In questa esclusiva alla redazione di Habitante,it, Gianluigi Roman, co-fondatore di Bottega Design e figura di spicco nella nostra selezione dei migliori interior designer a Varese e provincia, condivide il suo viaggio nel mondo del design. La sua formazione al Politecnico di Milano e l’esperienza iniziale con Ambrogio Pozzi hanno posto le basi per la sua carriera, influenzando profondamente la sua visione del design.
La passione per il design, ereditata dalla famiglia e arricchita dall’esperienza accademica e professionale, ha guidato Roman verso la fondazione di Bottega Design. Questo marchio, nato dalla collaborazione con il grafico Fabio Moroni, incarna un approccio multidisciplinare che unisce product, interior e visual design, offrendo soluzioni complete che spaziano dalla riqualificazione di spazi commerciali alla progettazione di interni.
Roman enfatizza l’importanza della creatività e della risoluzione dei problemi, principi ispirati dal maestro Bruno Munari, integrando questi valori nella missione di Bottega Design. Il suo approccio pragmatico e orientato al budget si riflette in ogni progetto, dimostrando che la qualità del design può essere realizzata a ogni livello di spesa.
Gianluigi Roman e Bottega Design continuano a ridefinire gli spazi, confermando la loro posizione tra i leader del design interior a Varese e oltre, con progetti che rappresentano un perfetto equilibrio tra estetica, funzionalità e innovazione.
Innovazione e sostenibilità: il futuro del design secondo Gianluigi Roman
In che modo il tuo percorso formativo al Politecnico di Milano e la tua esperienza iniziale con Ambrogio Pozzi hanno influenzato la tua decisione di entrare nel campo del design?
Credo che la mia passione per il design, la progettazione, il capire come poter realizzare oggetti in grado di “funzionare” sia in primis merito della mia famiglia. Mio padre è un appassionato aeromodellista. Lo vedevo lavorare legno, metallo e creare modelli in grado di librarsi nell’aria. Mio nonno era in grado di realizzare oggetti utili per la casa, ma anche i famosi zoccoli in legno da contadino. Per non parlare della bravura nel sistemare le sue amate biciclette. E così dopo il liceo ho trovato naturale scegliere un settore in cui la progettazione e la creatività potessero unirsi. Il Politecnico mi ha formato sia nella teoria che nella pratica. Si scoprivano i grandi designers e allo stesso tempo si studiavano i materiali, le tecniche e soprattutto si progettava nei laboratori a fianco di grandi marchi, come ABB, Beta Utensili, Vortice, etc.
L’incontro con il designer Ambrogio Pozzi è avvenuto prima della mia laurea. Ho iniziato uno stage nel suo studio e mi sono innamorato dell’attenzione per il dettaglio, per le linee, per le forme che davano vita a collezioni di oggetti per la casa e la tavola. I bicchieri per Guzzini, i vasi per le Cristallerie Colle, gli accessori per la tavola per L’Oca Nera e le grafiche decorative per Ritzhenhoff sono solo alcuni dei progetti seguiti.
Questa passione mi ha reso sempre più chiara e certa la scelta di vivere nel mondo del design.
Qual è stata l’ispirazione principale dietro la fondazione di Bottega Design e come si collega con il tuo percorso personale?
Dal design del prodotto al design degli interni il passaggio è stato graduale. Dopo l’esperienza con Ambrogio Pozzi ho avuto l’opportunità di entrare nel mondo della progettazione del retail, seguendo progetti per Thun, Colours&Beauty, Bagatt, Universo sport e altri grandi brand.
Durante questa esperienza mi sono reso conto della possibilità di mettere a disposizione la mia creativà trasversale che univa product, interior e visual design anche nel settore privato.
Qui nasce la decisione di dare vita, insieme al grafico Fabio Moroni, a Bottega Design.
