L’Alveare che dice sì. Per una spesa sana e sostenibile. Intervista a Norma Bossi

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L’attenzione verso ciò che acquistiamo e ciò che mangiamo è sempre più alta. Oggi ormai sono moltissime le persone che preferiscono acquistare prodotti a km zero, biologici, provenienti da agricoltura sostenibile. Tra le tante possibilità quindi per fare una spesa sana e sostenibile c’è anche l’Alveare che dice sì.
Habitante ha incontrato Norma Bossi, gestrice dell’Alveare di Sesto Calende e dell’Alveare del lago di Bodio Lomnago, in provincia di Varese. Scopriamo insieme come funziona questa realtà.

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Cassetta di frutta e verdura in vendita all’Alveare che dice sì di Sesto Calende – Foto di Norma Bossi – da archivio de L’Alveare che dice sì di Sesto Calende

Che cos’è l’Alveare che dice sì?

L’Alveare che dice sì è un “Gruppo di acquisto solidale 2.0” che permette ai clienti di fare una spesa settimanale direttamente dai produttori della zona. Il progetto nasce in Francia nel 2011 e dal 2014 è diventato ormai una importante realtà anche qui in Italia. Sul territorio nazionale infatti sono presenti più di 270 punti vendita. Una capillarità che fa bene ai territori che ospitano gli Alveari e ai consumatori, sempre più consapevoli e desiderosi di una spesa sostenibile, e alternativa alla grande distribuzione.

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Perché fare la spesa all’Alveare che dice sì? E come fare?

Ci si iscrive su una piattaforma online e da quel momento si ricevono le comunicazioni del gestore dell’Alveare più vicino a casa propria. Lo scopo è quello di tagliare i molti intermediari tipici della GDO, a favore di una remunerazione migliore per i contadini e gli allevatori, che naturalmente possono puntare di più sulla qualità dei propri prodotti.
I vantaggi aggiunti quindi sono notevoli: la spesa è di qualità più alta, più fresca, più sana e perlopiù Km0, quindi si crea ricchezza sul territorio e si è sicuramente più eco-sostenibili.
Un altro aspetto da non sottovalutare è anche la rete di relazioni che si crea, perché il momento dalla distribuzione e del ritiro della propria cassetta settimanale diventa anche un occasione di incontro, di scambio e di socializzazione tra le persone che fanno parte dell’Alveare.

Norma, lei ha fondato l’Alveare a Sesto Calende. Ci racconti com’è nata questa idea e da quanto tempo esiste?

L’Alveare di Sesto Calende è nato nel settembre del 2019 ed è il secondo Alveare che ho aperto nell’arco di circa un anno. L’idea di diventare gestrice è arrivata in una fase in cui stavo cercando come cliente di fare una spesa più etica e fra le varie opzioni, avevo provato appunto ad acquistare da un Alveare qui in zona.
Ho creduto che anche i miei genitori ed i miei fratelli avrebbero potuto gradire quel modo di fare la spesa, quella qualità e quei gusti che ormai al supermercato non si trovano più. E così, partendo dalla mia famiglia come base, ho iniziato a trovare clienti fra i miei amici più attenti ai temi della sostenibilità, per poi acquisire nuovi clienti ed allargare la squadra dei produttori. E così sono arrivata fino ad oggi, con due Alveari, quello di Sesto Calende e quello a Bodio Lomnago, sempre qui in provincia di Varese.

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Prodotti dell’Alveare che dice sì, foto da archivio de L’Alveare che dice sì di Sesto Calende

Uno dei pilastri fondatori di Habitante è la sostenibilità. Questo modo di fare acquisti è sostenibile? Perché?

Penso che la sostenibilità sia un concetto che si sviluppa dentro le persone come in un circolo virtuoso. Si tende a partire da piccole cose, dalle piccole abitudini. Acquistare dall’Alveare, o dai GAS, come dai mercati dei produttori è certamente più sostenibile rispetto al fare la spesa al supermercato.
Innanzitutto per via della provenienza dei prodotti, che sono quasi interamente a Km0. Inoltre, i prodotti che viaggiano poco e sono molto freschi, hanno anche pochissimi imballaggi e questo è importante nell’ottica di ridurre le plastiche monouso.
Un altro aspetto molto importante riguarda l’impegno etico dei produttori. Per entrare a far parte della rete dell’Alveare sottoscrivono infatti una carta etica con la quale si impegnano a garantire una serie di attenzioni e tutele nei confronti dell’ambiente.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Il nome “L‘Alveare che dice sì” nasce perché, come in un alveare, è la comunità a creare il progetto ed ogni membro della comunità, cliente e produttore, dice “Sì” per arrivare al momento della distribuzione delle spese.
  • Ad oggi in Italia ci sono 270 Alveari, in Europa più di 1500.
  • La comunità dell’Alveare di Sesto Calende è composta da oltre 600 persone e settimanalmente vengono distribuite una media di 35 ceste della spesa.

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