Italia Abbandonata, un viaggio nella bellezza decadente e dimenticata

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Un libro, Italia Abbandonata, che con le sue immagini e storie colpisce gli occhi e lascia l’amaro in bocca.

Scopriamo uno spaccato di storia e di bellezza architettonica del nostro Paese che non durerà ancora per molti anni.

Non si tocca nulla, non si deteriora nulla, si fa solo qualche scatto. E poi si va. Il mondo è un teatro e io ho scelto di guardare anche dietro le quinte”, così scrive Robin Brinaert, fotografo ed esploratore urbano, nel suo nuovo volume fotografico “Italia Abbandonata”, edito da Jonglez

Italia Abbandonata, raccontata dall’autore

L’autore Robin Brinaert nasce nel 1988 e vive nella provincia dell’Hainaut, in Belgio. Da qualche anno ha deciso di viaggiare tra le strade belga e tra i paesi limitrofi alla ricerca dell’insolito e talvolta del bizzarro. Dichiara: “Il vagabondaggio urbano è un’esperienza emotiva unica.”

Una fotografia di viaggio piuttosto differente dai tanti che troviamo sul web. Il giovane fotografo Robin Brinaert riesce con questo tipo di progetto a unire la grafica e la fotografia amatoriale.

Quando arrivo in una terra desolata, – spiega – la decrepitezza dei luoghi abbandonati è una pausa in un mondo frenetico. Mi piacerebbe condividere anche con voi le mie scoperte attraverso immagini che sono a volte una più sorprendente dell’altra.”

Italia abbandonata, il progetto fotografico

Credits: Robin Brinaert – Discoteca medievale – Toscana

Un modo per riuscire a scovare altre bellezze inestimabili all’interno di luoghi poco conosciuti. L’Italia è un agglomerato di meraviglie storiche e paesaggi unici al mondo. Tra queste meraviglie però, purtroppo, c’è una parte lasciata a sé stessa, all’incuria del tempo, alla mancanza di manutenzione e di rispetto per la traccia storica che rappresentano.

L’Italia è anche questo, un patrimonio inestimabile da ricercare anche in posti dimenticati dall’uomo ma non dalla bellezza. Siamo contraddittori: innamorati dell’arte ma ce ne dimentichiamo troppo spesso.

Credits: Robin Brinaert –Villa Poss – Piemonte

In questo percorso scoprirai edifici abbandonati di ogni tipo: da Villa Poss in Piemonte, a un castello moresco abbandonato, oppure a un manicomio psichiatrico in disuso. Attraverso i suoi scatti, l’autore ci racconta il destino talvolta drammatico del nostro patrimonio, che diventa immediatamente toccante in merito alla loro salvaguardia.

Luoghi affascinanti e decadenti nell’Italia Abbandonata

Credits: Robin Brinaert – Castello di Sammezzano – Toscana

Troviamo tante ville che raccontano di un antico fasto con le loro eleganti decorazioni e gli arredi sparsi tra le polverose macerie. Eccezionale tra tutti è il Castello di Sammezzano, in Toscana (immagine di copertina): un capolavoro di eccessi e raffinatezza. Questo luogo può vantare di aver ospitato molte personalità della storia, tra cui Carlo Magno nel 780, che sarebbe rimasto lì per far battezzare suo figlio dal papa. Il castello fu saccheggiato durante la seconda guerra mondiale e trasformato in hotel di lusso nel 1970.

Il vasto ospedale psichiatrico Trompeo Benedetto, chiuso nel 1978 con la grande riforma del sistema psichiatrico, presenta anche una chiesa e un teatro che oggi sono ricchi di un fascino decadente, a tratti macabro.

Spostandoci in Umbria, scopriamo con sorpresa gli studi che sono serviti da set per il film Pinocchio di Roberto Benigni del 2003. Il set si mostra come un piccolo villaggio che un tempo ospitava gli studi allestiti per l’adattamento cinematografico del racconto.

L’Italia abbandonata non è solo ville e castelli

Credits: Robin Brinaert – Oculus – Emilia-Romagna

Dalle pagine di Brinaert leggiamo: “Un’imponente torre industriale di cemento, con le pareti punteggiate da un centinaio di finestre, costituisce il pezzo principale dei resti di un’antica distilleria abbandonata. Nome in codice: ‘Oculus’.”. Ci troviamo in Emilia-Romagna davanti a un’enorme fabbrica che trasformava barbabietole da zucchero per alcune industrie di prodotti finiti come la Martini per l’alcol o la ditta Manutti per gli oli industriali. Ci troviamo davanti alla cosiddetta archeologia industriale: rimaniamo esterrefatti alla vista di edifici così grandi e così solitari.

Gli amanti dei luoghi paurosi, magari infestati da anime inquiete, saranno accontentati in questo libro con la presenza dei manicomi e degli ospedali abbandonati.

Credits: Robin Brinaert – Manicomio di Q – Liguria

Rimaniamo ancora in Emilia-Romagna per scoprire il Manicomio di C, che nel 1873 è stato abbandonato per via di un trasferimento dei pazienti nell’antico convento di San Domenico. Trasferimento che doveva essere momentaneo e si dimostrò poi definitivo. Questo luogo, vittima dei vandali e del tempo che degrada gli interni, sembra ancora oggi vivere: troviamo arredi, come sedie a rotelle, disseminati per i corridoi accanto a murales che descrivono anime nere infestare l’edificio.

Italia Abbandonata non vuole essere quindi solo una testimonianza dell’Italia di oggi, affascinante ma decadente; vuole essere un monito, un segnale dall’allarme affinchè ci prendiamo cura del nostro territorio. Per poter salvaguardare, bisogna conoscere il patrimonio culturale che abbiamo a disposizione.

L’autore conclude così: “Spero che anche voi, come me, sarete rapiti nello scoprire – anche attraverso questo libro – i vari luoghi che ho avuto la possibilità di esplorare.”

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Esistono fotografi che viaggiano per il mondo alla ricerca di luoghi abbandonati. Abbiamo scoperto infatti gli account social dell’organizzazione culturale “Italia Abbandonata” che racconta la bellezza decadente del nostro Paese attraverso gli scatti di tutti i fotografi del mondo che usano l’hashtag #italiaabbandonata
  • C’è una rubrica di video realizzata dallo youtuber HumanSafari che si intitola proprio “Italia Abbandonata” e ci guida nelle sue esplorazioni nei luoghi abbandonati della penisola italiana.
  • Tanti account sui social network, di piccole e medie dimensioni, raggruppano fotografi e appassionati alla materia intorno al tema degli edifici dismessi. Quasi tutti fanno però grande attenzione nel non comunicare la geolocalizzazione del posto per evitare eventuali atti di vandalismo o bravate giovanili. Questi luoghi risultano nel 90% dei casi pericolosi perché non sicuri staticamente e per mancanza di aerazione.

 

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