In questi giorni si è tanto sentito parlare di Andrea Costa, primo cittadino di Luzzara, un paese di circa 9000 abitanti della provincia di Reggio nell’Emilia in Emilia-Romagna. Il Sindaco Costa è il primo abitante che emana un’ordinanza “anti-cattiveria”, o meglio, a favore del benessere dei cittadini. Dal 4 gennaio 2019 a Luzzara, infatti, la cattiveria diventa “un reato”: Andrea Costa, con l’obiettivo di aiutare chi si macchia di esibizioni di cattiveria, rancore o rabbia, sia verbalmente (nei luoghi “fisici” ma anche sui social), sia fisicamente, ha considerato il provvedimento necessario per il dilagare degli episodi violenti.
Curare l’anima degli abitanti: un obiettivo ambizioso, che ha spinto noi di Habitante ad intervistare il coraggioso Sindaco, che ci spiega perché per ogni cittadino italiano l’anti-cattiveria è un diritto.
Intervista ad Andrea Costa, il sindaco del diritto all’anti-cattiveria
Sindaco Costa, in questi giorni si è sentito molto parlare di lei per un’ordinanza che vieta la manifestazione di sentimenti di rabbia e rancore. Dunque, un Sindaco che mette al centro il “benessere” dell’abitante e spera in una comunità pacifica. In un momento storico in cui arrabbiarsi con il prossimo è la soluzione più veloce e semplice, ci racconti: com’è arrivato a meditare questa soluzione per i suoi cittadini?
Da tempo riflettevo sul degrado delle relazioni umane, sull’isteria collettiva e sulla prevaricazione che sembra essere diventata la cifra del rapporto con gli altri. Io stesso ho capito che mi stavo ammalando quando a mia volta ho usato alcune parole rudi in un paio di tweet. Sentivo, dunque, l’urgenza di fare qualcosa, come uomo ma anche come sindaco, ossia come colui che per ruolo pro tempore ha il dovere di dare un indirizzo alla propria comunità. E poi tra Natale e Capodanno le parole di papa Francesco – con il suo richiamo alla fratellanza – e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – l’appello a recuperare la coesione sociale – hanno come ‘messo ordine’ tra le mie riflessioni e mi hanno indicato la strada dell’ordinanza: unico atto amministrativo nelle facoltà di un primo cittadino. Una provocazione certamente, ma anche nelle intenzioni la costruzione di uno ‘scudo’ per la mia comunità che fortunatamente è ancora poco inquinata dalla cattiveria che invece circola quasi ad ogni latitudine. Proprio come qualche decennio fa si scriveva ‘Comune denuclearizzato’ all’ingresso dei nostri paesi ora vorrei che si scrivesse ‘Comune anti-cattiveria’.
Leggiamo che, per chi commette il reato “contro la cattiveria”, sono previste delle sanzioni a favore della cultura e della meditazione: ci racconti com’è nato l’indirizzo e-mail stopcattiveria@comune.luzzara.re.it e quali sono le sanzioni
L’ordinanza parte da un principio: chi agisce cattiveria gratuita, chi scade nella violenza rapportandosi agli altri, chi esterna in maniera sbagliata magari legittimi motivi di frustrazione, non va condannato perché è prima di tutto vittima. Vittima di un contesto in cui sembra smarrito ogni senso di empatia. Di conseguenza l’ordinanza non prevede punizioni, ma occasioni per redimersi, per migliorare sé stessi e recuperare equilibrio. Leggere libri che ci lascino qualche insegnamento, vedere film che ci trasmettano principi, visitare luoghi suggestivi per la storia che raccontano o semplicemente belli ci aiuta a crescere in meglio come persone e trovare strumenti più civili ed anche efficaci per confrontarci con gli altri. L’altro ‘pilastro’ dell’ordinanza è appunto la partecipazione di tutti a questa opera di recupero di una ecologia delle relazioni perché è una sfida talmente importante che non può farla il sindaco da solo – che tra l’altro sbaglia come tutti essendo umano – e che non può fare alcun paladino: questa partecipazione viene agita da ogni cittadino che può segnalare all’indirizzo stopcattiveria@comune.luzzara.re.it comportamenti che inquinano il clima.
Lei ha letto tutti questi libri e ha visto tutti questi film? Va spesso a teatro? Ha fatto volontariato nella sua vita?
