile eclettico, frutto della fusione di elementi stilistici diversi, tra cui elementi moreschi e Art Déco, dipinta poi di una tonalità blu talmente intensa e suggestiva da essere nominata blu Majorelle.
Per J. Majorelle la villa era rifugio esotico, in cui dipingere i suoi quadri e trovare ispirazione nei colori e profumi intensi di quel giardino dell’Eden che stava componendo raccogliendo centinaia di piante provenienti da ogni angolo del pianeta.
Come nella composizione di un dipinto, Majorelle dispose le piante tra luce ed ombra attorno ad un bacino d’acqua centrale, e lungo sinuose passerelle dalle pareti colorate. Il risultato fu uno spettacolare giardino impressionista.
A partire dal 1947 anche il pubblico poté godere della magica atmosfera di questa residenza unica, e la notorietà del Jardin si consolidò, fino a quando nel 1955, a seguito di un grave incidente d’auto che gli costò l’amputazione di un piede, il suo ideatore dovette lasciare Marrakech e tornare a Parigi.
Negli anni che seguirono J. Majorelle fu costretto a suddividere e vendere in più parti la proprietà, e il giardino a cui si era dedicato con dedizione maniacale cadde in rovina.
La seconda vita del Jardin
La fama e il fascino di questo luogo però sopravvissero, tanto da indurre Yves Saint Laurent e il compagno Paul Bergé ad acquistare, nel 1980, l’intera proprietà salvandola tra l’altro da una speculazione edilizia che avrebbe voluto farne un complesso alberghiero.
Per una seconda volta la villa nata dalle suggestioni di J. Majorelle in cui, come disse Saint Laurent: “i colori di Matisse si mescolano a quelli della natura”, divenne il rifugio di una mente creativa.
Y. Saint Laurent infatti fu travolto dall’energia vibrante che quel luogo e i suoi colori trasmettevano, tanto che decise di risiedervi stabilmente e di ripristinare il giardino botanico rispettando la visione del suo creatore.
Lo stilista profuse ingenti risorse nel progetto. Fu infatti introdotto un sistema di irrigazione automatico e le specie vegetali furono incrementate arrivando a contare 300 diverse varietà di piante, tanto che si rese necessario l’aiuto permanente di un team di 20 giardinieri esperti che ne curassero la manutenzione.
La riqualificazione degli spazi della proprietà però non si fermò qui.
I nuovi proprietari infatti trasformarono quello che in passato era stato l’atelier del pittore in un museo aperto al pubblico dedicato alla cultura berbera, in cui misero a disposizione la loro importante collezione personale di manufatti berberi, rendendo così la struttura il luogo di grande interesse pubblico e turistico che è ancora oggi.
La Fondazione Jardin Majorelle
Nel 2011 la proprietà è diventata una fondazione riconosciuta, la Fondation Jardin Majorelle, i cui spazi attirano ogni anno oltre 700.000 visitatori.
Patrocinando e ospitando inoltre svariati eventi culturali, mostre d’arte e convegni, in collaborazione con la Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent, questo luogo suggestivo continua ad essere una “inesauribile fonte di ispirazione“ proprio come era solito affermare Yves Saint Laurent.
Clarissa Di Stora Gargano