La campagna ENPAP promuove il benessere psicologico per aumentare il welfare sociale

benessere psicofisico

L’ENPAP, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi lancia la campagna Stare bene aiuta a fare meglio con l’hashtag #starebenefaremeglio per promuovere il benessere psicologico. A tal proposito, invita anche i professionisti della salute mentale (psicologi in primis) a contribuire a far sì che lo si ritrovi, favorendo un equilibrio personale e sociale.

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L’importanza di coltivare il benessere psicologico a livello globale

Per prevenire il malessere psichico e salvaguardare la salute mentale duramente messa alla prova da questi due anni di pandemia diventa fondamentale adottare uno stile di vita più adeguato ai propri bisogni. Così si dovrebbe fare per la salute mentale, prima che difficoltà sul lavoro, conflitti familiari, stress e frustrazioni quotidiane diventino un limite serio all’espressione delle nostre potenzialità e alla nostra vita di relazione, o ci rendano troppo faticoso l’adattarci ai cambiamenti del mondo intorno a noi.

Secondo i dati della recente ricerca ENPAP, “Il ruolo dello psicologo e dello psicoterapeuta nella società” oggi sia lo psicologo sia lo psicoterapeuta vengono percepiti da più del 50% del campione (1.032 intervistati) come facilitatori del benessere piuttosto che come curatori di un malessere. Più del 30% della popolazione italiana si rivolge a questi professionisti e l’84% del campione afferma che la figura dello psicologo si è progressivamente “normalizzata”. «La pandemia ha amplificato il vuoto relazionale, già presente da tempo a causa dei mutamenti sociali che hanno attraversato la società negli scorsi decenni e per la scarsa attenzione alla dimensione del benessere sociale da parte delle Istituzioni», osserva il Presidente ENPAP, Felice Damiano Torricelli.

Il benessere familiare

La campagna #starebenefaremeglio fa il focus anche sulla vita di coppia e sulle relazioni con i figli. «Ben-essere significa che il nostro essere sta bene, e se sta bene si diffonde anche nell’ambiente in cui si vive», spiega Maura Manca, psicologa clinica, psicoterapeuta, e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza.

«Quando in famiglia non si respira un clima sereno l’attenzione è spostata sui problemi, su ciò che non funziona e si arriva a procrastinare gli impegni quotidiani fino a creare una sorta di sedentarietà mentale. Il benessere familiare favorisce il benessere individuale e viceversa. Per questa ragione è importante lavorare sulle modalità con le quali i vari membri della famiglia si relazionano e soprattutto su come comunicano. La famiglia è come una squadra che si deve basare sulla parola “insieme”, perché dove c’è relazione c’è influenza reciproca. Le azioni di un membro della squadra possono influenzare anche lo stato psichico degli altri membri»

Una necessità da affrontare

Uno dei limiti a rivolgersi allo psicologo o allo psicoterapeuta rimane il costo delle sedute, e la conoscenza ancora limitata della possibilità di fare sedute online, modalità che si è diffusa moltissimo in questi mesi di pandemia.

«Nell’iter dell’ultima Legge di Bilancio sono arrivate, da tutte le parti politiche, emendamenti per facilitare l’accesso agli interventi psicologici e garantire almeno un primo intervento immediato, nell’attesa di un’auspicata riforma strutturale dei servizi per la salute mentale. Con buona pace di tutte le dichiarazioni d’intenti e anche della convergenza delle diverse parti politiche su un testo unificato, in legge di bilancio non se ne è fatto niente. Trascurare ulteriormente il malessere psicologico di questi mesi, che si aggiunge drammaticamente a quello ormai strutturale nelle vite di tutti, è pericoloso. Questa nostra campagna di comunicazione è anche un modo per richiamare, ancora una volta, l’attenzione dei decisori pubblici sul bisogno immediato di servizi di psicologia», conclude Felice Damiano Torricelli.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu? 

  • La professione dello psicologo risente ancora di un antico pregiudizio secondo il quale è colui che si occupa unicamente di una “patologia mentale”. Per il 72% del campione della ricerca ENPAP, comunicare che si sta facendo un percorso con un professionista della salute mentale crea ancora imbarazzo.

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