Bottega Design non è uno studio ma un marchio che unisce le esperienze nel campo della progettazione dello studio Gianluigi Roman Design con le capacità tecniche di Archimedia di Fabio Moroni nel settore della grafica. Fabio Moroni unisce alla sua esperienza di creativo ideatore di loghi, brand, insegne e materiale legato alla comunicazione, l’essere tra i primi ad aver compreso l’opportunità di inserire elementi di comunicazione visiva, grafica e wrapping nel settore architetturale e nel design di interni.
Bottega Design è così diventato il brand con cui abbiamo sviluppato progetti di riqualificazione di bar, ristoranti, arredi di interni ma anche creato ex novo locali pubblici, con una progettazione che copre a 360° le necessità del cliente: dall’immagine coordinata al punto vendita arredato nel rispetto del concept visivo.
Qual è la tua filosofia personale nel design e come la hai integrata nella visione e nella missione di Bottega Design?
Più che filosofia del design credo più nella necessità della creatività. Nell’odierno filone dove, anche grazie ai social, cerano di emergere professionisti con uno stile chiaramente identificabile (spinti anche dai social media) io credo molto in quello che era il pensiero di uno dei miei maestri, Bruno Munari:
Il designer non è un artista perché lavora in gruppo e non da solo. Il designer non ha stile: lo interessa risolvere i problemi in modo ottimale.
La vita universitaria mi ha portato a poter assistere a delle lezioni del maestro Bruno Munari e così da sempre ho coltivato la passione per la creatività vista come risoluzione di problemi più o meno complessi e come condivisione di esperienze, visioni e momenti. Così è nata l’idea di Bottega Design ed oggi ha preso vita lo spazio di Progettazione & Design. Bottega è il nostro marchio per le forniture chiavi in mano, mentre Progettazione & Design, a Gallarate, è uno spazio dove designers, creativi, architetti, grafici e professionisti si incontrano e creano sinergie per portare a termine progetti comuni, con l’attenzione alla soddisfazione del cliente.
Come hai sviluppato un approccio multidisciplinare nel design e in che modo questo ha plasmato il lavoro di Bottega Design?
Il design, come detto, non può, a mio avviso, essere un atto solitario e non può chiudersi all’interno di un’unica disciplina. Qualsiasi progetto si voglia realizzare avrà la necessità di coinvolgere più attori: il designer dovrà confortarsi con il produttore ma anche informarsi su materiali, tecnologie, tecniche, ecc.
Inoltre la creatività è necessariamente un atto multidisciplinare. Il design è quell’atto in grado di declinare in altra forma e all’interno di altri ambiti sistemi nati e sviluppati all’interno di settori differenti.
Questo approccio multidisciplinare è parte fondamentale di Bottega Design e di Progettazione&Design, dove i professionisti si incontrano, ognuno con la propria specializzazione, per dare forma a progetti che spaziano dal design di prodotto a quello di interni , coinvolgendo lo studio grafico e visivo tipico del visual design.
In che modo il principio che ‘il design è dappertutto’ si riflette nel tuo approccio personale alla progettazione?
La mia formazione nel campo del design possiamo dire essere “vecchia scuola”. Il design non è “ostentare” ma risolvere i problemi della quotidianità in modo che la funzioni venga sottolineata da una forma gradevole e soprattutto capace di relazionarsi con l’utilizzatore. Ogni oggetto è stato disegnato e pensato, ogni ambiente è disegnato e pensato. Certo è che non sempre chi disegna e pensa riesce a trovare la gusta soluzione al problema. Qui interviene il designer, che con la propria creatività e preparazione tecnica potrà dare vita alle migliori soluzioni per rendere ambienti ed oggetti adatti ad essere utilizzati al meglio oltre che essere esteticamente apprezzati.
Affrontando progetti in diverse località, quali sfide uniche hai incontrato e come le hai superate?
