Ci troviamo a Milano, nel quartiere Isola, il più artistico e rinnovato della capitale meneghina. Abbiamo incontrato il designer Pietro Algranti, alla dirigenza di AlgrantiLAB, che ci racconta, con passione e dedizione, la storia ed il processo di realizzazione delle sue opere d’arredamento create partendo da materiale di recupero.
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AlgrantiLAB è uno spazio creativo dove l’eco – design e l’artigianalità s’incontrano per dare vita a pezzi unici e sostenibili. Ci racconti com’è nata l’idea e la realizzazione di questo laboratorio di produzione artigianale.
“Il laboratorio è nato nel 1998 dall’immaginazione e dalle visioni di mia zia, Costanza Algranti, che è stata pioniera nel mondo del design con materiali di recupero. Ha iniziato a lavorare questi materiali per caso, quando ancora tutto il resto del mondo li vedeva solo come vecchi legni da ardere o lamiere da buttare. Lavorando con le mani, ne scoprì l’anima, trovando gioia nel valorizzare i segni del tempo e riuscì a circondarsi di una nicchia di appassionati della materia che seguiva i suoi ideali di bellezza e di riciclo.
Io sono stato fortunato perché in mezzo a questi valori ci sono nato e cresciuto, amando i difetti e le imperfezioni delle superfici lavorate dal tempo, dall’utilizzo e dagli agenti atmosferici.
Nel 2012, quando arrivai a Milano per studiare design al Politecnico, per la prima volta entrai in laboratorio in veste di operaio. Iniziai quindi a lavorare con le mani e rimasi folgorato e stupito nel veder nascere nuovi oggetti, ma soprattutto dalle rivelazioni che questi materiali offrono se si dedica loro la giusta attenzione nel salvaguardare i tesori che nascondono all’interno delle loro superfici.
Dal 2014 dirigo AlgrantiLAB e, a oggi, produciamo complementi d’arredo su misura, realizzati esclusivamente con materiali di recupero, continuando a cercare un connubio tra la loro bellezza e la sostenibilità che un progetto di questo tipo inevitabilmente genera.”
La vostra azienda svolge un ruolo molto importante in tema di sostenibilità. Con il recycling e l’upcycling date una seconda vita a materiali e oggetti di scarto. Quali sono quelli maggiormente impiegati per la realizzazione dei vostri arredi?
Sono designer di formazione ma grazie a questo mestiere sono diventato, con orgoglio, un ibrido fra designer e artigiano. Cerco sempre soluzioni pratiche e allo stesso tempo estetiche, seguendo processi di upcycling, volti a modificare le destinazioni d’uso dei materiali che trovo per trasformarli in qualcosa di più.
Un esempio lampante sono le grondaie, che vado a cercare e recuperare a loro fine vita, quando sono ormai pezzi da rottamare, pezzi da discarica. AlgrantiLAB le cerca, le trova, le seleziona e le osserva, pensando a cosa potrebbero diventare all’interno di una casa, pensando a cosa le sfumature delle loro superfici potrebbero intonarsi.
Allo stesso modo lamiere pre-lavorate di ferro e ottone, provenienti da fabbriche di metallo in disuso ma anche vecchie matrici di stampa in alluminio, assi da ponte, bancali, botti e travi in legno.”
La maggior parte dei materiali di recupero viene dalle aree industriali dismesse di Milano. Ci racconti l’iter di lavorazione del materiale di recupero. Dallo stato grezzo fino a renderlo riutilizzabile.
“Gran parte dei materiali che lavoriamo sono di derivazione urbana e industriale. Milano in questo è fonte inesauribile di ricerca e possibilità e ci offre terreno fertile per coltivare questo tipo di lavoro.
Tutto parte dalla ricerca e dal riconoscere la materia, dall’osservazione delle sue caratteristiche e dei segni del tempo che tanto amiamo. Spesso i progetti migliori nascono proprio in questa fase, facendoci guidare da quello che ci trasmette la materia.
A volte, per esempio, troviamo una lastra particolarmente bella e decidiamo di realizzare un mobile, come un pensile contenitore, lasciando l’anta delle stesse dimensioni e forma della lastra stessa, proprio per cercare di intervenire il meno possibile sul racconto che ognuno di questi pezzi porta con sé, rispettandone la natura e lasciandole quindi modo di parlare a chi la guarda. Di raccontare la sua storia attraverso le ossidazioni, i segni e in questi casi anche con la forma che aveva nella sua vita precedente.”
Non solo singoli oggetti. Avete anche creato delle intere collezioni di mobili, denominate ‘I Piccoli’ e ‘I Grandi’. Ci raccontate nel dettaglio?
“Certo. I Piccoli sono la nostra collezione di oggetti come appendiabiti, lampade, vassoi, scatole, portagioie e sedie, di piccola e media dimensione, in cui si possono ritrovare i valori del laboratorio, ovvero frammenti di materie che li impreziosiscono e li rendono unici anche nell’uso quotidiano.
I Grandi invece, sono una collezione di quattro tipologie di mobile (armadio, cassettiera, libreria e tavolo) in due misure, una grande e una piccola.
Il livello di personalizzazione è quindi ridotto rispetto ad un pezzo su misura, ma abbiamo cercato di semplificare la produzione di questa serie per snellirne la realizzazione e di conseguenza i costi, mantenendo l’unicità delle superfici perché unici sono i materiali con cui sono realizzati.”
AlgrantiLAB realizza prodotti su misura e speciali per i propri clienti. Quali sono stati i progetti più particolari e stravaganti che avete realizzato fino ad ora?
“Spesso, lavorando su misura e su commissione, siamo chiamati a pensare a spazi o a soluzioni particolari. Ci è capitato per esempio di lavorare a progetti come spa domestiche, richiesta particolare per le condizioni ambientali che produce.
Abbiamo realizzato un carretto street food per partecipare a fiere e manifestazioni con rivestimenti metallici di intere pareti o di camini a scomparsa. Questi sono sicuramente alcuni dei progetti più divertenti degli ultimi anni.”
Non solo allestimenti per spazi privati. Il vostro servizio si estende anche per opere pubbliche. Avete in cantiere qualche nuovo progetto?
“Negli anni abbiamo lavorato, oltre che a pezzi unici per case e abitazioni private, anche alla progettazione e realizzazione di spazi pubblici come ristoranti, hall di alberghi e studi professionali e speriamo di poter continuare anche dopo questo momento così difficile, soprattutto per attività pubbliche e di aggregazione.
Ad oggi siamo concentrati sullo sviluppo di nuovi progetti di design che continui a valorizzare i nostri materiali, ricercando nuove soluzioni per l’abitare, belle e sostenibili, con la grande speranza di tornare presto a pensare spazi anche conviviali per far godere a più persone possibili la ricchezza di queste materie.”
Ringraziamo per l’intervista il gentilissimo Pietro Algranti, co-titolare dell’azienda AlgrantiLAB.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo i dati Eurostat, l’Italia è stata, tra il 2010 e il 2017, tra le prime posizioni dei Paesi che riusano i materiali nel ciclo produttivo. Siamo quarti. Dopo Belgio, Francia e Olanda.
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