Direttamente da Parigi, viene proposto un modello urbano conosciuto come “la città dei 15 minuti”. Giunto anche in Italia, è piaciuta molto l’idea, tanto che, secondo un recente sondaggio Ipsos per Legambiente, gli italiani sono favorevoli soprattutto alla limitazione dei mezzi a motore nei centri abitati. D’altra parte, gli intervistati, ritengono comunque che sia un progetto utopico. Almeno per ora.
L’Italia si è aggiudicata (anche) il premio per il giardino più green di tutta Europa
La città dei 15 minuti: un’utopia che potrebbe divenire realtà
Ideatore di questo progetto sostenibile parigino è l’urbanista Carlos Moreno, della Sorbona e di origine franco-colombiana.
Già presentato nel 2020, come obbiettivo comunale da raggiungere, è tornato alla ribalta dopo la battuta d’arresto pandemica.
Molto chiacchierato anche in Italia, l’idea ha spopolato e conquistato anche i nostri sindaci, di Milano e Roma.
La ville du quart d’huere, propone un modello urbano cittadino, dove gli spazi agevolino l’uomo e la vita quotidiana; il tutto in maniera sostenibile.
Difatti, la città dei 15 minuti, prevede di far trovare e raggiungere in soli quindici minuti dalla propria abitazione, a piedi, tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ovvero:
- ospedali e strutture sanitarie
- lavoro
- ristorante e bar
- scuola
- negozi
- centri sportivi e culturali
- locali e luoghi sociali
- parchi.
Oltre che arricchire con spazi verdi e zone pedonali.
In arrivo il “nuovo” Bosco Verticale a Milano, Stefano Boeri presenta Bosconavigli
L’idea proviene da una teoria già nata nel 1923, a Chicago, sotto il nome di neighborhood unit, nata con lo scopo di contrastare il forte divario fra i centri sempre più industrializzati e le periferie sempre più lontane e sole.
La “Città dei 15 minuti” è una pianificazione strategica del territorio, cercando di unire e far convivere, nella struttura urbana nascente, spazi pubblici e privati, servizi alla persona ed ecologia ambientale.
Ma non solo, perché lo scopo ulteriore di questo modello urbano sostenibile è quello di abbattere l’uso delle automobili e diminuire quello dei mezzi pubblici, riuscendo così a contrastare l’inquinamento, oltre che ridurre il divario con le periferie ed aumentare il valore di quartieri.
Tutto molto interessante, ma a livello pratico le cose sono molto più complicate. Il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, difatti afferma che per realizzare un simile progetto: “servono finanziamenti nazionali e i comuni devono garantire ai cittadini di poter fare tutto in 15 minuti a piedi” .
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- L’Osservatorio sugli stili di mobilità ha stimato, sulla base degli intervistati, che l’utilizzo dei mezzi privati per spostarsi è oggi arrivato all’88%. Questo soprattutto a causa del periodo post-Covid, che ha reso “meno sicuri” i mezzi pubblici.
- Dal 2019, nelle metropoli, l’uso di autobus, treni, metropolitane e tram è sceso dell’80% circa, a causa della paura di un contagio.
- Inoltre, il 60% degli intervistati italiani, nelle principali città, considerano importante l’introduzione di un abbonamento unico del trasporto pubblico e del car sharing.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it