Il mio approccio alla progettazione è molto pratico. Ogni località ha caratteristiche proprie. In primo luogo è necessario uno studio dell’ambiente in cui dobbiamo intervenire. Capire quali sono le caratteristiche rilevanti, come il progetto deve integrarsi nello spazio (che sia un prodotto, un interno o un progetto grafico). Ogni nuovo foglio bianco è una sfida, che supero applicando la meglio i principi che ho sposato da sempre: l’ascolto, la comprensione, il lasciar fluire le idee e in conclusione applicare regole e tecniche per portare a termine il compito assegnato e dare forma al progetto.
Nel corso della tua carriera, come hai trovato il giusto equilibrio tra creatività e praticità nei progetti?
Nascendo come designer di prodotto ho da subito scoperto la necessità di unire la creatività con la tecnica. Non si possono disegnare oggetti senza comprenderne la materia, la fisicità e il sistema produttivo che li identifica. Banalmente: non posssiamo sciogliere il legno, ma possiamo curvarlo sapendo come gestire le sue caratteristiche fisiche e quali tecnologie poter utilizzare.
Puoi condividere esempi di come hai personalizzato i servizi di Bottega Design in base al budget e alle esigenze specifiche dei clienti?
Nella mia formazione lavorativa e professionale ho da subito dato molta importanza alla definizione del budget. La capacità di un designer e progettista è proprio legata al realizzare un progetto entro un budget prestabilito.
Con Bottega Design lavoriamo proprio partendo dal budget. Ogni nostro progetto chiavi in mano potrebbe essere un esempio di questo processo.
Come operiamo con Bottega Design: incontriamo il cliente e ascoltiamo quali sono le sue esigenze. Organizziamo un sopralluogo per visionare gli spazi in cui intervenire. In questa fase ci facciamo dire dal cliente che budget potrebbe avere a disposizione. Da qui entro in gioco con il mio studio Gianluigi Roman Design e inizio a valutare i possibili interventi atti al rispetto della cifra a disposizione.
Possiamo così intervenire sia con ristrutturazioni complete, agendo sia sulla parte architettonica che proponendo nuovi arredi e accessori, oppure in alcuni caso intervenendo con studi legati alla scelta dei colori , lavorando sulle tinteggiature, nuovi pavimenti laminati e utilizzo di pellicole per wrapping , grazie alla professionalità di Archimedia di Fabio Moroni.
Non ci spaventano le sfide, e il restare all’interno di un budget prestabilito è sempre una sfida affascinante.
Quali progetti hanno avuto un impatto significativo sulla tua crescita professionale e come hanno influenzato la direzione di Bottega Design?
Sicuramente il primo progetto di cui sono orgoglioso è quello della mia tesi. Un nuovo sistema di hangar per ultraleggeri. Mi ha aperto alla contaminazione tra design di prodotto e d’ambiente.
Devo poi ringraziare l’esperienza nello studio del designer e ceramista Ambrogio Pozzi, soi progetti per L’Oca Nera, i servizi da tavola e le posate per Fontebasso e la partecipazione in Triennale Milano con il progetto PINGUINO per I Guzzini.
Ogni progetto mi ha donato la capacità di entrare in sintonia con la mia parte creativa e darle forma unendola alla mia attenzione alla tecnica ed alla progettazione. Capacità che ho messo a disposizione di Bottega Design.
Come mantieni aggiornata la tua competenza nel design, specialmente in un campo in rapida evoluzione?
Nel campo del design e della creatività non è possibile fermarsi. È assolutamente necessaria una continua formazione. Va compreso il momento storico, vanno tenute sotto la lente le nuove tendenze e cercare di anticipare ciò che sarà. Moda, arte, cultura, storia e visioni del futuro devono essere esplorate con curiosità.
A questo oggi dobbiamo aggiungere l’utilizzo della AI da un lato e l’attenzione alla natura dall’altro. Due colti della stessa medaglia. L’attenzione ai materiali eco compatibili, la necessità di risparmiare risorse, sia come riduzione della materia utilizzata che come riduzione dell’energia utilizzata, tutto rientra in un continuo aggiornamento delle conoscenze personali.
