Si trova in Sardegna, precisamente a Dorgali, la finestra sul paesaggio: un intervento di architettura minimale per valorizzare l’ambiente.
Si tratta dell’opera del designer italiano Davide Fancello realizzata nel 2016 per sostituire una pensilina per autobus. La struttura precedente presentava problemi di sicurezza e andava sostituita. L’opera realizzata dal designer è diventata infatti occasione per il progetto di una nuova e interessante architettura.
L’opera è concepita come un dispositivo di paesaggio che prova a bilanciare il suo ruolo funzionale di “stare” temporaneo. Ma non basta: questo nuovo luogo, la finestra sul paesaggio, ha ora la possibilità di diventare una soglia vissuta tra abitanti, visitatori e paesaggio.
Il progetto della finestra sul paesaggio nato dalla cooperazione
Grazie alla condivisione dei diversi saperi tra abitanti e artigiani locali, il progettista è riuscito a realizzare rapidamente l’opera con una certosina cura per il dettaglio.
Questo stile è parte integrante della filosofia architettonica della sua composizione, condizione imprescindibile dal contesto in cui la finestra sul paesaggio è inserita.
Dorgali e i luoghi da vedere dalla finestra sul paesaggio
Questa cittadina della Sardegna è un luogo in cui la topografia è parte integrante della vita quotidiana degli abitanti. I bastioni calcarei del Supramonte, altopiani incisi dalle acque e dalle valli coltivate costituiscono la meravigliosa morfologia naturale che risulta inquadrata dalla finestra sul paesaggio.
Quindi abbiamo il linguaggio di un mosaico paesaggistico che diventa il protagonista della quotidianità di chi vive questi luoghi naturalistici: da qualsiasi prospettiva lo spettacolo è mozzafiato!
La finestra sul paesaggio come disposizione di habitat temporaneo
La tendenza comune dello scollamento tra luoghi fisici e luoghi simbolici, porta inevitabilmente a interrogarsi su come poter rammendare il rapporto tra uomo e paesaggio in modo sempre più necessario.
Così arriva l’intuizione di realizzare un dispositivo, un’installazione minimal che possa educare all’osservazione dei luoghi. Nasce così questa sorta di esperimento sociale: un piccolo topos per “abitare” il paesaggio. Diventa il “palcoscenico che si affaccia sulla platea, dove spettatori e attori, luogo e azione, intrecciano le loro situazioni in modo sempre casuale e non ordinario”.
La finestra sul paesaggio vuole essere quindi un dispositivo totemico: si tratta di un involucro posizionato ai bordi di una scarpata e incornicia e isola un preciso panorama. Possiamo infatti da lì ammirare il paese con le sue campagne terrazzate e i monti sullo sfondo.
L’aspetto interessante dal punto di vista sociologico è che la scommessa del designer Fancello non sta solo nel proporre un mirador, un belvedere: la finestra sul paesaggio disciplina e invita lo sguardo all’osservazione attenta ma è anche un luogo dello stare. L’azione dello “stare” minimo e temporaneo legato alle sue funzioni di fermata per i mezzi pubblici e di punto panoramico, che può diventare una “stanza comune” dove ci si incontra.
In questo modo la finestra sul paesaggio diventa essa stessa palcoscenico di incontri, dove gli spettatori diventano protagonisti, consapevoli del loro ruolo attivo nella costruzione storica della comunità, e dunque del paesaggio stesso.
Architettura minimal costruita con i materiali locali
Il progettista ha chiaramente fatto riferimento agli artigiani locali per condividere idee e saperi al fine di realizzare in modo coerente questa architettura minimale meno invasiva possibile per il paesaggio.
La struttura è fortemente materica e al tempo stesso a-temporale: l’involucro esterno è realizzato infatti in acciaio COR-TEN; “mentre la lastra di vetro sul lato del dirupo, a-materica, dialoga con la continua modificazione del panorama che inquadra il suo essere un oggetto legato al tempo e alla ciclicità delle trasformazioni, sia naturali che fisiche.”.
Il rivestimento interno è realizzato in legno per donare una maggiore sensazione di calore e accoglienza per chi usufruirà della finestra sul paesaggio. L’interno è inoltre inciso da leggere decorazioni che richiamano la tradizione locale e dalla presenza di quattro sedie, in legno e metallo, realizzate da artigiani locali. La posizione delle sedie, leggermente ruotata rispetto agli assi cardinali del dispositivo, invoglia la socialità e lo stare assieme tra chi aspetta, chi passa e chi viene semplicemente per stare.
Il suolo su cui giace l’opera è lo stesso della sistemazione urbana che la circonda: questo rafforza il ruolo urbano della finestra sul paesaggio, priva di alcuna gerarchia, ma è un elemento quotidiano inserito nella vita della strada di Dorgali.
Perché una finestra sul paesaggio?
“Questo progetto mira a incoraggiare le persone ad essere consapevoli del paesaggio che li circonda, a far capire come l’ambiente sia sensibile e come necessita di una protezione per le generazioni future. – sostiene il designer Fancello – Incorniciare il paesaggio è il primo passo in direzione della sua tutela e valorizzazione, infatti solo quando le persone vedono una “cosa” iniziano a comprenderla e a sentirla parte di loro.
Non a caso uno dei primi commenti alla costruzione del piccolo dispositivo è stato: < bellissima quella “cabinedda”, sembra un quadro! >.
Finalmente ci si rende conto che quel paesaggio, che per molti è sempre stato scontato, è talmente bello da poter essere incorniciato e diventare un vanto per la comunità.”
La finestra sul paesaggio del designer italiano è un’opera dal gusto raffinato che dimostra che con un intervento minimale si possa intervenire sull’ambiente e sull’educazione allo sguardo per innamorarci ogni giorno del nostro bel Paese.
Serena Giuditta