Oggi la redazione di Habitante ha il piacere di intervistare Elisa, meglio conosciuta nel mondo dei social come “Elidb”.
Intervista a Elidb: un artigianato sostenibile contro i tabù – Elisa, si occupa di artigianato sostenibile, una realtà interessante, compresa nel mondo della moda sostenibile, particolare e purtroppo non molto diffusa.
Per questo, abbiamo deciso di intervistarla, Elisa, racconta un po’ come hai iniziato questo tipo di percorso?
Inizio col dire che ho sempre cucito, passavo i pomeriggi da mia nonna Lucia, sarta. Ho sempre provato un’emozione nel creare le cose. Abitavo in un paesino (Mugello) nella provincia di Firenze. Dopo il liceo Geometra, classe 1991, (mi è sempre piaciuto il disegno tecnico) volevo sia proseguire il disegno che la parte pratica del cucito e ho scoperto questo lavoro: la modellista di abbigliamento.
La modellista è colei che crea i cartamodelli – disegni tecnici che in base al disegno dello stilista si sarebbero trasformati in pezzi di carta da posizionare sopra al tessuto – per tagliare i pezzi da assemblare e infine ottenere il capo che era stato disegnato.
Con tantissimo impegno e lavoro di cameriera sono riuscita a pagarmi una scuola importante come il POLIMODA Firenze, che è durata 3 anni e che mi ha insegnato la basi di un lavoro che ho svolto per 6 mesi a Napoli e i successivi 8 anni a VALENTINO. Mi stavo sentendo davvero stretta in una grande azienda, anche perché sono sempre stata una persona creativa e un po’ fuori dagli schemi.
Così, dopo la nascita del mio bambino Duccio, per il quale ho utilizzato i pannolini lavabili, sono venuta a conoscenza degli assorbenti riutilizzabili. Sono riuscita, per caso, a trovare i materiali e ho provato cucirli prima per me e poi per alcuni amici e parenti. Da qui è nata una vera e propria passione!
Una persona con vagina utilizza tantissimi usa e getta nell’arco della sua vita mestruale e con i lavabili c’è un risparmio incredibile e nessun tipo di fastidio.
Dopo averci pensato tanto, a gennaio 2022 ho deciso di licenziarmi da un lavoro fisso, con uno stipendio fisso, per lanciarmi nel vuoto di questo mio progetto. C’è amore e passione nel mio lavoro, curato a 360° dove sono io che disegno le fantasie, taglio, cucio e spedisco alle mie clienti. Ho voluto creare un’artigianato che sostenesse la nostra salute e quella della terra. Il progetto, tuttavia, ha un altro obiettivo: contribuire a rompere il tabù delle mestruazioni.
Ciò che fai è molto particolare e salta subito all’occhio. Quali sono i tuoi prodotti principali, quelli che hanno dato il via al tuo shop?
Principalmente assorbenti e slip assorbenti, totalmente personalizzabili: salva slip, giorno, notte e notte plus con 5 materiali a contatto con le parti intime che si possono scegliere secondo le proprie esigenze. Ognuno dei quali ha vari strati assorbenti, scelti secondo un criterio tecnico.
Un aspetto che mi sta entusiasmando è la lotta al tabù delle mestruazioni, ho disegnato infatti una collezione di fantasie audaci che adoro, con seni e vulve perché è importante poter parlare di questi argomenti con libertà – è la nostra natura.
Invece, per quanto riguarda il progetto “Sisters special club”, cosa ci dici di più?
Il Sisters Special Club è una “chicca” del mio brand, è un piccolo gruppo di persone (numero chiuso) che hanno deciso di farsi sorprendere con una box stagionale a sorpresa e che propone loro prodotti esclusivi e novità in anteprima. Questo è il primo anno che lo propongo ed è per me una gioia potermi mettere a studiare qualcosa di nuovo e utile per loro.
Quali sono i tuoi pilastri saldi sul tipo di prodotto di artigianato sostenibile che proponi?
- Materiali certificati: per un fatto di sicurezza e di estrema importanza.
- Personalizzazione: poter creare un qualcosa di unico come ognuno di noi. Gli slip assorbenti, per esempio, tendo a farli su misura.
- Nessun prodotto in avanzo: ogni prodotto viene realizzato solo dopo la ricezione dell’ordine.
- Slow Fashion – l’attesa: nel senso che tagliando e cucendo tutto con due mani i tempi sono lunghi. Ogni prodotto è cucito a mano con molta attenzione, a questo proposito, vorrei porre l’attenzione sul fatto che non siamo più abituati ad aspettare. In questo senso dovremmo ambire ad un modo di lavorare più slow che non sia priorità ai prodotti di serie ma alla qualità e all’amore di chi li realizza.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- In un recente studio condotto da Zalando, è stato rilevato che, per molto consumatori è importante ridurre il consumo di plastica (72%). Il 54 % dichiara lo stesso, sopratutto quando si tratta di abbigliamento o calzature.
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