Letture, corsi specializzati, eventi, fiere di settore. Non è possibile fermarsi e non progredire. D’altronde uno dei corsi universitari che ho più apprezzato titolava “VISION OF THE FUTURE” . Ed il designer deve essere in grado di disegnare anche il futuro, salvaguardando la storia e l’ambiente.
Come vedi il futuro del design, in particolare in relazione all’aumento della vendita online di arredi?
Da sempre credo che il designer non debba fermarsi allo studio della forma e funzione dell’oggetto, ma debba essere in grado di pensare ad ogni fase del ciclo di vita: produzione, trasformazione, imballo, stoccaggio, spedizione, utilizzo e ritorno nel ciclo di vita della materia.
Un oggetto, soprattutto per la vendita on line, deve essere facilmente gestibile in termini di stoccaggio e spedizione. Deve presentare un imballo che oltre a proteggere possa essere facilmente smaltibile o meglio riciclato. L’oggetto stesso dovrebbe poter essere facilmente rinnovato, riassemblato o smaltito e riciclato.
Secondo la tua visione, come sarà la casa ideale di domani e quali elementi di design ritieni saranno più importanti?
Difficile dare una linea unica per la casa del futuro. Certamente si andrà verso una personalizzazione attenta degli spazi in cui vivremo. Non penso vi sarà uno stile unico, ma ci saranno elementi a cui non potremmo non pensare durante una progettazione architettonica e di interni. Le case saranno sempre più “connesse” ma allo stesso tempo “autonome”. Dovremmo assolutamente pensare ad ambienti che possano produrre energia in modo autonomo e che siano in grado di non sprecarla. La salubrità degli spazi sarà un altro punto importante: materiali naturali, arredi ricondizionabili o riciclabili, sistemi di trattamento dell’aria in grado di farci risparmiare energia ed allo stesso tempo farci vivere in luoghi accoglienti.
L’arredamento dovrà essere in grado di permetterci un utilizzo sia privato che “pubblico”, poiché gli spazi delle nostre case potranno diventare anche luoghi di lavoro e condivisione.
Quali consigli daresti ai nuovi collaboratori che entrano nel tuo team, basandoti sulla tua esperienza nel campo del design?
Primo consiglio: essere curiosi. La curiosità è il primo motore per la creatività. Secondo: non essere individualisti. Il design è collaborazione e condivisione. Chi vuole essere parte di un team deve sapersi confrontare, deve avere capacità di ascolto e di confronto.
Qual è il tuo approccio nel guidare i clienti nel processo di trasformazione delle loro visioni e idee in realtà concrete?
La prima fase è quella dell’ascolto. Capire cosa il cliente desidera e capire se ciò che ha in mente potrà rientrare in un budget prestabilito. Da qui inizia la ricerca di immagini emozionali e di atmosfere che potrebbero essere in linea con le aspettative del cliente. Il mood board che ne nasce servirà per allineare il nostro progetto con ciò che il cliente vorrebbe venisse realizzato.
Qual è la tua visione personale per il futuro di Bottega Design e come prevedi che si evolverà il campo del design nei prossimi anni?
Bottega Design è un marchio in continua evoluzione, proprio per come è stato pensato e “costruito” in questi anni. Oggi Bottega Design trova spazio all’interno dei locali di Progettazione & Design. Un luogo che sarà sempre più un contenitore di professionisti della creatività e del design ed uno spazio per eventi e presentazione di aziende e collaboratori. Progettazione & Design, a Gallarate, in via Cavallotti 12, sarà luogo di incontro tra clienti e designer.
Già oggi troviamo il mio studio Gianluigi Roman Design, lo studio Archimedia di Fabio Moroni e lo studio Ndesign di Laura Noè, oltre a collaboratori come Gariboldi Arredamento e social media manager pronti a soddisfare a 360 gradi le esigenze dei nostri clienti.