Ho letto i libri che ho inserito nella lista e visto i film, la lista nasce appunto da un vissuto personale e può essere facilmente integrata con il contributo di molti. Ho cercato nella vita momenti di bellezza perché sono convinto che più facciamo entrare il bello nella nostra quotidianità più sarà difficile che ci si possa macchiare di comportamenti sbagliati, cattivi, degradanti. Prima di fare il sindaco ho speso gli anni dell’adolescenza e della giovinezza nelle associazioni del mio paese, sodalizi che si occupavano di sport, gestione della biblioteca e dell’Informagiovani, della realizzazione di momenti aggregativi: è stata un’esperienza altamente formativa che poi credo mi abbia consentito di essere un sindaco che sbaglia un pochino meno.
Luzzara di domani: crede che, con il suo contributo, possa diventare “un paese ideale”, un modello da seguire per tutta l’Italia?
Non sono così ingenuo da credere che un atto amministrativo possa eliminare i problemi che vuole colpire. Quindi anche a Luzzara capiterà che nascano polemiche inutilmente cattive, che le persone litighino per futili motivi. Però sono convinto che la provocazione sia servita, che adesso quasi tutti molto semplicemente contino fino a dieci prima di dare una risposta, scrivere un post, mandare un messaggio di cui poi potrebbero pentirsi. L’esperienza di questi giorni mi dice proprio questo: da tutta Italia mi arrivano lettere di persone che hanno iniziato a discutere della cattiveria dilagante e per le quali la mia ordinanza è stata una scintilla. E più di un cittadino nella mia Luzzara adesso quando mi incrocia mi dice di essersi auto sanzionato imponendosi la lettura di un buon libro.
Ha già, invece, un modello a cui si ispira?
Ho in testa una idea di Paese, di una Italia che è esistita e alla quale dobbiamo il progresso di cui godiamo e che rischiamo di perdere. Le racconto una storia. Mia nonna materna rimase vedova poco più che quarantenne con sei figli da sfamare e la casa pignorata per il fallimento del mulino di cui era socio il defunto marito. Per un anno e mezzo il fornaio di Luzzara le fece credito, e come lui altri in paese la aiutarono a inventarsi un lavoro e ad accudire i figli. Grazie a quell’aiuto è riuscita a far crescere e studiare tutti i sei figli, a dare loro un avvenire, a ripagare i debiti. Mi sono chiesto: nell’Italia di oggi una donna nella stessa situazione troverebbe la stessa solidarietà? Credo di no. Ecco, allora, il motivo del mio impegno: tornare a quella Italia.
Come hanno reagito gli abitanti di Luzzara? Ha incontrato delle difficoltà? Quali?
I miei concittadini hanno discusso dell’ordinanza e continuano a discutere. Chi ha capito il sapore provocatorio, chi mi ha chiesto se questo significhi censura, chi infine si preoccupa di come la si possa effettivamente applicare. Ed è giusto che ci sia questo tipo di dibattito perché comunque significa che stiamo discutendo del vero problema: di quanta cattiveria incontriamo ogni giorno e in ogni luogo, dal bar alla piazza social. In generale, comunque, l’hanno recepita positivamente.
Quali sono gli obiettivi che si è dato con questa iniziativa?
Un sindaco deve occuparsi del degrado urbano, e dal 2010 ossia da quando sono stato eletto per la prima volta, ho instaurato un rapporto molto proficuo con la cittadinanza affinché mi segnalasse ogni necessità di intervento del Comune. Ora voglio continuare a garantire strade in ordine, parchi pubblici sicuri, pulizia e servizi, ma voglio anche contrastare il ‘degrado delle relazioni’, e così facendo preservare l’anima della mia comunità che è fatta di lotte per la libertà e l’affermazione di diritti.
Il suo gesto, per noi innovativo e rivoluzionario, è in linea con la Community di Habitante, che mette al centro l’abitante e i suoi bisogni reali, co-costruendo l’habitat ideale di domani. Ha qualche consiglio da dare ai nostri lettori?
Un solo consiglio, non smettete mai di pensare che sia possibile costruire qualcosa di migliore per tutti.
Ringraziamo Andrea Costa, il sindaco del diritto all’anti-cattiveria, per la sua disponibilità.
Sonia Carrera